Il weblog di Gokachu |
lunedì, gennaio 31, 2005
Visto ieri: I lunedì al sole
Se c'è un genere cinematografico che amo poco è il genere "film di denuncia", che parte da una situazione reale, accaduta, da un fatto preciso e puntale, lo drammatizza e ne trae lo spunto per un pistolotto politico/sociale. Insomma il film "alla Loach". Al genere appartiene sicuramente questo I lunedì al sole, che si rifà alla chiusura del cantiere navale di Gijon per raccontare che ne è stato, di quei duecento licenziati, attraverso l'esemplificazione di un gruppetto di amici che si incontra al bar. C'è chi ce l'ha fatta, chi non ce l'ha fatta, chi ci prova ancora, chi non ci prova più. Tra una chiacchiera e l'altra si trova il tempo per discutere, e la morale salta fuori, quella della solidarietà, dell'unità, uniti stiamo insieme, divisi cadiamo. Sembrerebbe insomma avere tutte le carte in regola per non piacermi. E invece. E invece la realizzazione del progetto è mirabile, la morale e il discorso sociopolitico non offuscano mai le vite vere, vissute, sanguigne dei protagonisti, che non sono soltanto dei disoccupati ma persone ritratte a tutto tondo, con umorismo e partecipazione, senza apologie; quasi dei "vitelloni" proletari e condannati. L'effetto è ottenuto sia attraverso la brillantezza di dialoghi mai retorici, nemmeno nei momenti più didascalici, sia soprattutto attraverso le grandi interpretazioni attoriali, tra cui spicca un Javier Bardem che non ho mai visto a questi livelli, neanche in Mar adentro. Insomma, un gran film, da vedere (rigorosamente in versione originale). Non stupisce che all'epoca abbia soffiato quasi tutti i Goya all'Almodovar di Hable con ella. domenica, gennaio 30, 2005
venerdì, gennaio 28, 2005
Girellando in videoteca
E' disponibile a noleggio questo film taiwanese di cui non sospettavo nemmeno l'esistenza. Parrebbe interessante. E poi c'è Angelica Lee.
Visto oggi: Das Experiment
Non vi tedio troppo visto che è un film ormai chiuso negli archivi, che ho recuperato sull'onda delle recensioni che davano Saw suo discendente. Non era vero niente. Il film è molto fastidioso per quasi tutta la sua durata, con la tensione che sale lentamente mentre noi sappiamo già dove si vuole andare a parare e con un montaggio incrociato su una vicenda del tutto irrilevante ai nostri occhi. Si soffre per la lenta progressione narrativa; forse è un effetto voluto, ma l'ho trovato a tratti davvero insostenibile. Sarebbe un film da giudicare negativamente se non che l'esplosione finale, a lungo attesa, è sorprendentemente buona; venti minuti di delirio, inseguimento, terrore, morte e rese dei conti che forse, forse, valgono i novanta minuti di agonia spettatoriale precedenti, giovedì, gennaio 27, 2005
Per non dimenticare
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà sia stata nulla o scarsa, e che non abbia valso a difesa. Primo Levi, "La tregua"
Visto ieri: Alexander
Questo film appartiene alla categoria dei film che mai sarei andato a vedere se non fosse per l'esistenza dei blog. Stroncato a man bassa da tutta la critica mondiale e rivalutato dalla cricca dei cineblogger (e da Roberto Escobar, solitario Don Chisciotte dei recensori su carta stampata), mi ha incuriosito e ci sono andato. Ebbene, una volta tanto i giornalisti han ragione. Questo film è un fallimento colossale: fallito in partenza, per il taglio che Stone sceglie di dare alla storia (quello di un re circondato da complotti invece che quello di un condottiero). Così le parti migliori del film, che ci sono, in numero copioso, tra tutte la battaglia in India, vengono diluiti nell'infinito sciabordare di tre ore in cui Alessandro incita ad andare avanti e i suoi generali piagnucolano di fermarsi, incorniciato da un inutile Hopkins che funge da voice-off per riempire i salti narrativi. Purtroppo Colin Farrel non ha il fisico del ruolo né le capacità di rappresentare