Il weblog di Gokachu


lunedì, gennaio 27, 2003

Contro "La vita è bella"
Nella Giornata della Memoria vado a recuperare un mio vecchio intervento sul forum di Aldo Grasso:

Caro Grasso, visto che gli interventi pro e contro "la vita è bella" continuano, manifesto anche la mia opinione, per quanto datata al tempo dell'uscita del film. Fin d'allora ho trovato il film sopravvalutato (mi ricordo l'appello di Cecchi Paone al Maurizio Costanzo Show che invitava gli spettatori ad andare a vedere il capolavoro, nonché la nomination di Benigni alla regia (!) agli Oscar), ma soprattutto inopportuno. Il cuore del dramma dei campi di concentramento non è la morte, ma è la perdita della propria dignità umana. La cosa che rende terribile quell'esperienza non è l'uccisione di milioni di uomini da parte di malvagi aguzzini, ma il fatto che nei campi di concentramento le persone diventassero non-persone, e si badi non nella considerazione dei nazisti ma nella loro stessa considerazione. Il campo di concentramento si reggeva grazie anche alla collaborazione dei prigionieri. L'universo concentrazionario è osceno perché possibile anche senza la presenza esterna delle SS, ed è questo oscuro senso di colpa che ha afflitto le coscienze dei salvati, dei sopravissuti. E' la indotta mancanza di solidarietà delle vittime (a parte ovviamente le eccezioni) che rende così grande la tragedia. Ridurre questi fatti a un semplice sterminio come tanti se ne è visti nella storia mi sembra falsificante; la cosa che mi pare inopportuna ne "La vita è bella" è il fatto che si sarebbe potuta raccontare la stessa favola ambientandola in centinaia di altre situazioni storiche. Il campo di concentramento che si vede nel film non solo è falso per quel che si vede (gente pasciuta, bambini nascosti, tranquille passeggiate), ma per quello che sottintende. E se di una cosa non sento davvero il bisogno è di vedere un campo di concentramento fasullo sul grande (piccolo) schermo.