Il weblog di Gokachu


mercoledì, maggio 21, 2003

Le stupefacenti avventure di Gokachu: Cat Power
Capita che Gokachu conosca Cat Power da poco, grazie a FFWD. Capita che la stessa Cat Power faccia un concerto a Firenze. Capita che Gokachu ci vada. L'inizio del concerto è previsto per le 22:30. Gokachu spera cominci in orario, perché l'ultimo treno per Pisa è alle 00:30. Così non è: lo spettacolo di teatro danza che lo precede straborda, tracima i tempi, e si entra alle 23:05. Ancora si sentono musiche da camera e alti lai dalla stanza accanto: lo spettacolo non è finito. Esauritosi, 4 figuri entrano immediatamente nella sala, alle 23:12. Però, professionali. Cominciano a intonare una canzone che Gokachu non riconosce. Ma non era il Be Free tour? Gokachu dava per scontato che avrebbe sentito canzoni dall'unico album in suo possesso. Così non è: mentre le canzoni si inanellano, Gokachu non ne riconosce neanche una. Non riconosce neanche lo stile, e neanche la cantante. Ma Cat Power non era bruna? Boh. Alle 23:45 il concerto finisce, e inizia lo sconcerto. Fischi e applausi perché rientrino, ma niente. Il dubbio comincia a serpeggiare nella sala: che fosse il gruppo di spalla? Eh si, pensa Gokachu, certo! La sicurezza arriva quando si vedono in tecnici montare nuovi strumenti sul palco. Gokachu ci tiene a precisare, non è stato l'unico in sala a prendere lucciole per lanterne. probabilmente la metà del pubblico non ha mai neanche sentito una singola canzone di Cat Power, ma siamo a Fabbrica Europa, il concerto costava solo 10 euro, e la sala è piena. Il concerto vero comincia a mezzanotte. Gokachu rinuncia ad ogni vellità per il treno delle 0:30 e si rassegna a quello delle 4:30. Ecco, iniziano. Le canzoni sono proprio quelle dell'ultimo disco. Cat Power è facimente riconoscibile per via della frangetta che le nasconde gli occhi. Ci siamo. ma qualcosa non va. La cantante a più riprese, con fare scherzoso ma non si sa quanto, si lamenta del chitarrista, che secondo lei dovrebbe suonare "louder". Sei il chitarrista rock, accidenti, dice. Dovresti tirare cazzotti e non cullare. Invece sei tranquillo e lo fai apposta. Il chitarrista non reagisce molto, alza semplicemente il volume. Dopo una quarantina di minuti, Cat Power manda via la band. Meglio soli che male accompagnati, dice qualcuno in sala. Eccola cimentarsi con piano e voce, ecco l'inizio dello psicodramma. Si interrompe in continuazione: così non va, scusate, sono un sucking ass. Vorrei cantare canzoni che vi fanno sentire come quando siete innamorati, se non riesco a farlo non significa niente. Ci prova e ci riprova. Comincia con una canzone e si interrompe. Arpeggia al piano, parte con un altra. Beve whisky, vino, fuma, si dondola sullo sgabello. Dopo una mezz'ora rinucia al piano e parte con la chitarra. Chitarra e voce. Anche qui non ce la fa. "I am sorry", dice tra un tentativo e l'altro. Si mette le mani sulla faccia. Un ragazzo sale sul palco e le dà un foglio che lei forse neanche guarda. Tentativi, "I am horrible", "I am a sucking ass", "This was the worst". Dopo molto, torna la band. Supportata, e evidentemente resasi conto che il chitarrista non aveva colpe, un po' si riprende. Il finale, cantato seduta tra il pubblico, senza neanche uno stridio per effetto Larsen, è emozionante. I responsabili di Fabbrica Europa intervengono e fan chiudere in tutta fretta: han ragione, hanno degli orari, e sono le 2:40. Il concerto, supporters inclusi, è durato 3 ore e 40. Gokachu origlia un membro dello staff tecnico che dice "She got emotive tonight, I don't know why". Gokachu pensa: le ha preso male l'hashish. Pensa anche: non è stato male però. Gokachu ha avuto dei flash di Janis Joplin durante il concerto. La totale mancanza di mestiere, la totale incapacità di lavorare di conserva anche in una giornata non buona, lo ha colpito. E' stato molto imperfetto, ma non se lo scorderà facilmente. Decide di procurarsi Moon Pix. Lo sta ascoltando ora.


P.S. Di un'altra data del tour italiano di Cat Power parlano anche Inkiostro e Polaroid.