il grande tormento, la febbre dell'animo che colpisce Alessandro; il risultato, pur ricco di piccole perle - tra cui una ritrovata Jolie, una generosa Rosario Dawson, alcune sequenze di battaglia girate con gusto eterodosso - affonda implacabilmente, e la cosa triste è che lo si intuisce già dopo cinque minuti. E non è neanche "un fallimento grandioso che supera, eccome! i successi degli altri", come spera Stone per bocca del vecchio Tolomeo. Noi qui, comunque, a Stone si continua a voler bene. Una piccola nota di costume: una critica che ho sentito più volte, buon ultimo da Alberto Crespi su FilmTv, riguarda "l'inverosomiglianza storica" con cui, nelle varie cartine mostrate durante il film, i nomi siano in inglese e non in greco. Su questo Stone ha ragionissima. In primis, non si capisce perché si accetti placidamente che i macedoni parlino in inglese (e noi si accetti che parlino in inglese ma i suoni escano in italiano), mentre invece sulle scritte ci si inalbera. Sarà questione di convenzioni, no? Testoni. In secundis, lo stesso Stone dichiara la convenzione nei titoli di testa, per i minus habens che si potrebbero inalberare, quando i nomi scritti in greco traslitterano in inglese, ALEXANDROS diventa ALEXANDER, STONE diventa STONE e così via. Ocché c'avete il prosciutto sugli occhi e la muffa nel cervello?
VIsto ieri: Saw
Nonostante sia il portatore di uno dei più brutti trailer degli ultimi anni (andato in onda in perturbante compagnia di quello, molto simile, di The Grudge), che lo dava per "terrorizzante come Lo squalo, elettrizzante come Nove settimane e mezzo, inquietante come Visitor Q" (o qualcosa del genere), questo film non è poi malaccio. Per tutta la prima metà, specie nei flashback in cui vengono mostrati i precedenti colpi di Jigsaw, si respira un'aria davvero inquietante e claustrofobica; notevole anche l'idea di mettere in scena una versione omicida del Tyler Durden di Fight Club. Purtroppo l'aspetto di thriller intelligente prevale nella seconda metà, in cui il film si trasforma in un giochino di sorprese a scatole cinesi ma perde ogni ambizione horror. Lo sceneggiatore ci teneva a mostrare quanto sia furbo; peccato. Tuttavia una guardata gliela si può dare, magari aspettando l'uscita in DVD sperabilmente reintegrata dei minuti tagliati nell'edizione italiana. mercoledì, gennaio 26, 2005
martedì, gennaio 25, 2005
Visto oggi soluzione: Cutie Honey
Ci sarebbe davvero poco da dire su questo accumulo di cianfrusaglie anime, su questo film che ripropone cose viste e riviste da almeno trent'anni con la sola variante di non essere disegnato ma recitato (oddio, recitato è una parola grossa), su questa testimonianza definitiva del coma mentale che affligge Hideaki Anno come tutti i membri della Gainax. Si direbbe che cinque minuti di Excel Saga valgono tutti i suoi novanta, che è persino peggio di FLCL, e soprattutto che è di una noia mortale; cose così. L'unica cosa che mi fa spendere qualche riga in più è che sorprendentemente, al Future Film Festival e altrove, ha raccolto l'approvazione e il divertimento di diversi rispettati blogger. Mah. sabato, gennaio 22, 2005
News in tutta fretta
Un cartone animato vince gli HKFA: è il seguito di My life as McDull. ERRATA CORRIGE: Non si tratta dei prestigiossissimi HKFA ma degli HKFCS Awards, che nella mia mente bacata sono una specie di Golden Globes. venerdì, gennaio 21, 2005
Buone notizie
- Secondo Pier Maria Bocchi il nuovo Police Story di Jackie Chan è al livello dei migliori della serie. - - Emir Kusturica sarà presidente della giuria a Cannes. - I Portishead si esibiranno dal vivo per la prima volta dopo sette anni e pare che il nuovo album sia in arrivo per davvero (a fine 2005, sì, è difficile crederci). - Si torna al nucleare. Ehm, questa forse non è proprio una buona notizia... giovedì, gennaio 20, 2005
Visto oggi - QUIZ (NEW! Con clip audio!)
