Il weblog di Gokachu |
mercoledì, novembre 10, 2004
Visto oggi: Il segreto di Vera Drake
Il recente vincitore del Leone d'oro nonche della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Venezia passa come una profonda riflessione sul tema dell'aborto, riflessione così profonda da avergli meritato anche i riconoscementi di organizzazioni cattoliche pur mettendo in scena, con molta simpatia, una mammana non pentita dei suoi gesti. Nulla di tutto ciò. Per quanto se ne parli, in poche, laconiche battute, anche se niente affatto disprezzabili ("Con mia madre vivevamo in sei in due stanze. Quando non puoi sfamare i tuoi figli, non puoi nemmeno amarli"), il tema dell'aborto è solo un pretesto, una trappola teatrale, per la rappresentazione contemporanea di un dramma e di una tragedia (uso i due termini in senso tecnico). Il dramma è quello di una famiglia paraborghese, per quanto in realtà proletaria, nella quale avviene una catastrofe. E' questo il livello di racconto più abituale per Leigh e anche quello meglio riuscito, complici le bellissime interpretazioni di tutti gli attori, anche quelli impegnati in piccole parti (come quasi sempre nel suo cinema). Per quanto il film fatichi un po' a entrare in sintonia con lo spettatore, impiegandoci quasi un'ora, quando la catastrofe avviene tutto è pronto e inevitabilmente il meccanismo funziona, strappando le lacrime (anche questo, come quasi sempre nel suo cinema). Rispetto ai film precedenti direi però che su questo livello si sente di più il rumore della cucina, l'artificio; molti han parlato del suo film migliore, del suo capolavoro come dice la locandina, ma su questo non sono affatto d'accordo. La tragedia è invece quella che contrappone la bontà e l'altruismo alla legge. Su questo piano il lavoro è piuttosto didascalico, con il tema che viene spiattellato esplicitamente da vari personaggi - e in particolare dal giudice al processo - ed inoltre non è avvincente. In Antigone si scontrano legge scritta e legge del sangue, il tema è più barbarico e archetipico e ci tocca davvero nell'intimo; qui la bontà, rappresentata da Vera, non assurge mai a dignità tale da contrastare sul piano metafisico la legge in modo serio. Su questo piano il film vale poco, e probabilmente anche Leigh non ci credeva molto. Infine c'è anche la critica sociale, lo sguardo ipocrita della borghesia, il fatto che ciò che al ricco è consentito, anche al di fuori dela legge, al povero è negato; su questo livello davvero poco da dire, essendo poco pungente, e rappresentato per la maggior parte dall'unico personaggio poco riuscito, la cognata della Drake. Tutto sommato, un film che certo non fa disonore al Leone d'oro e fa davvero onore alla Coppa Volpi; difficile però pensare il film di Kim gli potesse essere inferiore.
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