(ri)Visto ieri Tetsuo II, di Shinya Tsukamoto, 1991. Il seguito di Tetsuo è notoriamente inferiore all'originale, eppure è anch'esso pieno di scene memorabili (in particolare la rievocazione dell'omicidio dei genitori, verso il finale). Girato a colori, ma con un uso del colore che non fa rimpiangere il bianco e nero dell'originale (tanto che molte scene sono semplicemente monocrome), meno sperimentale, con una trama più facilmente comprensibile, più dialoghi, innestato nello sconvolgimento di una famiglia felice e non di una coppia depravata come nel primo film, è un oggetto meno alieno, più collegato al cinema di genere (yakuza movie, fantascienza di serie B, western all'italiana). Merita un'occhiata.