Il weblog di Gokachu


giovedì, giugno 30, 2005
Il film che pare interessante della settimana
Le sale senza aria condizionata chiudono una dopo l'altra, la distribuzione si fa sempre più asfittica, e dal cilindro vengono estratti piccoli, meritevoli film che attendevano da lunghi mesi e che escono di nascosto, ma escono. Ne segnaliamo più di uno.

Per niente interessante per chi non sia un fan di Angelica Lee è Koma, che (avendolo visto) segnalo più per militanza filoorientale che per altro. I fan però avranno di che divertirsi.

Dopo due anni di attesa esce in Italia Schegge di April, film low budget molto apprezzato dalla critica americana. Chi odia Katie Holmes ne stia alla larga: è la protagonista.

Dopo solo un anno di scantinato a prender muffa esce invece La sposa siriana, film scritto da una palestinese e diretto da un israeliano, vincitore del festival di Montréal e del premio del pubblico del festival di Locarno, di cui si parla piuttosto bene.

E buona visione. Speriamo.




mercoledì, giugno 29, 2005
Visto oggi: Le ricamatrici
Nonostante i furori critici che lo abbattono definendolo noioso e cinema di papà, si tratta di un film piccolo, gentile, che tali clamori non dovrebbe suscitare. Con i suoi dialoghi scarni e le sue recitazioni contenute racconta una storia semplice, breve, quasi un apologo, con grande stile e grazia; parte furibonda come un Dardenne per poi reclinare in uno sguardo davvero femminile ma asciutto, pulito, e per questo commovente. Potente e delicato. Da antologia l'interpretazione di Ariane Ascaride; brava e bella (l'ho mai detto che impazzisco per le rosse?) Lola Naymark.




domenica, giugno 26, 2005
Effetto domino
Se si pianta il seme della democrazia in Iraq, l'intera regione ne uscirà rivoluzionata, sostiene la dottrina Bush. Ci sarà, dicono, un virtuoso effetto domino. Questa è la nuova politica estera americana. Questa è la loro nuova politica di sicurezza. Questa è la loro guerra al terrorismo. Giusta o sbagliata che sia, di questo bisognerà tenere conto.* Sbagliata, sbagliata.


L'Iran è come la Jugoslavia di Slobodan Milosevic, come le Filippine degli ultimi mesi di Marcos, come la Polonia prima del crollo del comunismo. Il regime fondamentalista degli ayatollah si sta sbriciolando, come dimostrano quei cartelli sui tetti rivolti ai caccia americani in volo verso l'Afghanistan. Quei cartelli dicevano: "Bombardate anche qui". L'Iran è come un grande carcere con i cittadini nel ruolo di prigionieri in attesa di essere liberati. Non con i marines. Non ce ne sarà bisogno. La straordinaria arma a disposizione dell'Occidente è il popolo oppresso dal regime. In Iran la guerra rivoluzionaria è già in atto. La società civile (che in Iran c'è) è in rivolta, le manifestazioni contro il regime non si contano più, la partecipazione è incredibile, gli operai scioperano, i ragazzi scendono in piazza per il diritto di potersi tenere per mano. Più di metà della popolazione ha un'età inferiore ai 25 anni. Non ne possono più delle imposizioni dei mullah e della polizia religiosa, vogliono uscire per strada, divertirsi come i coetanei occidentali. Il programma tv più popolare è Baywatch, trasmesso via satellite dalla California.
Il regime crollerà. Questo si pensa a Washington. Specie se cadrà Saddam. Il destino di Iran e Iraq è comune. Non è immaginabile che il popolo iraniano tolleri ancora le imposizioni degli ayatollah, se la libertà arrivasse a Baghdad.
* E' immaginabile, è immaginabile.

