Il weblog di Gokachu


venerdì, febbraio 28, 2003

Segnalazioni di post altrui
Questo è uno di quei post che fan venire voglia di comprare un disco (io ce l'ho già).




Il mago di Oz secondo Todd McFarlane
Sono solo action figures... ma Dorothy merita un'occhiata.




giovedì, febbraio 27, 2003

Come ho implementato il feed RSS
Quel pulsantino arancione che vedete in alto a destra è il link per il feed RSS di questo blog. E' stato implementato utilizzando la funzione RSSfy di Voidstar, che è gratuita. Ha qualche difetto (la scelta del titolo viene fatta prendendo i primi 40 caratteri del testo senza fermarsi all' *a capo*, non viene fornita la data del post e quindi sui lettori RSS la data viene settata come quella dello scaricamento), ma mi risparmia di passare a Blogger Pro. L'implementazione è davvero semplice: in pratica un copia incolla nel template, e la posa del link. Oltre che per Blogger sembra funzionare egregiamente anche per Splinder, come dimostra Tao.
Perché l'ho fatto? Ieri mi sono scaricato un lettore RSS freeware (per la cronaca, trattasi di FeedReader) e mi sono stupito di quanto sia comodo. Provatelo e poi ditemi. Purtroppo non sono molti i blogghisti italiani che forniscono un feed RSS, e ho pensato di aumentarne il numero diventando uno di loro. Altruismo.




Scannerizzami il vinile!
Un'invenzione inutile ma molto buffa. I risultati sono in qualche modo notevoli.




Il duro mestiere di essere uomini
Sembra tutto facile, ma abbiamo delle incombenze tutt'altro che semplici da portare a termine.




Per le insegnanti di religione la maternità fuori dal matrimonio non è tutelata
Forse ci capisco male io, ma se quest'insegnante ragazza madre viene licenziata, la prossima insegnante che rimane incinta non sarà fortemente tentata di abortire per conservare il posto di lavoro? Questa decisione dell'ordinario diocesano non è controproducente (dal punto di vista della Chiesa)? Se io fossi un'insegnante di religione che ha dei rapporti prematrimoniali (come la stragrande maggioranza dei cattolici ha), quantomeno d'ora in poi smetterei di far ricorso a metodi contraccettivi naturali e mi affiderei a quelli vietati dalla Chiesa... col lavoro, di questi tempi, non si scherza.



mercoledì, febbraio 26, 2003

Maledetto Haloscan
I continui disservizi di Haloscan mi stan facendo perdere la pazienza. Due le soluzioni possibili: passare ad enatation, il sistema di commenting usato per esempio da FFWD, oppure usare un sistema a forum, come fa Leonardo; dato il basso numero di commenti non dovrebbe produrre troppe confusioni. Il prezzo è in entrambi i casi la perdita dei precedenti commenti. Se le cose continuano così, varrà la pena di pagarlo.




Un po' di fatti miei: alla manifestazione per la pace, Pisa, 26/02/03
Non amo molto le manifestazioni, come genere letterario. Si tratta di lunghe e lente processioni, precedute e seguite da camionette della polizia, all'interno delle quali la gente marcia lentamente seguendo striscioni e persone munite di megafono che alternano slogan a musica. Mi irrita questo principio, perfettamente democratico, di dar peso alle proprie opinioni attraverso il numero: eravamo un milione, eravamo dieci milioni, quindi avevamo ragione, quindi il nostro pensiero va ascoltato. Una conta dei nasi. Comunque, siccome la guerra all'Iraq mi trova piuttosto contrario (per inciso, ero estremamente contrario alla guerra alla Jugoslavia), c'ero. E' cominciata alle 17, non credo ci fosse tantissima gente, anche se copriva diverse centinaia di metri sui lungarni. Quando è calato il buio, mi sono improvvisamente sentito stanco e depresso e dopo poco ho abbandonato. Ho preso alcune immaginette per ricordo; ne allego una qui, ad memoriam. Cliccare per ingrandire. Ho dato.





John Woo farà un film tratto da Philip K. Dick?
Nel progetto di "Paycheck", anche Ben Affleck. Diffido un po' dei film tratti da racconti brevi di autori famosi: c'è troppo poco materiale per un film e c'è troppo timore reverenziale per ampliarli davvero, e non semplicemente infarcirli di qualcos'altro. Probabilmente si seguirà la strada di Minority Report e lo si infarcirà di scene d'azione. Sperabilmente meglio congegnate di quelle di Spielberg. Ma non sono ottimista: Woo è reduce dalla delusione di Windtalkers, e sembra essersi ormai imbevuto di Hollywood. Nel senso deteriore.




