Il weblog di Gokachu


martedì, luglio 22, 2003

Visto oggi
Non c'è una band italiana che al momento mi interessi quanto i Giardini di Mirò, né tra le giovani promesse né tra i vecchi babbioni. Per questo mi sono precipitato a Firenze, dove con una piccola folla, di cui più di metà capitata lì per caso, li ho visti dal vivo (ingresso gratuito alla festa dell'Unità). Sono apparsi in formazione tipo, senza le aggiunte che pur mi aspettavo avendo letto dei resoconti: due chitarre, basso, batteria, tastiere e voce, per un totale di sei elementi, ognuno apparentemente dedito ad un tipo diverso di tossicodipendenza (a occhio direi hashish il cantante, cocaina il tastierista, alcool il batterista, non identificati gli altri). Hanno suonato molti pezzi dal nuovo album (forse tutti, non li ho contati) e alcuni dal precedente. Forse per motivi affettivi, ho preferito i pezzi strumentali (ne han fatti quattro se ho contato bene); quello che è il mio pezzo cantato preferito, Pet Life Saver, non mi ha dato le emozioni della versione da studio (Given Ground al contrario ha funzionato benissimo). Dei pezzi strumentali, e soprattutto delle esplosioni post-rock, invece, sono rimasto molto soddisfatto. Il pubblico non mi è sembrato particolarmente entusiasta, ma, come detto, probabilmente era per almeno la metà lì per caso. Un appunto: non basta essere la mia band italiana preferita e non far pagare il biglietto per iniziare il concerto con novanta minuti di ritardo senza che ne resti infastidito.