Il weblog di Gokachu


mercoledì, novembre 03, 2004
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Dopo un'attesa durata quattro anni è dura dirlo, per me che considero Wong forse il più grande dei registi viventi e sicuramente uno di quelli che ha saputo meglio raccontare ciò che siamo.
E' dura ma va fatto, senza peli sulla lingua, e poi alle delusioni sono abituato; non è peraltro il primo film di Wong che non mi convince (l'altro è Happy together). Questo film è poco ispirato, disuguale, gira a vuoto (ecco, l'ho detto), pur regalandoci grandi sequenze e atmosfere (merito, principalmente, di Doyle) e notevoli interpretazioni. Su tutte Zhang Ziyi, mai fotografata così bene, che per una volta interpreta un personaggio lontano dalle sue corde abituali, senza il broncio testardo che la contraddistingue, più leggero, più superficiale, più frivolo. Tony Leung è sempre il grande che è ma è probabilmente mal servito da un doppiaggio che introduce una nota irridente, che ho trovato fastidiosa; Gong Li è quasi irriconoscibile nei panni della Vedova Nera e Faye Wong ci regala ancora il suo perturbante sguardo obliquo e i suoi specchiamenti.
Solo che questa volta (capita) Wong aveva poco da dire e quindi si risolve a cannibalizzare le tematiche del suo cinema riproponendole senza l'usuale verve, senza provocare vera emozione. Peccato. Pietra sopra.

E adesso aspettiamo Eros.