La rinascita del musical
Il musical è uno dei miei generi preferiti, probabilmente per il suo totale antirealismo. Uno sta parlando normalmente, ed eccolo lì che canta. Che goduria. E che piacere poter guardare snobisticamente dall'alto al basso chi di questo antirealismo si dispiace. Ma torniamo a noi. Il musical è sembrato per anni morto, frequentato solo dai film Disney (e nei film Disney, tranne alcune eccezioni, le canzoni sono usate in modo molto piatto). Negli ultimissimi anni qualcosa è cambiato, ci sono stati, tra gli altri, Dancer in the Dark, Moulin Rouge e Lagaan. Tre tipi diversi di musical, ma soprattutto tre musical molto innovativi. Così innovativi che era difficile riconoscere il legame con i musical "di una volta". Ma ecco che arriva Chicago, e sembra che Bob Fosse sia ancora vivo. Si, è vero, in Chicago le sequenze cantate sono separate dalla trama, non è un musical classico, è un musical di Fosse. Certo, si potrebbe dire che se fosse ancora vivo, lui, l'avrebbe fatto meglio, che sarebbe stato un capolavoro vero. Ma mi accontento, mi sembra comunque una gran bella cosa poter ammirare le scene di ballo con il suo montaggio nervoso, con i suoi controluce, e con quel continuo incombere del senso della morte e della grande vanità del tutto. Eleganza, intrattenimento, intelligenza, gran belle canzoni... che volete di più da un musical?
Raccomandati: il tip-tap di Richard Gere, la prova di Queen Latifah, il numero iniziale di Catherine Zeta-Jones, il tango delle assassine.





Kill Bill, un wuxiapian diviso in due
Tarantino decide di dividere il suo prossimo film in due episodi, che usciranno ad ottobre e novembre 2003. (via Tom)



martedì, febbraio 25, 2003

Contrococcodrillo
Non è carino quando muore qualcuno parlarne male. Non sono carino: odiavo Aberto Sordi. Nel corso della sua carriera non ha fatto altro che rappresentare le qualità più squallide, sordide e meschine dell'italiano e di elevarle alla dignità della simpatia. Ha contribuito all'imbruttimento morale del paese. Lo si può considerare il vero precursore di DeSica&Boldi.

Detto questo, Alberto Sordi ha lavorato con i maggiori registi italiani nel periodo d'oro del cinema italiano e nella sua filmografia compaiono dei capolavori memorabili: I Vitelloni, La Grande Guerra, Il Giudizio Universale. Nelle mani giuste (Monicelli) la sua maschera simpatica viene strappata e viene mostrata la mostruosità che nasconde (Un borghese piccolo piccolo). Purtroppo nelle mani giuste non c'è stato molto.




I nemici di Kikkoman
Non sei un supereroe surrealista serio se non hai degli avversari assurdi almeno quanto te. Per di più sottotitolati in inglese.




Aardman in fabula
Ne abbiamo appena parlato, di Nick Park e soci, e negli USA esce un doppio DVD con gli ormai preistorici episodi di Rex the Runt. Naturalmente acquistare il dvd è consigliabile, ma potete anche vederne diversi gratuitamente, per quanto a qualità alquanto ridotta.
Un'ottima introduzione ai lavori della Aardman è in un articolo de La Stampa di qualche mese fa.




lunedì, febbraio 24, 2003

And the winner is...
Norah Jones sbanca i Grammy Awards portandosene a casa ben 5, tra cui i 4 più prestigiosi: "Record of the year", "Album of the year", "Song of the year", "Best new artist". Agli altri le briciole, anche se a volte abbondanti (tre premi a Springsteen). Il New York Times l'aveva previsto e ne aveva messo in luce i limiti, che però trovo esagerato attribuire anche ad Aimée Mann. Interessanti le opinioni di Arif Mardin, il produttore, riguardo al successo di vendite: il disco si rivolge a un pubblico sui trenta-quaranta anni e they don't know how to download, so they go to the store and buy the record.



sabato, febbraio 22, 2003

Kikkoman, il supereroe surrealista
Per quanto li si conosca bene, non c'è verso, i giapponesi mi lasciano sempre secco. (via Dave Berry)




Aggregator ON
Questo blog aderisce all'iniziativa di Blog Notes per il blog aggregator, come potete vedere dall'iconcina in alto. Per sapere di che si tratta potete leggere qui. Uhm, questo post lo dovrei inserire nell'aggregator? Meglio di no, delle prime tredici parole ben tre sono "blog".




Scarsa ispirazione
Non ho molto da dire. Tanto per fare qualcosa lascio il link ad AtomFilms dove è possibile scaricare gratuitamente un episodio di Wallace and Gromit: "Cracking Contraptions " ed acquistare a poco prezzo gli altri. La notizia è succosa, se ancora non lo sapevate; però è vecchia, quindi probabilmente la sapevate già. Sono i nuovi episodi, che durano sui tre minuti l'uno. Nel remoto caso che il loro nome e il loro volto non vi dicano alcunché, forse aiuterà ricordarvi che il film è della Aardman e di Nick Park, la stessa e lo stesso di Galline in fuga. Anche la tecnica è la medesima. Wallace e Gromit nascono prima di quel piccolo meraviglioso colossal, e i loro vecchi episodi sono davvero memorabili (su tutti, "I pantaloni sbagliati"). Volendo si possono recuperare in Dvd.