Permanece a mi lado cuando se apague mi luz, y la sangre se arrastre y mis nervios se alteren con punzadas dolientes y el corazón enfermo, y las ruedas del ser giren lentamente. Permanece a mi lado cuando a mi frágil cuerpo le atormenten dolores que alcancen la verdad, y en un tiempo maníaco sigas pareciendo el polo, y la vida furiosa siga arrojándole al mar. Permanece a mi lado cuando vaya apagándome, y puedas señalarme el final de mi lucha, y el atardecer de los días eternos, en el bajo y oscuro borde de la vida. mercoledì, gennaio 19, 2005
Repetita iuvant: il film più bello del 2004
Visto che ho recuperato una locandina alternativa, ne approfitto. Qui il sito ufficiale, qui (su segnalazione di Darkripper) il blog(?!), qui i wallpapers (1 e 2). martedì, gennaio 18, 2005
lunedì, gennaio 17, 2005
Visto oggi: Ab-normal Beauty
Forse non tutti sanno che, nonostante le mie fisime e le mie incontentabilità, verso alcuni autori sono particolarmente indulgente. A godere di questo misero privilegio stanno, tra gli altri, i fratelli Pang, che pur avendo girato un solo film veramente memorabile (Bangkok Dangerous) mi hanno conquistato con le loro capacità di creare mondi visivamente affascinanti anche nei seguenti The Eye (che nonostante il disprezzo generale a me è piaciuto molto e che contiene delle sequenze che trovo bellissime) e persino nel molto meno riuscito The Eye 2. Questo Ab-normal Beauty non manca di suscitare in me le stesse reazioni. L'inizio è davvero promettente, forte della messa in scena di un'ossessione fotonecrofila degna del giovane Amenábar di Himenoptero e Tesis; il capitale narrativo viene però sprecato con la costruzione di pseudopatologie psicanalitiche a buon mercato, risolte come da manuale facendo emergere il rimosso, e soprattutto con l'entrare in campo di un misterioso serial killer la cui figura è troppo poco sviluppata per poter reggere il finale. Pur essendo quindi un film tutto sommato riuscito solo a metà, è però di una grande bellezza cinematografica, anche nelle parti più deboli, tale da non potermi lasciare indifferente. I fratelli Pang con la macchina in mano sono bravissimi; hanno un gusto poco raffinato, popolare, non sono Wong e neanche Nakata, giungono a tratti a non disdegnare l'estetica da videoclip, ma nonostante (o forse grazie a) ciò mi conquistano sempre. Gli perdono ciò che ad altri non perdonerei, quello di fare film belli ma con poca ciccia. Glielo perdono perché è così terribilmente chiaro che non lo fanno apposta, che il loro non è freddo estetismo ma puro piacere di girare, di raccontare con la luce. Non sono dei superficiali ma degli entusiasti, e pur essendo affini le due categorie sono distinte; si sente, anche dietro le sequenze più raccapriccianti, un largo sorriso, un respiro felice. Sarò facile profeta: prima o poi questi due faranno un film davvero grande. Non sarà probabilmente un horror. Per procurarselo (altra locandina)
Per un forum dei cinebloggers
Negli ultimi giorni mi sono reso conto che alcune interessanti discussioni (per esempio questa) si svolgono nei commenti di diversi blog. Discussioni che spesso travalicano il post iniziale, in cui nascono proposte di organizzazione, progettualità, e altre cose dal nome che sembra tratto da un manuale di economia aziendale , ma anche discorsi teorici, dichiarazioni di militanza cinematografica, un confronto tra diverse idee di cinema. I blog, per quanto strumento di comunicazione sicuramente più avanzato, non mi sembrano il luogo adatto per discussioni di questo tipo. Chi non legge quel blog non troverà una discussione in cui si impegnano, magari, dei suoi blog-beniamini, e in cui magari essi danno il meglio di sé (se tenessi un blog al livello di come commento sarei una blogstar ^^). Queste discussioni dovrebbero