Il weblog di Gokachu |
lunedì, gennaio 13, 2003
Grandi bluff: il cinefilo Girando, vedendo gente, muovendomi e facendo cose mi imbatto a volte nel tipo umano che vorrebbe essere un cinefilo ma non lo è. A suo uso e consumo pubblico questa piccola guida, così che pur conoscendo molto poco gli sia permesso atteggiarsi con arroganza ed esprimere pareri saccenti, due comfort a cui al giorno d'oggi nessuno può rinunciare. 1) Prendere posizione Kubrick è così universalmente ritenuto un genio che non fa molto "esperto di cinema" esserne un estimatore, anzi. Cosa troppo comune per noi snob! Pasolini è già meglio, ma diciamo che fa parte delle elementari del cinefilo. Dryer ancora meglio, ma a chi vuole una patente da cinefilo doc (dio ce ne scampi e liberi), consiglio di stimare un autore di cinema muto (l'espressionismo tedesco è un po' sputtanato, io andrei su Erich von Stroheim), oppure una cinematografia emarginata in occidente (e qui escluderei assolutamente il cinema iraniano, sputtanatissimo. Consiglierei invece il cinema coreano, così difficile da vedere). Questa scelta è molto economica, perché in realtà basta che abbiate letto qualcosa al riguardo per sostenere di aver visto decine e decine di film senza tema di smentite. Per una cinefilia più snob si può andare sulla rivalutazione del cinema italiano anni '70, con la Fenech e la Rizzoli, ma ancor meglio su quello di Neri Parenti e dei Vanzina, non accodandosi supinamente a Kezich ma incensandolo come il vero cinema, il cuore dell'arte. Questa scelta è consigliabile solo ai più duri e determinati: sarete oggetto di molti attacchi, e dovrete dimostrare di conoscere i film molto bene perché il vostro uditorio li ha visti. 2) Scegliersi un avversario L'onnivoria alla Ghezzi non è apprezzata, bisogna anche odiare qualcosa visceralmente per essere dei veri cinefili. Più grosso il bersaglio, meglio è. Se si vuole puntare in alto, andrei su Kubrick: "Ma che Kubrick e Kubrick, un regista freddo come la morte, cerebrale e asfittico! Avete invece visto Friend di Kwak Kyung-taek?" Può però essere difficile da reggere, perché tutti vi daranno addosso. Meglio qualcosa di più abbordabile, tipo chessò, Kieslowski, o se la vostra platea è di così infimo livello cinefilo che manco lo conosce, Spielberg. Vi toccherà ammettere la sua alta qualità tecnica, ma potrete sempre accusarlo di fascismo. 3) Usare termini tecnici Niente è più facile che intimidire l'uditorio usando termini tecnici con disinvoltura. Parlate sempre di "macchina" e mai di "cinepresa". Se qualcuno osa dire "telecamera" guardatelo con uno sguardo pieno di compatimento. Discutete i film parlando del montaggio e dei movimenti di macchina; sciorinate "piano sequenza", "stacco", "panoramica", "carrello", "dolly", "close-up", "piano americano" come se piovesse. Probabilmente l'interlocutore vi capirà, ma si guarderà dal controbattere non possedendo il lessico necessario. 4) Parlate male del pubblico dei cinema Chiacchierano, mangiano popcorn, leggono ad alta voce i titoli di testa imitando le presentazioni di Canale 5, dicono bestialità assolute, si alzano durante i titoli di coda e vi passeggiano davanti. Riempiono le sale per "Natale sul Nilo" e le disertano per "Il figlio". Gli argomenti non mancano, siate cattivi, cinici, e snob. 5) Parlate male dei proiezionisti Sfuocano il film, non seguono la proiezione, fumano sigarette invece di prestare attenzione a cosa succede in sala. Lasciate intuire che il formato dvd, grazie alla presenza della colonna sonora in lingua, vi sembra sempre più una valida alternativa alla sala ma che questo vi infonde un po' di romantica malinconia.
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