Interventi divini
Non posso fare a meno di segnalare questo illuminante sito. (visto su BrodoPrimordiale)



venerdì, febbraio 21, 2003

Consigli per gli acquisti:Takashi Miike
Ho già parlato di questo misconosciuto regista; avendo stasera visto lo stupefacente Full Metal Gokudo (aka Full Metal Yakuza) ne parlo ancora. Miike è incomprensibilmente ancora non distribuito in Italia, mai trasmesso da Ghezzi, quasi del tutto assente. Eppure è uno dei rarissimi registi contemporanei ad avere la capacità di reinventare il cinema ogni volta e di stupire lo spettatore più smaliziato; è prolificissimo (4-5 film all'anno); è estremamente vario (dallo yakuza movie al musical con zombie), pur conservando una fortissima personalità in tutti i suoi film; è scioccante; ti può infastidire ma non ti può annoiare. L'unica cosa che potrebbe ostacolarlo è il fatto che il suo cinema fa grande uso di violenza, non disdegna il sesso, ed è del tutto inadatto ai minori. Ho visto diversi film suoi, e pur non essendo tutti capolavori, direi che ha un tasso elevatissimo di pellicole che mi sono rimaste impresse indelebilmente. Da tempo mi sono ripromesso di vederne la sterminata cinematografia completa. Se voleste iniziare con questo regista vi consiglierei in assoluto Audition*; non tanto perché sia il suo miglior film (anche se probabilmente lo è), quanto perché se non avete visto gli altri ve lo godete di più. A seguire Dead or Alive, il suo film più teorico, esatto e programmatico, con un inizio e una fine che vi faranno saltare sulla sedia, non importa se per l'indignazione o per l'entusiasmo; Visitor Q di cui ho già detto in passato; infine (per i più efferati) Ichi the Killer che complice la proiezione al Torino Film Festival di quest'anno è l'unico film di cui riesco a parlare con qualche italiano. Le spese di spedizione sono molto basse. Potreste controllare i prezzi dei dvd segnalati su YesAsia: in questo periodo per ordini sopra i 49$ la spedizione in Europa è gratuita.

*Se avete un lettore dvd region free e una tv multisistema potete arrischiarvi con la versione hongkonghese, decisamente più economica : Audition.



giovedì, febbraio 20, 2003

Daredevil è primo al botteghino negli USA
La critica però è tutt'altro che entusiasta. A giudicare dalle foto, hanno commesso il crimine di trasformare Elektra, protagonista nelle mani di Frank Miller di una delle più esaltanti saghe nella storia della Marvel, in una tamarra fetish. Rifacciamoci gli occhi con quella di Bill Sienkiewicz.




mercoledì, febbraio 19, 2003



La percezione della morte nell'epoca della rete mobile
E' difficile ormai rimanere indifferenti alle tragedie, per quanto lontano esse avvengano. Le urla dei moribondi, gli ultimi saluti, trasmessi attraverso i cellulari, ci raggiungono e inevitabilmente ci toccano. Il caso di Daegu.




Il gioco da tavolo che i cinesi, i giapponesi e i coreani giocano...
... e che nei film viene comunemente tradotto con "scacchi" ma non ci assomiglia per niente. Il Go è un gioco di antica tradizione, che si gioca con pietre bianche e nere e regole molto semplici che però mettono di fronte a situazioni molto complesse. Così complesse che mentre un computer può giocare al livello di un grande maestro di scacchi, è solo un principiante quando si tratta di Go: la dote principale è infatti l'intuizione, In pratica i maestri di Go hanno un senso "estetico" delle posizioni, e muovono in modo da raggiungere una posizione "bella" sulla plancia di gioco (che si chiama "goban"). Il link in testa contiene un ottimo tutorial in inglese, che fra l'altro è divertente da seguire; qui invece c'è la versione in italiano, che è meno completa se ben mi ricordo. Per quanto mi riguarda, ho passato qualche notte a farmi battere da bambini cinesi di 5 anni sul goban 9x9 (tutto questo è possibile, senza troppa fatica, tramite Yahoo! Giochi. Alternativamente potete scaricare qualche software freeware che gioca a Go, ma probabilmente per vivere appieno l'emozione e sentire il CLICK! delle pietre sul goban dovete trovare un amico che sappia giocare o contattare la Federazione Italiana Giuoco Go e informarvi se tiene degli incontri nella vostra città).




martedì, febbraio 18, 2003

La rivoluzione dei blog!
Uomonero lascia Splinder, Google compra Blogger, Movable Types rilascia una release ogni 10 minuti... che sta succedendo?






