Il weblog di Gokachu


giovedì, gennaio 27, 2005
Visto ieri: Alexander
Questo film appartiene alla categoria dei film che mai sarei andato a vedere se non fosse per l'esistenza dei blog. Stroncato a man bassa da tutta la critica mondiale e rivalutato dalla cricca dei cineblogger (e da Roberto Escobar, solitario Don Chisciotte dei recensori su carta stampata), mi ha incuriosito e ci sono andato. Ebbene, una volta tanto i giornalisti han ragione. Questo film è un fallimento colossale: fallito in partenza, per il taglio che Stone sceglie di dare alla storia (quello di un re circondato da complotti invece che quello di un condottiero). Così le parti migliori del film, che ci sono, in numero copioso, tra tutte la battaglia in India, vengono diluiti nell'infinito sciabordare di tre ore in cui Alessandro incita ad andare avanti e i suoi generali piagnucolano di fermarsi, incorniciato da un inutile Hopkins che funge da voice-off per riempire i salti narrativi. Purtroppo Colin Farrel non ha il fisico del ruolo né le capacità di rappresentare il grande tormento, la febbre dell'animo che colpisce Alessandro; il risultato, pur ricco di piccole perle - tra cui una ritrovata Jolie, una generosa Rosario Dawson, alcune sequenze di battaglia girate con gusto eterodosso - affonda implacabilmente, e la cosa triste è che lo si intuisce già dopo cinque minuti. E non è neanche "un fallimento grandioso che supera, eccome! i successi degli altri", come spera Stone per bocca del vecchio Tolomeo. Noi qui, comunque, a Stone si continua a voler bene.

Una piccola nota di costume: una critica che ho sentito più volte, buon ultimo da Alberto Crespi su FilmTv, riguarda "l'inverosomiglianza storica" con cui, nelle varie cartine mostrate durante il film, i nomi siano in inglese e non in greco. Su questo Stone ha ragionissima. In primis, non si capisce perché si accetti placidamente che i macedoni parlino in inglese (e noi si accetti che parlino in inglese ma i suoni escano in italiano), mentre invece sulle scritte ci si inalbera. Sarà questione di convenzioni, no? Testoni. In secundis, lo stesso Stone dichiara la convenzione nei titoli di testa, per i minus habens che si potrebbero inalberare, quando i nomi scritti in greco traslitterano in inglese, ALEXANDROS diventa ALEXANDER, STONE diventa STONE e così via. Ocché c'avete il prosciutto sugli occhi e la muffa nel cervello?