inoltre avere, ho pensato, un po' più di visibilità di quella dei commenti, inesorabilmente destinati a tracimare verso il basso mentre il blogger titolare scrive altri post. Essendomi cimentato ultimamente nell'attività di forum administrator, e avendo trovato la cosa più semplice del previsto, propongo un passo indietro, un downgrade, un ritorno al forum. Naturalmente questo forum non cancella né sostituisce i blog da cui (sperabilmente) nascerà; se si incontrerà sufficiente consenso, potrebbe essere un luogo interessante. Be', c'è un forum, discutiamone là. P.S. Se vi piace l'idea, spargete la voce sul vostro blog: non vuole essere il mio forum ma il forum di tutta la comunità dei cinebloggers (e dei loro lettori, anche se probabilmente in misura diversa, con aree riservate eccetera). Avevo pensato di mandare una mail a tutti i cinebloggers che conosco, ma, francamente, siete troppi. domenica, gennaio 16, 2005
Thai days: Last life in the universe
Che piacere vedere un film thailandese che non gioca sull'ingenuità registica e fotografica, sulle campiture di colore vivido, sulla narrazione naif, ma che è invece un prodotto maturo, serio, malinconico, con molte affinità con il cinema giapponese (il riferimento che mi è venuto spontaneamente in mente è Kiyoshi Kurosawa, per quanto manchino i campi lunghi e lo strain horror; la presenza però nel cast di Takashi Miike non può non rimandare ai film appartenenti alla sua vena più lirica), parlato in parte in thai, in parte in inglese e in parte in giapponese, a causa della presenza nel ruolo di protagonista di uno straordinario - ma forse sarebbe il caso di dire ordinario dato l'altissimo livello di tutte le sue interpretazioni - Tadanobu Asano. Fotografato dal sempre più giganteggiante Christopher Doyle, che qui si mette al servizio della storia in modo molto composto. Un eccellente lavoro. sabato, gennaio 15, 2005
Visto oggi: Tokyo Godfathers
Le storie natalizie alla Frank Capra o alla Dickens sono sempre colme di buoni sentimenti, e bisogna sapersi lasciare andare per godersele. Questa christmas carol animata proveniente dal Giappone - pur nei limiti di una trama tanto ad incastro da sembrare un po' forzata - riesce a commuovere in lungo e in largo con i vecchi valori familiari, aiutata da una sceneggiatura che dal ritmo lento dell'inizio arriva alla fine ad essere vorticosissima, quasi da action movie, e dai frequenti intermezzi comici, molto ben riusciti. Semplicemente spettacolari le qualità tecniche dell'animazione, con i personaggi che si muovono con una grazia e un realismo mirabolanti; molto bello il lavoro sui personaggi e l'arguzia autoironica di rendere falsi i loro racconti più strappalacrime. Complessivamente non siamo forse ai livelli di Perfect Blue, ma ci si accontenta molto volentieri. Per procurarselo altra locandina
Semel in anno licet fuffa/casi miei
Supponiamo che il telecomando del vostro videoregistratore non funzioni più. Supponiamo che sia di una marca tanto assurda che non si trovano ricambi. Supponiamo che senza il telecomando il VCR non sia programmabile. Supponiamo che vorrestre poterlo programmare. Supponiamo che troviate in offerta un telecomando universale per TV e VCR. Supponiamo che, a gran sorpresa, la marca misconosciuta del vostro VCR sia dichiarata compatibile sul retro. Supponiamo che lo compriate a caro prezzo. Supponiamo che tornati a casa scopriate che il telecomando è compatibile solo con le TV della vostra misconosciuta marca, e non con i VCR. Supponiamo. giovedì, gennaio 13, 2005
E mi pareva strano/Girellando in videoteca
La cattiva notizia: si parlava del trailer di Gojoe. Ebbene, esce oggi direttamente a noleggio, in sala cicca. La buona notizia: accreditato di 137 minuti, dovrebbe essere la versione uncut, o quasi.