Esercizi Zen
Un giovane andò da un maestro e gli chiese: "Quanti esercizi di stile dovrò eseguire per raggiungere l’illuminazione?"
Rispose il maestro: " Diecimila".
Il giovane era sbalordito. "Così tanti?" domandò incredulo.
Replicò l’altro: "No, mi sono sbagliato, ce ne vorranno trentamila".
Il giovane chiese: " Perché hai triplicato la cifra?"
Allora il maestro spiegò: "Adesso che ci penso, nel tuo caso ce ne vorranno probabilmente novantamila".




No comment?
Sempre su Wittgenstein, vedo che Luca Sofri pensa che EmmeBi abbia tolto i commenti dal suo blog. E' la nota campagna contro la forumizzazione (confronta Commento paludato, post del 18 dicembre 2002). In realtà è Haloscan che fa le bizze (anche in questo blog, in questo momento, i commenti non funzionano). O almeno così mi auguro, vero EmmeBi? Vero?




Pace per il petrolio
Ho sempre pensato che quella che gli USA vogliono la guerra con l'Iraq per via del petrolio fosse una tesi quantomeno semplicistica. Qui Max Boot indica anche il perché. (via Wittgenstein)



lunedì, febbraio 17, 2003

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Ciao gokachu,
scusa se disturbo, ma stavo guardando il tuo post sul chiamare le persone con il nome proprio. Il nome proprio di Saddam Hussein è Saddam. Hussein è il nome del padre, non il cognome, che in Iraq non esiste, almeno come lo intendiamo noi. Quindi: o "Saddam Hussein" o "Saddam". Chiamarlo "Mr Hussein" è uno sbaglio (anche i giornali anglosassoni sbagliano). Un piccolo particolare: i due figli si chiamano Udai Saddam e Qusai Saddam, non Udai Hussein e Qusai Hussein come spesso si trova scritto.

Paolo Ferrandi - Paferrobyday






Poliglotta
Forse non tutti sanno che tengo una versione di questo blog anche in un'altra lingua. Si, i link funzionano.





Winterbottom vince la Berlinale
Con colpevole ritardo annuncio che In this world ha vinto il festival di Berlino. Io non c'ero; potete vedere che a Sentieri Selvaggi non sono molto soddisfatti dalla scelta "sulla spinta dell'emozione" (il film è la storia di due profughi afgani che cercano rifugio a Londra). Sembrano avere le loro ragioni, ma come dire, io dei critici non mi fido granché, anche di quelli a cui mi affeziono. Soprattutto in occasione dei festival. Certo che l'anno scorso la vittoria di Sen to Chihiro, aka Spirited Away, presto sui nostri schermi come "La città incantata", mi aveva dato ben altra emozione.




domenica, febbraio 16, 2003

La catena delle citazioni
Citazione trovata su Brodo Primordiale che l'ha trovata su Appunti di viaggio:
Naturalmente la gente comune non vuole la guerra. Né in Russia né in Inghilterra, e neppure in Germania se è per quello. Questo si capisce. Ma dopo tutto sono i leader del paese che decidono la politica ed è sempre una cosa facile trascinare la gente con sé, che ci si trovi in una democrazia o in una dittatura fascista o in parlamento o in una dittatura comunista. La gente può sempre essere condotta dai suoi leader. E' facile. Tutto quello che dovete fare è dirgli che stanno per essere attaccati e denunciare i pacifisti per la loro mancanza di patriottismo che espone il paese al pericolo. Funziona in ogni paese.
- Hermann Goering al processo di Norimberga.




E' giunta l'ora delle dichiarazioni unilaterali che non interessano a nessuno
Non mi occupo spesso di politica in questo blog. Tuttavia: non sono un pacifista integrale, credo che l'uso della forza a volte sia necessario. Detto ciò, sono contrario a questa guerra.



venerdì, febbraio 14, 2003

E allora straparlo di geopolitica anch'io
Lo ammetto, a me Giuliano Ferrara piace. Mi piace a Ottoemezzo, quando con l'esercizio della lama di Occam costringe le posizioni fumose a palesarsi (spesso a palesarsi nella ridicolaggine), e mi piace anche come direttore del Foglio, nei rapidi corsivi, nelle brillanti risposte alle lettere, in molti fondi, nella conduzione del giornale. Però quando interviene altrove spesso sono in fortissimo disaccordo. In questa lettera ai pacifisti, Ferrara parte da un principio fermo: israeliani e americani sono vittime del terrorismo, israeliani e americani hanno il diritto di difendersi, e fin qui non ci piove. Ma che ciò implichi che hanno il diritto di fare la guerra all'Iraq anche in assenza di prove, mi sembra ce ne corra. Dato il presupposto (falso) che siano dimostrati 1) l'appoggio di Saddam Hussein ad Al Qaeda e 2) il fatto che l'Iraq sia in possesso di armi di distruzione di massa non dichiarate, il pistolotto antipacifista vien da sé. Il difficile è dimostrare queste due cose, oppure dimostrare che sia saggio accompagnare e approvare l'intenzione degli americani anche senza che queste due cose siano dimostrate. Ferrara neanche ci prova. Forse voleva essere un'intervento contro il pacifismo "sempre e comunque", su cui sarei anche d'accordo, ma dall'articolo non è che lo si capisca.
(Il link a Panorama è stato trovato via Camillo)




Dichiarazioni estemporanee
Riprendendo Inkiostro, questo blog è zona desanvalentinizzata.




