Il weblog di Gokachu |
domenica, dicembre 19, 2004
Le avventure indiane di Giuseppe Gokachu: Bhoot
This film of mine is just an attempt to scare you and it in no way reflects my belief in the supernatural I also caution pregnant women and people with weak hearts to view it at their own risk Inauguro questa rubrichetta con l'intento di esplorare un po' di quel cinema indiano che da molto tempo mi attrae ma a cui non ho ancora dedicato sufficienti energie. Cominciamo con un film piuttosto atipico, senza costumi sgargianti, senza volti sorridenti, senza canzoni e praticamente senza musica: Bhoot è un horror. Storia di fantasmi in cerca di vendetta, è diviso decisamente in due parti. La prima, "alla orientale", alla Ju-on/Dark Water per intenderci, in cui i fantasmi compaiono languidamente e svaniscono, purtroppo non all'altezza delle intenzioni. La cosa infatti procede troppo a lungo senza che ci sia vera azione, e inoltre il meccanismo è rovinato da un fronte audio fracassone che non può fare a meno di strombazzare la presenza di un fantasma sullo schermo, anche quando questo appare discretamente, come da tradizione. Le cose però si fanno incandescenti nella seconda parte, quando uno di personaggi viene posseduto da un fantasma e il film si trasforma in una variante de L'esorcista, con una "strega" indiana al posto del prete, e con alcune (non molte per la verità) scene di una certa violenza. In questa seconda parte hanno modo di spiccare le doti del regista (che nella prima invece sembra troppo interessato all'aspetto formale), nelle sue contrapposizioni di volti, e le doti attoriali di Urmila Matondkar, che oltre ad essere di una bellezza prorompente dà vita ad una invasata eccezionale, la quale dietro l'inevitabile maschera di urla, singhiozzi, risa e strabuzzamenti degli occhi riesce comunque a recitare in modo raffinato. Tutto sommato un film che pur con grossi limiti e ingenuità riesce ad essere un esperienza interessante.
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