Il weblog di Gokachu


martedì, novembre 02, 2004
Prime impressioni: House of flying daggers
Ho avuto una visione disturbata quindi posso sbagliare nel giudizio (ma una seconda visione rimedierà); a prima vista House of flying daggers è un passo in là rispetto Hero. Zhang Yimou mette da parte una certa pretenziosità che aveva contrassegnato il lavoro precedente, soprattutto in fase di sceneggiatura, e affronta questo lavoro come un prodotto d'intrattenimento puro, o quasi.
Ancora non riesce a muovere i suoi personaggi come se fossero di carne e sangue e non pupazzi di pezza, ma qualcosa in più in questo senso c'è, specie con Andy Lau e il suo sorriso beffardo, presente purtroppo -il sorriso- solo all'inizio (gli attori sono comunque, tutti, sprecati anche qui).
La grandeur visiva si sposta leggermente dalla fotografia (comunque notevolissima, dell'esordiente Zhao Xiao-ding) ai costumi, meravigliosi, nella parte iniziale di una magnificenza più che bolliwoodiana. Emi Wada ha lavorato ai costumi di Ran e qui ci dà dentro con altrettanto vigore ed eleganza.
Le scene di combattimento sono meno statiche rispetto a quelle di Hero, raccontano qualcosa e non sono una rappresentazione di battaglia scolpita nel marmo; senza arrivare ad apprezzarle grandemente (troppo ralenti, troppi effetti speciali), non sono niente male. La simbologia e il gioco dei colori restano, ma sono più sommessi e meno esibiti; tutto sommato l'assenza di Doyle paradossalmente migliora il prodotto, lo rende meno kitsch, per quanto lo sia comunque, complici diverse sequenze ricche di effetti digitali e alcuni movimenti di macchina avvolgenti e vorticosi.

Ma i difetti si sopportano con leggerezza (cosa che con Hero non avveniva) e l'occhio gode.
Per procurarselo