Visto oggi: The Longest Nite
Chi ha incastrato Tony Leung? Non è peraltro un Tony Leung usuale quello che si muove fracassando ossa, torturando e uccidendo in questo film; al suo confronto l'ispettore Callaghan pare un garantista. Figura di poliziotto corrotto come i cineasti di Hong Kong osano mettere in scena solo a Macao, violento, spietato, colluso con le triadi, dà vita a una superba e insospettabile interpretazione, accompagnato da uno straordinario e altrettanto grande Lau Ching-wan in un duello all'ultimo sangue. Duello vano, perché tutto il mondo è governato dal Male e noi non siamo che pedine nelle sue mani, mai crudeli quanto lui. Splendido esempio di cinema "alla To", superiore a molte opere del maestro pur essendo dell'allievo Patrick Yau; il suo difetto può forse essere ravvisato nel "troppo": troppo rotonda la sceneggiatura, troppo insistita l'epica colonna sonora, troppo onnipotente il Male, troppo poco spazio lasciato al caso in questo gioco di scacchi senza scampo. Ma sono inezie. Necessario. Per procurarselo martedì, gennaio 11, 2005
lunedì, gennaio 10, 2005
sabato, gennaio 08, 2005
venerdì, gennaio 07, 2005
Visto oggi - QUIZ
Questo potente superalcolico scatena un forte eretismo psichico, brucia il sistema nervoso e fa partire verso il mondo della violenza e della follia. giovedì, gennaio 06, 2005
Le avventure indiane di Giuseppe Gokachu: Dhoom
Questa versione indiana di Fast and Furious pecca di molte ingenuità, soprattutto sul lato della commedia e sulla meccanica dei "colpi", non sempre stupefacente. Le scene d'azione sono passabili, con l'eccezione della lunga sequenza finale, ben fatta, che risolleva alquanto la valutazione globale del film. Tutto sommato potabile, anche grazie ad alcuni divertenti numeri musicali e alla presenza di un paio di belle ragazze in ruoli di contorno. Ma da questo punto di vista è il pubblico femminile a beneficiare delle maggiori attenzioni, grazie alle presenza di John Abraham (non male neanche come attore, anzi, decisamente sopra la media di questo film).
Visto ieri: The Grudge
Non prendete questa recensione come base per una Per uno spettatore "vergine" potrebbe essere un'esperienza entusiasmante, non so. Vi ricordo comunque che sono comodamente reperibili a noleggio in Italia i due film cinematografici giapponesi, Ju-on the grudge e il seguito. Nonostante la regia sia affidata all'autore dell'originale giapponese (Takashi Shimizu), che il film sia girato in Giappone, negli stessi luoghi eccetera, ho trovato quest'episodio il più debole di tutta la serie. Sarà perché era al 95% riproposizione di sequenze già viste, sarà perché la visione domestica spaventa di più di quella in sala, specie se la sala è gremita da imbecilli, sarà perché gli attori americani (a parte Pullman, che m'è piaciuto) funzionano meno in quelle atmosfere, sarà perché il lavoro sull'audio s'è fatto meno raffinato e astratto, sarà perché comunque per compiacere il gusto americano s'è dovuto ritoccare in peggio il finale, per di più con una citazione di Ring; fatto sta che secondo me è un film piuttosto inutile. Meglio, molto meglio, il quasi plagio Ju-rei. martedì, gennaio 04, 2005
Girellando in edicola
A quelli che la settimana scorsa han preso il numero gratuito chiedo: ma la serie di volumi che esce con Repubblica è paro paro la prestigiosa collana guide rosse del Touring Club? A un quarto del prezzo? Se sì, mi fiondo.
Le avventure indiane di Giuseppe Gokachu: Girlfriend
Nonostante il grande clamore, questo film bollywoodiano di Razdan è un fotoromanzo filmato, con numeri musicali scarsi e in cui l'omosessualità risulta dovuta esclusivamente a ubriachezza intensa oppure a follia causata da maltrattamenti subiti nell'infanzia. Qualche scena di catigato erotismo soft-core. Perdibilissimo (anche se Tanya, la lesbica folle, è niente male. Inevitabile tifare per lei contro la melassa della coppia etero).
Girellando in videoteca
A noleggio si trova questo, che pare non sia altro che questo. Solo per fan hardcore del cinema hongkonghese o degli effetti speciali; comunque sempre meglio di Underworld. domenica, gennaio 02, 2005
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