Il weblog di Gokachu |
venerdì, agosto 13, 2004
Visto oggi: Ong Bak
Se avete nostalgia del cinema d'azione che si faceva ad Hong Kong nei tempi belli, quello in cui la trama era un optional e centrali erano le prestazioni dell'artista in scena, di quel cinema che ora è orfano dei suoi migliori esponenti, passati a fare soldi e a perder tempo in quel di Hollywood, non perdetevi questo film tailandese. La trama è risaputa e/o citazionista, c'è un humor non disprezzabile, del melodramma eliminabile, ma poco importa. Una nuova stella del cinema d'arti marziali si agita in almeno cento sequenze clamorose di questo film: Tony Jaa. Senza tregua, senza respiro, si snocciolano combattimenti durissimi, inseguimenti rocamboleschi e scene d'acrobazia incredibili, in piani sequenza che non lasciano dubbi sulle effettive capacità dell'attore. Era da anni che non si vedeva sullo schermo una forza della natura di questo calibro, con una fisicità molto personale, diversa sia dall'eleganza innaturale di Jet Li che dalla goffaggine esplosiva di Jackie Chan. Velocissimo, agilissimo, molto terragno nei movimenti, specializzato nei calci e nei salti, resta sorprendente per tutta la durata del film. La regia si applica umilmente all'esaltazione dell'atleta/attore, facendo sentire con gran concretezza i colpi che vengono scambiati (anche dopo aver visto il dietro le quinte è difficile credere che i colpi non vengano sferrati per davvero) e indulgendo spesso in replay da varie angolazioni delle sequenze più riuscite (il che dal punto di vista cinematografico forse è inelegante ma che rende ancora più spettacolari le performance). Se riuscite a sopportare la bassissima qualità video, in questo sito è disponibile il making of, in cui si vede (come da migliore tradizione) Jaa che rimane infortunato, Jaa che compie l'incredibile con estrema facilità, gli effetti speciali, l'assenza di manipolazione al computer (e ci mancherebbe) e la completa assenza di uso delle corde anche nei salti più difficili (per esempio quando Jaa si mette a camminare sulle teste degli avversari per superarli). Uno spasso.
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