*Christian Rocca, Il Foglio, 18 febbraio 2003.



venerdì, giugno 24, 2005
Il film che pare interessante della settimana
Il film che pare interessante della settimana non è il blockbuster di Spielberg che uscendo di mercoledì scombussolerebbe un po' questa rubrica (a che settimana appartiene?) ma Dogtown and Z-Boys, un documentario sul mondo dello skateboard. Ora, io di skateboard non capisco assolutamente niente, mi ritengo molto lontano da quella cultura (unico tramite la figura d'artista di Ed Templeton) e sono la persona meno adatta a magnificarne le meraviglie. Perché allora ho scelto questo film oscuro, uscito in patria quattro anni fa, che racconta degli anni '70, e che per di più uscirà in pochissime copie? Semplice: guardate le critiche americane. Un trionfo. Leggete il New York Times e ditemi se non vi viene voglia di vederlo subito. Insomma, pare interessante per sentito dire, e mi sembra abbastanza.




giovedì, giugno 23, 2005
Visto ieri: Batman Begins
C'è molto di buono, in questo ennesimo film su Batman.
Intanto se a qualcuno preme la fedeltà col fumetto, è rispettata molto di più che negli altri film, compresa la patologia paranoide del protagonista; Christian Bale è senza dubbio il miglior Batman mai visto (doppiaggio orribile permettendo), e una volta tanto l'accento non è posto sui cattivi ma sul nostro Bats, che è interessante, oh se lo è. Scenografie e costumi abbandonano le visioni giocattolesche di Tim Burton e impongono una loro interessante originalità, e la sceneggiatura, nel tentativo di costruire un raccordo tra la morte dei Wayne e Batman Year One, compie tutto sommato un ottimo lavoro, pur con evidenti debiti qui e lì (per esempio la setta segreta di ninja, che addestra il protagonista il quale alla fine si ribella, non può non ricordare la marveliana Mano ed Elektra).

C'è però molto che non va, in questo ennesimo film su Batman.
In primis la storia d'amore. Mio Dio, la storia d'amore. Fortunatamente Nolan è abbastanza reticente da non far mai pronunciare a Bruce Wayne le fatidiche parole, ma l'apostrofo rosa tra di esse non ce lo risparmia. Mi immagino le contorsioni degli autori in fase di sceneggiatura: tentativi di irretire un pubblico femminile interessato solo ai risvolti romantici con le comparsate qui e lì di Katie Holmes in modo da far loro sopportare le lunghe scene d'azione, e poi contentino finale, il tutto senza compromettere troppo la psicologia del protagonista. Distorsioni del cinema di massa, inutili e dannose dal punto di vista "artistico" ma remunerative al botteghino.
In secondo luogo, le scene d'azione, per l'appunto. Montate freneticamente, fracassone, troppo lunghe, accompagnate da una colonna sonora che non si può definire discreta, confuse. Brutte, per dire tutto in una parola. E non è un difetto da poco in un film che per un buon terzo è azione pura.
Infine, il tema ricorrente della paura: troppo didascalico, troppo ripetuto, troppo verbalizzato, troppo pensato. Insomma, date le premesse c'è da rimanere un po' delusi.

C'è molto di buono, in questo ennesimo film di Batman, ma non abbastanza.
Per farlo preferire ai film di Burton, o per essere un capolavoro. Comunque, non male.




martedì, giugno 21, 2005


domenica, giugno 19, 2005
Visto negli ultimi giorni: Danny the Dog
Effetto Kiss of the Dragon per questo nuovo film della factory di Luc Besson con la presenza scintillante di Jet Li. Ovvero, buona regia, ottime sequenze d'azione, che pur con un montaggio un po' troppo frammentato per i miei gusti mostrano un Jet Li in grande forma come da un bel po' non era dato di vederlo, anche se per esigenze di copione il suo stile non è propriamente elegante; ci sono infine alcuni buoni momenti narrativi, un inizio promettente, e poco più. Le "capacità recitative" del nostro, finalmente libero di mostrarle, si dimostrano praticamente inesistenti come era facilmente pronosticabile. Se non si è patiti del genere, si può lasciar perdere con profitto; se lo si è, ne si uscirà moderatamente soddisfatti. Da segnalare sul finale la notevole sequenza di combattimento in spazio angusto.




Visto ieri: Saimir
Nel caso del cinema italiano purtroppo c'è sempre da utilizzare un altro peso e un'altra misura; questo film tutto sommato non decolla quasi mai, anche se il finale quasi senza parole è di notevole forza, ma essendo un film italiano non possiamo che parlarne bene. Non perché qui si ami il cinema italiano, o lo si favorisca, quanto perché è indubbio che lavori come questo spicchino nel nostro desolato e inemozionato panorama. Ricco di richiami ai Dardenne, recitato principalmente in albanese, con una buona durezza di temi e di svolgimento, non è malaccio, anche se la parte centrale è un po' annacquata. Da censurare però l'utilizzo di musica barocca nell'illustrare le imprese dei ragazzi di vita, che fa tanto Pasolini e che mi ha dato un certo fastidio. Non perché non ami Pasolini, anzi, ma perché alcuni suoi stilemi sarebbe bene venissero lasciati stare per evitare confronti imbarazzanti con un modello troppo alto.




venerdì, giugno 17, 2005
Repetita e quel che segue
Stasera su Raitre.




