Il weblog di Gokachu |
sabato, aprile 24, 2004
Kill Bill: l'antefatto
Vi confesso che la visione di Kill Bill Vol. 2 in immediata successione al Vol. 1 mi ha lasciato perplesso, confuso, e con un'idea poco chiara del film. Mentre rimugino ancora un po' prima di esprimere un giudizio, copio e incollo le mie opinioni sul primo volume, nel caso ve le siate dimenticate, non abbiate voglia di ravanare negli archivi e per qualche strano motivo vi interessino. L'ho visto forse otto volte, ma solo delle prime tre visioni ho lasciato traccia. Prima visione Probabilmente non è una buona idea scrivere a caldo su Kill Bill, ma eccoci. Sono perplesso. Il film contiene tantissime cose di cui vado pazzo: anime giapponesi, duelli all'arma bianca, ragazzine assassine, dialoghi salaci (non tantissimi a dire il vero), coreografie di lotta curatissime, trama non lineare, il Giappone medievale, stragi alla Peckimpah, la Yakuza, citazioni a gogò. Moltissimi bei momenti, su tutti il combattimento con Go Go Yubari, che sembra uscito dalle pagine di un manga, e la parte animata sulle origini di O-ren Ishii, realizzata dai tipi della Production IG (Jin-Roh, Ghost in the Shell, Blood: the Last Vampire, Patlabor, etcetc). Eppure l'insieme mi ha lasciato freddino, quasi fosse un altissimo esercizio di stile con poca ciccia, e rispetto ad alcuni suoi evidenti modelli mi sembra che ne colga la forma e l'essenza ma non l'anima, né ne aggiunga una propria. Be', avrò modo di ripensarci, lo rivedrò al cinema, mi procurerò il dvd, lo analizzerò atomo per atomo, ne discuterò nei commenti (se a qualcuno andrà di farlo) e magari cambierò idea. Dopotutto non sarebbe la prima volta: per esempio alla prima visione di Cuore Selvaggio ero più o meno nello stato d'animo in cui sono ora, e alla seconda visione me ne sono innamorato. Speriamo. E poi c'è sempre la versione per il Giappone, quella intera, quella senza sequenze in bianco e nero, quella dove la Sposa non minaccia soltanto torture ma le compie... magari l'anima se ne è andata là, nei fotogrammi eliminati e nel colore dilavato, chissà. seconda visione Alla seconda visione Kill Bill non migliora, come speravo, anzi. L'unico motivo per cui potrebbe valer la pena di rivederlo è la scena del combattimento con gli 88 folli, che è così frenetico che qualche dettaglio si perde per forza la prima volta. Ancora meglio sarà nella versione giapponese (a colori). Go Go Yubari cala come personaggio (troppo breve la sua apparizione per chi lo rivede), mentre l'anime galleggia sempre su livelli d'eccellenza, soprattutto per la violenza della regia, per la macchina che si muove come un'occhio inquieto e affamato, sorpreso anch'esso dai rapidi movimenti di O-Ren. Magari anche il film fosse così: i sofisticati movimenti di macchina nella Casa delle Foglie Blu emergono alla coscienza in tutto il loro splendore, ma restano freddi. Nonostante tutto non mi risparmierò una terza visione. terza visione Terza visione dell'ultimo film di Tarantino, per una volta perfettamente a fuoco e in versione originale (courtsey del Cinema Arsenale) riserva alcune sorprese. Va detto che ormai conosco la sceneggiatura a memoria e quindi l'effetto dell'immagine prevale fortemente su quello della trama, ma mi sembra che in inglese il film ci guadagni parecchio. La scena iniziale funziona meglio, e funzionava già alla grande; il fatto è che la voce di Bill in inglese è strisciante, alligna, fa venire i brividi, in italiano no. La scena con lo sceriffo texano, già molto buona, è ancora migliore, complice lo strascicato accento texano suo e del figlio numero uno. A questa terza visione il primo tempo mi sembra molto buono, complici i colori mozzafiato; i guai cominciano col viaggio ad Okinawa, anche se sentire la voce di Sonny Chiba sia diverso dal sentire un doppiatore che finge l'accento giapponese. Nel secondo tempo, fatta salva la strepitosa Go-Go Yubara, vedo molti difetti; in primis la scena del combattimento con gli ottantotto folli, per quanto molto ben coreografata, rompe alquanto il ritmo dopo Go-Go, ed è una pessima introduzione al combattimento, molto più statico, con O-ren. Tutto sommato l'avrei sacrificata. Il combattimento con O-ren soffre della contrapposizione; e tutto sommato, benché sia piaciuto moltissimo a moltissimi, non è granché. Soprattutto Lucy Liu non mi sembra all'altezza fisica della situazione con i suoi passettini e i movimenti un po' goffi; eppure in Charlie's Angels era un peperino mica da ridere. La sua voce è comunque meglio di quella della doppiatrice, e la decapitazione di Tanaka ci guadagna. Resta l'ultima prova d'appello, quella della versione giapponese. Speriamo arrivi presto. nota conclusiva Ridendo e scherzando, la versione giapponese ancora non l'ho vista.
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