Il weblog di Gokachu


giovedì, novembre 20, 2003
Visto ieri
Matrix revolutions, di Andy e Larry Wachowski, 2003. Con deciso ritardo ho visto la conclusione della trilogia di Matrix, che mi era stata annunciata a più riprese come una boiata infame e quindi non mi ha deluso. Degna conclusione della trilogia. Matrix 1 nasceva già estremamente imperfetto, diviso tra la sua anima di pensoso racconto cyberpunk e action puro; di fatto dopo un primo tempo che lasciava sperare in qualche cosa di dannatamente buono, si scivolava verso l'action estremamente spettacolare, con la non piccola scusante di esserlo in modo innovativo e contaminato, di ricorrere ai migliori specialisti hongkonghesi del genere dando a loro disposizione un budget enorme, e di diventare immediatamente un'icona e un punto di riferimento per i film d'azione di tutto il mondo. Sacrificando del tutto il cyberpunk e concendendosi delle ingenuità di sceneggiatura imperdonabili, sprecando dell'ottimo materiale (il tradimento di Cypher avrebbe potuto essere trattato in modo potente e filosoficamente imbarazzante, invece di come lo è stato) in maniera poco assennata, ma comunque producendo qualcosa di "mai visto". Matrix Reloaded invece segnava il passo: mentre il substrato pseudofilosofico riceveva linfa in extremis, nel dialogo con l'architetto, erano le scene d'azione a essere deludenti, tranne un paio; e tutto gli si poteva perdonare tranne questo, al sequel di Matrix. In Revolutions cosa abbiamo? Abbiamo che il risollevamento finale delle ambizioni cyberpunk che si era visto in Reloaded viene abbandonato in cambio di cazzotti e polvere da sparo. L'azione c'è ed è tutto sommato molto godibile anche se con un imperdonabile difetto: non è quella che ci aspettiamo da Matrix. A un combattimento iniziale pallida replica di quello tra le colonne del primo Matrix e alla liquidazione dei personaggi del Merovingio e dell'Architetto fanno fronte una lunga battaglia tra seppie e umani muniti di esoscheletri molto ben fatta anche se un po' monotona nello sviluppo, che però sarebbe stata molto meglio in uno Star Wars episode XX, una rappresentazione della città delle macchine Zero-One di indubbio impatto visivo e un combattimento finale tra Neo e Smith, che sicuramente ha dei motivi di interesse e in qualche modo ci riporta alle origini della rappresentazione action della serie ma è l'unico episodio nell'intero film a farlo (tranne le gesta di Seraph, purtroppo per poco tempo sullo schermo). I lati positivi vengono gettati alle ortiche con una sceneggiatura e dei dialoghi davvero fiacchi: all'ennesima (e definitiva) morte di Trinity nessuno può versare una lacrima, dopo tutto il loro mieloso discutere d'amore; le riunioni del Consiglio di Zion ricordano (nel male e solo in quello) le assembleari noie degli ultimi Star Wars, e l'Oracolo diventa davvero insopportabile coi suoi biscottini. In conclusione questo terzo episodio scrive davvero la parola fine su un tentativo che specie nel primo tempo del primo episodio aveva davvero lasciato sperare, impoverendo definitivamente un luogo mitico e cinematografico abitato dall'ottimo Animatrix ma ormai senza speranza.