Il weblog di Gokachu


sabato, novembre 20, 2004
(ri)Visto oggi: Manhunter
Ho sempre odiato le recensioni saputelle che parlano di un film a partire dal libro da cui è tratto. Mi viene sempre da pensare: "Embé?". Ebbene, questa è proprio una di quelle recensioni, e per di più il libro me lo ricordo approssimativamente, quindi cercheremo di farla breve.

Secondo un tale che viene intervistato negli extra del DVD, il film è stato intitolato Manhunter e non Red dragon come il libro da cui è tratto perché si temeva fosse preso per un b-movie di arti marziali. Ebbene, la scelta del titolo è davvero azzeccata per descrivere in una sola parola il film; e ne descrive anche il limite principale, considerandolo dal punto di vista del libro.

Nel romanzo, a mio parere in assoluto il migliore di Thomas Harris, due grandissimi personaggi vengono contrapposti: Will Graham, l'investigatore che si immerge nella mente dell'assassino, il detective potenziale psicopatico, il cacciatore di pazzi, e Francis Dolarhyde, il Drago Rosso, il serial killer, il personaggio che dà il titolo al libro. Nel film il secondo è quasi assente: si perde del tutto la sua grandezza mitologica, si perde il flashback sul suo passato, si perde prima l'indicibile orrore e poi la dolorosa compassione che proviamo per lui, si perde il lancinante desiderio, alla fine, quando sembra aver trovato una stabilità grazie all'amica cieca, il lancinante desiderio del lettore che Dolarhyde NON venga catturato, che viva felice per sempre libero e senza commettere più crimini. La grandezza di Red dragon (romanzo) rispetto a Il silenzio degli innocenti (romanzo) è proprio in questa profondità dell'assassino e in questa capacità di farcelo sentire fratello, elementi assenti nel Buffalo Bill mediocre "eroe" del secondo (per quanto ampiamente compensati dallo sviluppo del personaggio di Lecter e dallo studio su Clarice Starling).

Nel film di Mann Dolarhyde non c'è. E' un film SOLO su Graham. Il titolo quindi non poteva che far riferimento a lui. Peccato.