Il weblog di Gokachu


martedì, luglio 22, 2003

Cronache pisane: Rebeldia
A Pisa a lungo, per quasi dieci anni, c'è stato un centro sociale, un centro sociale storico. Si chiamava Macchia Nera, è chiuso dal 1997. Si è prima afflosciato sotto l'urto degli spacciatori che lo infestavano e poi è stato incendiato dolosamente, con chiusura annessa in quanto pericolante. Era un buon centro sociale, di quelli che piacciono a me, di quelli che entri dentro a torso nudo oppure in smoking e nessuno ti getta uno sguardo uno. Un posto dove nessuno ti considera, dove diventi invisibile, dove puoi farti i cazzi tuoi in libertà, e dove c'è della musica ed alcool a buon mercato (e magari qualche iniziativa culturale). Ci andavo spesso. C'è un altro centro sociale a Pisa, che si chiama Newroz, tutt'ora in attività. Non ci vado mai. Non mi piace la musica, non stravedo per la gente e non ho la sensazione di poter fare i cazzi miei. E qui veniamo al centro sociale che è stato sgomberato sabato dopo meno di due mesi di occupazione. Si chiamava Rebeldia (con tutto che sono anni che non ne posso più del filochapatismo, dei convegni sul Chiapas e del turismo politico in Messico); era in un locale molto grande di proprietà dell'Università con annesso "giardino" (asfaltato) ; non mi sembrava di potermi fare i cazzi miei liberamente; la musica praticamente non c'era; ma era un florilegio di attività culturali. Certo, è normale all'inizio, i centri sociali cominciano sempre così e poi finiscono per vendere solo birra e raccogliere fumatori di hashish. Però qui si parla di quasi un'attività al giorno, in una città che non ne è molto ricca. Tra le cose che mi sono piaciute, uno spettacolo di teatro danza che purtroppo non riesco a citare e lo spettacolo di Canio Loguercio, "Indifferentemente", presentato il giorno prima dello sgombero. Il fatidico sabato era in programma un concerto da me a lungo atteso, ovvero quello degli One Dimensional Man: lo sgombero l'ha fatto saltare (l'han fatto lo stesso, alla festa di Liberazione in un paese vicino, ma non son riuscito a trovare in tempo i mezzi per andarci ). Se non fosse stato sgomberato, col cavolo che avrei visto, lo stesso giorno, quel vecchietto di Lou Reed, che deve essere un tipo interessante per chiaccherarci ma che potrebbe anche piantarla di suonare. Avrei 20 euro in più e sarei un uomo più felice. Insomma, una prece, e un cordiale vaffanculo al senato accademico, che invece di moltiplicare le occasioni di vita culturale in città fa del suo meglio per reprimerle. Complimentoni.

P.S. Recuperato il titolo dello spettacolo di teatro danza visto al Rebeldia: trattavasi di "Invisibili attimi" di Andrea Omezzoli.