Il film che pare interessante della settimana
Innanzi tutto questa settimana esce in Italia un film che non pare ma è estremamente interessante: La samaritana. Il film è uscito l'anno scorso, ha vinto l'orso d'argento a Berlino (meritava l'oro, non ho visto La sposa turca ma son pronto a giurarlo su una Bibbia), e secondo lo scrivente è il film migliore di Kim Ki-duk, dopo o insieme a Bad Guy, oltre ad essere in assoluto il film migliore uscito nel 2004. Insomma, se vi capita...

Il film che però pare interessante della settimana è senza dubbio Batman Begins. Cosa succederà mettendo insieme il supereroe più paranoico e cupo dei comics e il brillante regista di Memento, Christopher Nolan? Una gran bella combinazione, secondo gran parte della critica americana; il fatto che il film sia ispirato a temi e atmosfere dei lavori di Frank Miller non può che farci che ben sperare, e Christian Bale promette ben altre tensioni e fremiti di un Michael Keaton o di un Val Kilmer. Biglietto prenotato.




mercoledì, giugno 15, 2005
Doppiatore, che parola terribile
Un altro film che sarà presumibilmente necessario recuperare in versione originale.



venerdì, giugno 10, 2005
Hey!
E' ricominciato One piece (aka All'arrembaggio) e nessuno mi ha detto niente? Quante puntate han già fatto?



Il film che pare interessante della settimana
Inauguro una nuova rubrica settimanale che chissà mai se avrò la voglia e il tempo di continuare. Il film di questa settimana è Danny the Dog, che ha due motivi principali di interesse:

1) c'è Jet Li, a suo dire per la prima volta impegnato in un film in cui ha modo di mostrare doti recitative (ma allora Once upon a Time in China che era?), che si rivelareanno probabilmente poco consistenti, e anche il resto del cast (Bob Hoskins, Morgan Freeman) promette bene
2) La colonna sonora è dei Massive Attack

C'è anche un motivo di perplessità, la regia di Louis Leterrier, alla sua opera prima come regista in solitaria ma compartecipe con Corey Yuen del crimine di The Trasporter. Andremo e vedremo. La critica americana? Promuove, per esempio Salon e il New York Times...




giovedì, giugno 09, 2005
Caro Berlusconi,
di cose brutte ne hai fatte sicuramente tante in vita tua, ma il cinema Medusa di Livorno non è fra queste. Schermi grandi, poltrone spaziose, ottimo audio.
I film vengono proiettati perfettamente a fuoco, e questo di questi tempi è cosa rara, anche nei multisala. Poi gli ingegneri devono aver fatto qualche magheggio, perché durante il film non si sente nessuno che parlotta, come nelle altre sale.
Saranno miracoli dell'acustica, oppure l'audio è così avvolgente che passa la voglia di parlare.
Bravo.
Alla faccia dei nostalgici che rivagheggiano le pessime sale di una volta, mi piacerebbe vedere sempre i film come li ho visti nel tuo cinemino. Ci torno di sicuro, anche se da qui son venti chilometri e ho nove sale nel raggio di un chilometro.

Però Steamboy, che ho visto stasera, durava 104 minuti come temuto e non 126 come nel programma del tuo cinema, e come John Trent ha cronometrato in un'altra sala, pur italiana. Ma non lo distribuisci tu, quindi non è colpa tua. Probabilmente i tuoi collaboratori nello stilare il programma del cinema non hanno nemmeno osato pensare che il film potesse girare tagliato, e hanno indicato senza dubbi la lunghezza originale. Errore d'ottimismo.
Non m'è piaciuto granché, sai, m'è sembrato una versione spettacolare e smorta de Il mistero della pietra azzurra, quello sì un capolavoro. Chissà com'è la versione integrale. Non so se troverò la forza di guardare ancora il film, per 126 minuti poi. Si vedrà.

