Il weblog di Gokachu |
mercoledì, luglio 07, 2004
Visto oggi: Samaria
Chi dopo Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera aveva temuto che Kim Ki-duk si vendesse al mercato occidentale, snaturando la propria arte e addomesticando il suo cinema, si tranquillizzi: l'ultimo film del regista coreano, recente Orso d'Argento alla Berlinale, è una pellicola che probabilmente non verrà mai distribuita nelle nostre sale. Le tematiche di partenza infatti farebbero rizzare i capelli in testa a varie organizzazioni benpensanti: nelle prime sequenze viene mostrata una vicenda di prostituzione minorile in cui non c'è sfruttamento e in cui al contrario la baby-prostituta sembra assai contenta di quel che fa. Non che la cosa si risolva in un quadretto idilliaco, anzi, essendo un film di Kim ci sarà da soffrire e tanto; tuttavia questo sguardo non omologato sulla pedofilia e la prostituzione sicuramente non piacerà ai censori. Si tratta di un ennesimo viaggio nella perdizione e nella redenzione; le due cose non sono necessariamente distinte nel tempo, come in Peai... eap, però mi sembra che sia in corso un mutamento di tiro, un cambio di indirizzo nella poetica del nostro, un passaggio dall'analisi anche politica di un paese dilaniato a quella dei singoli animi, studiati più con interesse direi spirituale e religioso che sociologico. Dopo Coast Guard, estremo punto di denuncia della follia della dimezzata società coreana, il tema torna meno geograficamente delimitato (non che lavori come Address Unknown non siano comunque, nel loro essere fortemente localizzati, universali). Il film è sottilmente insoddisfacente, come trovo quasi tutti i lavori del nostro; in particolare a un inizio "catastrofico" davvero notevole e un finale metaforico di grande bellezza si contrappone una parte centrale di cui per qualche motivo non sono del tutto contento, che probabilmente avrebbe tratto vantaggio da una maggiore brevità o da un'esposizione più varia. Ma per quanto imperfetto (l'unico suo che mi abbia dato l'impressione di una rotonda perfezione è il solito Bad Guy) è un film prezioso, profondo, commovente, con alcune sequenze che sembrano davvero toccare l'anima e farla dolere. Questo è il cinema che amiamo. Da non perdere.
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