Sui Ring
Ho visto stasera Ring 0, il prequel che chiude la celebre serie di Ring, e mi vengono in mente alcune banalità che non posso reprimere.
Ring è stato un film di grande successo in Asia, tanto da aver dato vita a due seguiti, vari spin-off televisivi e a un remake coreano, e da aver influenzato anche cineasti illustri (Tsukamoto in Gemini, per esempio, si rifà in opposizione a Ring più di una volta, ma notabilmente nella sequenza del pozzo). Il film è stato visto dai produttori americani, che lo hanno molto apprezzato e han pensato di introdurlo nel mercato americano. Ora, io tendo a essere permissivo con la mania americana del "remake". Si sa, il loro pubblico non sopporta i film doppiati (neanch'io, quindi...), e pensa che i film sottotitolati siano roba da eurotrash intellettualoide e presuntuoso. Quindi non importano direttamente il film, ma lo rifanno. E' successo con Nikita, con Tre uomini e un bebé, con Profumo di donna etcetc. Il risultato può variare molto, ma di solito è inferiore all'originale. Fin qui l'accetto. Quel che mi chiedo è: perchè noi italiani, di fronte a due film comunque stranieri, a volte importamo solo il remake americano? E' stato il caso di Insomnia, è il caso di Ring. Dalle immagini dei trailer che ho visto e dalle parole degli stessi critici americani la nuova versione mi sembra più debole e meno inquietante di quella giapponese, come immaginabile, anche se sicuramente valida (e infatti me la vedrò, non sono un purista). Perché nessuno ha pensato di importare non dico solo, ma ANCHE l'originale? Il grande pubblico preferirà aver paura di Samara, ma non dubito che in molti amerebbero aver paura di Sadako (vedi foto).
E' un peccato che il privilegio venga lasciato solo agli smaliziati che comprano i dvd via internet, o scaricano i film dal web.




giovedì, febbraio 13, 2003

Uno sguardo sulla blogsfera
Ormai non vado prioritariamente sui siti dei giornali, vado direttamente sui blog. Spesso trovo notizie più interessanti di quelle che leggo sulle prima pagine, per non parlare dei corsivi. Esempio. Cito direttamente dal blog di Tommaso Labranca: Stai cercando disperatamente un regalo per il/la tuo/a partner sotto la pressione sanvalentinesca televisiva che quest'anno pare essersi acuita più che mai? Hai già prenotato un tavolo in qualche ristorante dove gusterete cibi avariati spacciati per afrodisiaci? Ti stai preparando mentalmente ad affrontare dopo cena un rapporto sessuale che sia non dico indimenticabile, ma almeno percepibile? Ok: allora sei davvero un/una miserabile.




Invito al cinema orientale: Yasujiro Ozu
"Se nel nostro secolo esistesse ancora qualcosa di sacro... se ci fosse qualcosa come un tesoro sacro del cinema, allora per me sarebbe il lavoro del regista giapponese Yasujiro Ozu. (...) Per quanto siano profondamente giapponesi, questi film sono, al contempo, universali. In essi ho potuto riconoscere tutte le famiglie, di tutti i paesi del mondo, tanto quanto i miei genitori, mio fratello e me stesso. Per me, mai in precedenza e mai dopo di lui il cinema è stato così vicino alla sua essenza e al suo scopo (...)"
- Wim Wenders

Un'avvertenza: quello di Ozu non è un cinema per tutti. Non perchè sia difficile, pensoso, intellettuale o astruso; anzi è semplice e cristallino, e molto commovente. Ma richiede pazienza, e lo spettatore medio non ne ha. Le sue storie sono piccole e piene di pudore, vivono di gesti minuti, di dialoghi rarefatti, di camere fisse, di controcampi frontali. Se ve la sentite dopo questo preambolo, Fuoriorario programma quest'anno la sua opera omnia (moltissimi sono inediti), e venerdì notte verso l'una su raitre ha in serbo per voi ben quattro film: "Viaggio a Tokyo" (che è il suo film più famoso), "La moglie di quella notte", "Anche se non sono riuscito a laurearmi", "La signora cosa aveva dimenticato?". Buona visione, io punto il videoregistratore. [nota: nella precedente versione di questo post avevo indicato erroneamente come data di trasmissione stanotte, ovvero giovedì notte. Me ne scuso.]