Complimenti ancora. Mi dispiace dirti che nei prossimi giorni non potrò scriverti spesso come al solito. Infatti torno a casa, e voto. Sì, lo so che non ti sei espresso. Be', non esprimersi è già meglio che dire di non andare a votare, come han fatto altri. Comunque io vado. Sì, sì, sì, sì.



martedì, giugno 07, 2005
Segnalazioni televisive con largo anticipo
Venerdì 17 (!) per Fuori Orario andrà in onda un atipico film di Kiyoshi Kurosawa, Bright Future. Atipico nella sua produzione soprattutto per via del finale; comunque uno dei suoi migliori in assoluto e un'ottima introduzione per chi non conosce il regista o per chi lo conosce solo di nome (se non sbaglio la sua intera filmografia è inedita in Italia). Da non perdere in nessun caso. (segnalato nei commenti da Kekkoz)




lunedì, giugno 06, 2005
Repetita audaces iuvant
Stasera. Raitre. Sapete cosa.



domenica, giugno 05, 2005
Visto ieri: Sin City
E' molto difficile per chi conosce il fumetto recensire questo film. Bisognerebbe raggiungere il necessario distacco e guardare il film con gli occhi vergini. Non ne sono affatto capace, non ho nessuna idea di cosa possa sembrare il film a chi il fumetto non lo conosce, se possa risultare troppo lento, troppo iperrealista, se minacci la soglia di credibilita' eccetera. Non ne ho idea.

Dal punto di vista di chi il fumetto lo conosce, il film e' una trasposizione come mai se ne erano viste sia tecnicamente che per l'aderenza al lavoro originale, e si puo' al limite discutere sulla riuscita della semplificazione della trama, se sono rimaste o no le nostre battute preferite, se l'aspetto grafico riesca sempre o no a confrontarsi con le vignette di Miller, se e' stato giusto affidare il personaggio di Nancy ad un'attrice non disposta a spogliarsi (e per di piu' l'unica nell'intero cast a non funzionare perfettamente), cose del genere.
Il film e' come un fantastico extra ad un capolavoro straordinario quale e' il fumetto, realizzato con una tecnica (quella del set virtuale) che finalmente trova la sua collocazione appropriata, e non puo' in ogni caso non essere apprezzato. Inoltre, a differenza de Il signore degli Anelli, il film non si limita ad essere un'illustrazione disanimata del lavoro da cui nasce, ma cerca di riproporne anche il cuore, e con un discreto successo in diversi punti. Insomma, dal punto di vista di chi il fumetto lo conosce il film e' una chicca imperdibile; se volete un giudizio invece sul film in se', chiedete a qualcun altro. O leggetevi il fumetto prima di andare al cinema.




sabato, giugno 04, 2005
V'è piaciuto il film? E accattatevi il fumetto
Non so ancora se il film sia al livello del fumetto, ma per certo posso dire che Sin City è uno dei 3-4 fumetti più belli che abbia mai letto. Il primo volume è peraltro il migliore, e mostra al suo interno l'evoluzione grafica che porta al bianco e nero senza contorni tipico della serie. Il prezzo? Un affarone! (via forum di Mangaitalia)



venerdì, giugno 03, 2005
Thai days: Mon-rak Transistor
Chi di fronte alla montante popolarità del cinema coreano avesse deciso di proiettare la sua anima snob sul cinema tailandese, e su Pen-Ek Ratanaruang in particolare, si prepari al fatto che non tutti i suoi film assomigliano a Last Life in the Universe. Questo Mon-Rak Transistor assomiglia più a cose come Le lacrime della tigre nera; colori sgargianti, canzoni melense, commistione di generi. Purtroppo a differenza della mescolanza di generi tipica del cinema coreano qui i generi sembrano semplicemente giustapposti: commedia romantica all'inizio, ma con l'ombra dell'inquietante prologo a pesargli sopra; e poi romanzo picaresco in cui viene ficcato di tutto un po', con prevalenza del melodramma lacrimoso, specie sul finale. Indeciso sul proprio posizionamento, crogiolo di mille idee e di situazioni, il film non riesce ad acquisire una forma precisa e appare in definitiva evitabile.
Per procurarselo




mercoledì, giugno 01, 2005