Il weblog di Gokachu


mercoledì, giugno 25, 2003

Visto oggi
I Sigur Rós, dal vivo, assomigliano ai Múm. Sono più ricchi, si vede subito: hanno un quartetto d'archi ad accompagnarli, e uno schermo gigante per effettuare proiezioni. Ma hanno lo stesso atteggiamento dimesso e umile, forse anche di più. Non parlano, suonano e basta. Non hanno atteggiamenti divistici. Se nei Múm comunque la coppia di gemelle aveva una certa centralità, qui il cantante molto spesso non fronteggia il pubblico ma canta di profilo, defilato. Spesso al centro della scena non c'è nessuno, solo le luci che illuminano il vuoto. Insomma, mandano un messaggio chiaro, sul palco: noi non siamo importanti, non è il nostro spettacolo. Non ammiccheremo suonando la chitarra, non lanceremo proclami politici da qui. E' lo spettacolo della nostra musica. E che musica. Durante i primi due pezzi sono rimasto praticamente senza fiato; mi sono ripreso rimanendo in un dolce deliquio per le quasi due ore di concerto. Gli strumenti sono tradizionali, tastiera chitarra basso e batteria, anche se a volte vengono utilizzati in modo originale: la chitarra viene spesso suonata con l'archetto, e il basso viene suonato anche con una bacchetta da batteria. A volte si aggiungono strumenti a fiato o xilofoni, ma tutto molto discretamente. Il pubblico apprezza. Domani si replica a Villa Arconati.