Contro l'uso dei nomi propri in questioni geopolitiche
Sto sviluppando una certa insofferenza quando sento parlare di "Saddam" intendendo Saddam Hussein. Non capisco perchè sia entrato in uso chiamare il "nemico" col nome proprio, persino in comunicazioni piuttosto ufficiali, quando non si passa addirittura al soprannome affettuoso ("Slobo" per Milosevic). Protesto. Non pretenderò il rigoroso "Mr. Hussein" in uso sulla stampa anglosassone, ma che si usi nome e cognome o solo cognome.



mercoledì, febbraio 12, 2003

Il Nuovo difende Pinocchio
Natalino Bruzzone grida al complotto, insiste che trattasi di opera importante e assolutamente ispirata, dichiara che i critici italiani a cui non è piaciuto erano in malafede, e prevede un futuro funereo per Benigni: Già contestato al momento della designazione italiana per la nomination, Benigni sarà investito dai lazzi e dalle contumelie sia di chi non lo ha mai sopportato sia di chi non gli ha perdonato un "Pinocchio" non antigovernativo. Da sinistra e da destra si alzeranno i cori dei detrattori e degli invidiosi felici e contenti: la voce più grossa apparterà a quanti sono velocissimi non solo a salire sul carro del vincitore ma anche a scendere dal monopattino del vinto. Non importa che questa sconfitta colpisca l'immagine già traballante del cinema italiano: quello che conta sarà affondare un "potente" precipitato in disgrazia. Speriamo.



martedì, febbraio 11, 2003

L'ora degli Oscar
Vengo a sapere da Emmebi le decisioni della Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Incetta di nominations per Chicago (13), Gangs of New York (10), The Hours (9). Pinocchio non è presente tra i migliori film stranieri (e scommettiamo che se ci fosse stato Respiro un posticino se lo sarebbe scavato? Poco male, quest'anno vince Hero), ma fa razzia di nominations per i Golden Raspberry Awards : peggior film, peggior attore, peggior regia, peggior coppia, peggior remake, peggior sceneggiatura. Incomprensibile l'assenza della Braschi come peggior attrice (protagonista o non protagonista); probabilmente il fatto che sia stata doppiata da Glenn Close c'entra qualcosa. Comunque auguri. Tornando agli Oscar, scontro di titani per il miglior film d'animazione: Lilo&Stitch contro Spirited Away contro Ice Age.




Giornalino del paese
Mi scuso per la tardività e l'approssimazione della notizia, ma mi giunge voce da giornale cartaceo che presso la sede dell'Università di Tokyo a Firenze, in Via Bonifacio Lupi, 35, sia in corso una rassegna di 5 registi giapponesi. Stasera, a ora non precisata, Audition di Takashi Miike. Assolutamente consigliato, il film migliore per cominciare con questo regista.





Il successo di Jackie Chan
Shangai Knights, l'ultimo film di Jackie Chan, ha molte critiche positive ed è secondo al botteghino USA.




Shinya Tsukamoto in Italia
L'autore di Tetsuo (qui qualche sito in italiano ma con colori orrendi) sarà a Roma, Bologna e Torino per presentare il suo ultimo film, A Snake Of June (Rokugatsu No Hebi). Purtroppo causa la distanza credo che non lo potrò vedere... andateci voi.




lunedì, febbraio 10, 2003

Hero al festival di Berlino
E' iniziato il festival del cinema di Berlino e non me ne ero accorto; ma visto che han proiettato Hero di Zhang Yimou non posso più far finta di niente. Nell'articolo linkato persino Mariuccia Ciotta rifiuta le critiche "da sinistra" (è stato di nuovo accusato di connivenza con il governo e di simpatie anti-Tienamen) al film. Fra l'altro, non ditelo a nessuno, ma l'ho visto. La presenza di Cristopher Doyle, direttore della fotografia abituale di Wong Kar-Wai, si fa sentire.



domenica, febbraio 09, 2003

Giù le mani dall'Iran
Stasera ho visto Dieci di Abbas Kiarostami, un piccolo, essenziale film con molti bei momenti. Non voglio parlare del film in sé ma fare una considerazione a latere. E' da ormai molti anni che il cinema iraniano abita nei nostri festival, nei nostri cinema, nel nostro immaginario. Ogni volta è una piccola scoperta, con le loro donne fiere e combattive, i loro bambini commoventi (a volte un po' troppo, a volte ci marciano), le loro storie semplici, i loro volti nudi e sinceri. Sono di casa. Al pensiero che dopo l'Iraq potrebbe essere l'Iran a entrare nel mirino dell'Enduring Freedom di Bush mi coglie un brivido di indignazione. Non è l'indignazione astratta di chi è contro la guerra, l'indignazione un po' fredda, di testa, di principio, che provo per l'Iraq, ma è l'indignazione di chi conosce quel mondo, quelle persone, e le sente proprie. Un bombardamento sull'Iran sarebbe un bombardamento sulla piccola cittadella dei miei sentimenti. Potenza del cinema.





