Visto l'altro ieri Le invasioni barbariche, di Denys Arcand, 2003. Un film di sceneggiatura, con lunghi brillanti dialoghi e una certa monotematicità registica, dall'assunto ambiguo, che ho il sospetto essere un lungo canto d'amore del regista per se stesso. Umorismo e morte in un'opera cerebrale e per molti versi interessante che nella sua letterarietà è quasi l'esatto contrario di ciò che cerco nella forma d'arte chiamata cinema. Bene gli attori, anche se desta un certo stupore la palma d'oro assegnata a Marie-Josée Croze: non per fare il larsvontrieriano, ma come preferirla alla Nicole Kidman di Dogville? Il gigionesco Remy Girard strafà ma lo si può perdonare. Lacrime e risate a volte sono un po' meccanici. In estrema sintesi, sei e mezzo.