Il weblog di Gokachu


giovedì, maggio 13, 2004
Visto ieri: Dopo mezzanotte
Ce ne vuole di sforzo per farmi vedere un film italiano; le recensioni molto schierate alla fine mi hanno convinto. Comincia male, molto male il film di Ferrario: un'inquadratura lirica di pulviscolo colpito da un raggio di luce, la voce di Silvio Orlando fuori campo (non sono l'unico a trovarlo insopportabile) che metaparla di storie. Dopo dieci minuti, sono evidenti i difetti tipici "da film italiano": recitazione troppo gesticolata, attori con voci non molto educate, inquadrature un po' televisive. Ci si aspetta la solita storia giovanile di cui non se ne può più da un bel po'. Invece dopo poco, il film mostra il suo vero volto, e nonostante i suoi difetti (mica Silvio Orlando si sta zitto eh) diventa un piccolo, delicato e delizioso film sul cinema e sulla cinefilia, e Martino è un personaggio in cui ogni appassionato si riconoscerà un pochetto. Ad aiutare il film in questo percorso sono soprattutto due elementi: in primo luogo le musiche, che acquistano un ruolo molto particolare con le loro sonorità bandistiche e contrappuntano il film dandogli una patina di surrealismo interessante, e in secondo luogo i tempi e i ritmi con cui vengono porte le battute, con cui si sviluppano le gag, con cui si snodano gli avvenimenti, con cui partono i carrelli, che sono tempi perfetti, non a caso da cinema muto, e che dicono molto sulle capacità del regista. Molte sono le analogie con The Dreamers; mentre il secondo stravince sull'aspetto visivo e tecnico, alla fine posso dire che Dopo mezzanotte è un film migliore, più compiuto, anche se certamente meno ambizioso e più leggero. Non un film indispensabile, ma da vedere.