Il weblog di Gokachu |
mercoledì, settembre 10, 2003
Visto oggi E' difficile commentare Buongiorno, notte in questi giorni. Le polemiche abbondano, gli amministratori delegati di Rai Cinema vaneggiano, i Ferrara esaltano, i Monicelli minimizzano, i Bellocchio si rendono spocchiosi e antipatici e tutti ne parlano benissimo, capolavoro. Per cui andiamoci cauti. Innanzitutto, un bruto giudizio di valore: davvero niente male, commovente a tratti, uso manipolatorio ma efficente della colonna sonora, regia indagatrice che scruta vicinissima i personaggi. Da vedere. Capolavoro? Mah, così, su due piedi, non mi sembra. Certo, il film è trascinante, con gli spezzoni televisivi che spesso hanno più forza delle immagini girate da Bellocchio (in particolare i discorsi di Lama e di Andreotti subito dopo il rapimento sono di grande forza, di una forza a cui la politica odierna ormai ci ha disabituato), con la volgarità che comincia a fare capolino ma è ancora minoritaria. E vincente è l'idea di affidare il nostro sguardo alla pietosa Chiara, che vota contro l'esecuzione di Moro e che lo sogna libero per le strade di Roma, che legge le sue lettere alla moglie e le trova belle come quelle dei condannati a morte della Resistenza. Però ci sono dei momenti in cui la forza del film si allenta, in cui perde colpi, in cui si incarta; inoltre, per quanto prima di vederlo mi sembrasse una blanda scusa dei giurati italiani, il lavoro di Bellocchio può dare il suo meglio solo se lo spettatore è in grado di integrarlo con il proprio immaginario di quegli anni, o con le proprie memorie se lo ha vissuto. Solo lo spettatore italiano può piangere sul fatto che Moro non è stato liberato, perché la sua vita sarebbe diversa ora e qui; solo lo spettatore italiano può guardare con struggimento le immagini di Moro libero e provare quasi le stesse emozioni del finale de La 25a ora: "All of you came so close to never happening. This life came so close to never happening". Insomma, un bel film, ma non mi stupirei affatto se a Venezia di film migliori di questo ce ne fossero, soprattutto agli occhi di un giurato straniero. E, sotto sotto, me lo auguro.
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