Aforismi notturni
Per poter disprezzare veramente gli altri bisogna cominciare con un sano e sincero disprezzo per se stessi.



sabato, febbraio 08, 2003

Pinocchio 2: la vendetta
La Miramax non si rassegna, il flop di Pinocchio gli rode (ha pagato 21 milioni di dollari per i diritti di distribuzione fuori dall'Italia). Il film di Benigni vive così la sua seconda vita: esce oggi in America, per il momento in due sole sale, nella versione italiana sottotitolata, con l'avvertenza che non di film per famiglie si tratta ma di film per adulti avvertiti e sofisticati. Reintegrati persino i 9 minuti di pellicola che erano stati tagliati per rendere più agile e piacevole il film allo spettatore medio americano. Comunque, ad evitare colpi di coda dell'ultima ora, il Los Angeles Times lo ristronca.



venerdì, febbraio 07, 2003

2001 for dummies
Diciamoci la verità: avete visto 20 volte "2001 odissea nello spazio" con la bocca spalancata ma non ci avete mai capito niente. Sbadigli e sussulti vi hanno accompagnato tutte e 20 le volte, né mai avete trovato il coraggio morale di prendere il libro di Clarke e di trovare la risposta alle vostre domande sulla pagina scritta. La tecnologia flash ora vi viene in aiuto, con una versione annotata di 2001 che contiene fra l'altro spunti di riflessione effettivamente interessanti. (via GigiMeroni)




E' cominciata la quarta serie di South Park!
Quale altro show può avere come "morale della favola" questa?
Kyle - Capite, la base di ogni ragionamento è la consapevolezza della mente di se stessa. Ciò che pensiamo, gli oggetti esterni che percepiamo, sono tutti attori che entrano ed escono dalla scena. Ma la nostra coscienza, il palcoscenico stesso, ci è sempre presente.





Considerazioni a margine di un film appena visto
Ho appena visto Prova a prendermi (Catch me if you can), una commedia ben costruita, con un ottimo cast. Potrebbe stupire i meno avvertiti la prova di Di Caprio, e stupirà tutti quella di Cristopher Walken, da cui pure siamo abituati ad avere molto. Un film divertente, una bella serata, ma anche un film dimenticabile, che non lascerà traccia. Si potrebbe anche parlare di Spielberg che sembra certo più adatto a lavori di questo tipo o al prossimo Indiana Jones 4 che non alle pseudovertigini di pensiero di A.I. o di Minority Report, o della colonna sonora molto azzeccata, con un John Williams in gran forma, o anche dei titoli di testa di gran stile, molto belli. Ma non voglio parlare di tutto ciò, vi segnalo casomai le critiche. Vorrei parlare invece di due cosette minori. La prima: avete notato che i francesi nell'immaginario americano diventano sempre di più "i nemici"? Qui imbarazzano l'umanità dello sbirro Hanks con la loro polizia fascista e dal grilletto facile e con le loro carceri simili a segrete medievali. Tanto che Hanks rassicura il povero Di Caprio: ti farò ottenere l'estradizione, non temere. Le carceri americane, al confronto sono un posto civilissimo in cui la dignità umana è preservata rigorosamente. Sarà. La seconda sono i fastidiosissimi livelli che la campagna antifumo sta raggiungendo nel cinema hollywoodiano. Un poco di buono come Di Caprio, uno che non esita a spacciarsi per medico o a truffare milioni di dollari, si indigna tutte le volte che vede la madre fumare, quasi più di quando la coglie adulterina sul fatto. Echeppalle, e lasciala fumare, poveretta!



giovedì, febbraio 06, 2003

Ho trovato qualcosa sulla morte di Monteiro
Sul Manifesto di ieri della morte del regista si parlava eccome. Un po' in ritardo, ma diffusamente.




What is the Animatrix?
Cominciamo dal principio. Nel progetto dei fratelli Wachowski è stata inclusa la produzione di una serie di nove corti di animazione ambientati nel mondo di Matrix, affidati a sette celebrati registi di anime: Maeda, Kawajiri, Watanabe, Koike, Morimoto, Chung e Jones della Square USA. Tutto questo si sa da un bel po'. La notizia è che la prima parte dell'anime di Maeda, "The second renaissance" è uscita, e la potete vedere gratuitamente qui. Per chi non lo sapesse ma masticasse un po' di animazione giapponese, Maeda è stato il regista di Submarine n.6 e il monster designer di Evangelion, e scusate se è poco. Qui si cimenta, con ottimi risultati, in un documentario sull'origine e i primi passi dell'Impero delle Macchine, in cui gli umani non fanno affatto una bella figura. Va da sé che i lavori di Watanabe (Cowboy Bebop) e di Kawajiri (Ninja Scroll) sono i più attesi...




mercoledì, febbraio 05, 2003

Commenti negati
Sembra che il disservizio di Haloscan delle ultime ore si sia risolto: ora i commenti appaiono. Quelli degli ultimi giorni sono però spariti, e non solo da questo blog. Vediamo se ricompaiono o cosa.




