Il weblog di Gokachu


martedì, gennaio 13, 2004
Kill Bill: non c'è due senza tre
la terza visione dell'ultimo film di Tarantino, per una volta perfettamente a fuoco e in versione originale (courtsey del Ciname Arsenale) riserva alcune sorprese. Va detto che ormai conosco la sceneggiatura a memoria e quindi l'effetto dell'immagine prevale fortemente su quello della trama, ma mi sembra che in inglese il film ci guadagni parecchio. La scena iniziale funziona meglio, e funzionava già alla grande; il fatto è che la voce di Bill in inglese è strisciante, alligna, fa venire i brividi, in italiano no. La scena con lo sceriffo texano, già molto buona, è ancora migliore, complice lo strascicato accento texano suo e del figlio numero uno. A questa terza visione il primo tempo mi sembra molto buono, complici i colori mozzafiato; i guai cominciano col viaggio ad Okinawa, anche se sentire la voce di Sonny Chiba sia diverso dal sentire un doppiatore che finge l'accento giapponese. Nel secondo tempo, fatta salva la strepitosa Go-Go Yubara, vedo molti difetti; in primis la scena del combattimento con gli ottantotto folli, per quanto molto ben coreografata, rompe alquanto il ritmo dopo Go-Go, ed è una pessima introduzione al combattimento, molto più statico, con O-ren. Tutto sommato l'avrei sacrificata. Il combattimento con O-ren soffre della contrapposizione; e tutto sommato, benché sia piaciuto moltissimo a moltissimi, non è granché. Soprattutto Lucy Liu non mi sembra all'altezza fisica della situazione con i suoi passettini e i movimenti un po' goffi; eppure in Charlie's Angels era un peperino mica da ridere. La sua voce è comunque meglio di quella della doppiatrice, e la decapitazione di Tanaka ci guadagna.
Resta l'ultima prova d'appello, quella della versione giapponese. Speriamo arrivi presto.