L'apocalisse di un regista
Esce negli USA (in 49 sale) Lost in La Mancha, il documentario che mostra il titanico fallimento di Terry Gilliam nel girare "Man Who Killed Don Quixote". Non è il primo a non riuscirci.




Una dichiarazione d'amore: Jet Li
Più che un attore Jet Li è poesia in movimento, un fenomeno naturale meraviglioso e per nostra fortuna filmabile, un piacere per gli occhi, per la mente e per lo spirito, un creatore inesauribile di bellezza in atto. Non sono mai stato un grande appassionato dei film di kung fu (il wu xia pian è un'altra storia), e pur apprezzando Bruce Lee ne rimango abbastanza indifferente, ma Jet Li è ben altro. Paragonerei le emozioni che mi dà piuttosto a quelle dei più grandi danzatori. Ogni suo movimento trasuda eleganza e semplicità, forza e delicatezza, grazia e precisione, perfezione e umiltà in modo quasi insopportabile (a differenza dell'altro grande attore kung fu contemporaneo, Jackie Chan, che mira invece alla comicità spettacolare e alla goffaggine esplosiva). Ha lavorato in alcuni imperdibili film hongkonghesi, di cui in questo momento mi piace ricordare e consigliare Once upon a Time in China e La leggenda di Fong Sai Yuk, ed è nei lavori di quel periodo che si può apprezzare al meglio la sua grazia soprannaturale. Ma anche un film occidentale terribilmente cafone come The One non può che beneficiare della sua presenza, e un film come Kiss of the Dragon può vivere interamente solo di quella e uscirne vincente. Come ho scritto altrove, "c'è Jet Li = ci vado"; anche se lo preferivo calvo. Prossimamente in Hero, insieme ad un altro mio amore, Maggie Cheung, a Tony Leung e a Zhang Ziyi. (nota: sul sito del film ci sono ora una ghiotta sezione "making of" e due trailer. Ciò che si vede è semplicemente straordinario.)





E' morto João César Monteiro
Non sono particolarmente affezionato alla cinematografia portoghese, però che non abbia trovato traccia sulla stampa italiana di questa notizia mi sembra davvero eccessivo. Ma forse ho cercato male. Addio João de Deus.




lunedì, febbraio 03, 2003

Il posto meno sicuro dove mettere i soldi
Ho trovato il racconto delle peripezie della nonna di Sonia Cassiani alle prese con la bolla speculativa piuttosto divertenti. Io poi sto passando da una banca ad un'altra a causa dell'eccessivo ladrocinio della prima (la Banca popolare di Novara NdG), quindi non posso che confermare.




Manifestazioni autistiche
Colto da improvvisa crisi ossessivo-compulsiva, riporto i link di alcune delle critiche americane positive su Sen to Chihiro (aka Spirited Away), il film di animazione di Miyazaki che grazie a Mikado verrà presto distribuito in Italia. E' piaciuto al Chicago Tribune, al Los Angeles Times, a Entertaiment Weekly, a USA Today, a Salon, al San Francisco Chronicle, al Boston Globe, al New York Times, al New York Post, ad Hollywood Reporter, al Washington Post, al Chicago Sun Times, a Globe and Mail, al San Francisco Examiner, al San Diego Union Tribune, al Seattle Times, al Cincinnati Enquirer, al Salt Lake Tribune, a Slant Magazine, al Miami Herald, all'Austin Chronicle, al Philadelphia Inquirer, al Toronto Star, allo Huston Chronicle. E' piaciuto a me. Piacerà anche a voi.




domenica, febbraio 02, 2003

La delusione postuma di un grande regista
Il recente passaggio di Eyes Wide Shut in Tv impone che ne parli. Un film cadaverico e piuttosto inutile, che vale il prezzo del biglietto solo per la Kidman divinamente fotografata. Non mi piace dilungarmi sui film che non mi sono piaciuti; Charles Taylor di Salon lo fa per me (tra gli italiani mi riconosco abbastanza, sorprendentemente, nelle opinioni di Irene Bignardi).




La birra più buona del mondo è la Westvleteren Abt 12
Non ho molte idee né tempo per scrivere in questo fine settimana, per cui me la cavo segnalando il sito cui faccio riferimento per le recensioni delle birre. Mi ha fatto scoprire per esempio che, nello squallore generale delle birre italiane, la rossa Moretti può dare qualche gioia a costo contenuto e non fa affatto brutta figura nella sua categoria.