Il weblog di Gokachu


venerdì, dicembre 17, 2004
Visto ieri: Ju-rei - The uncanny
Colgo l'occasione della prossima uscita nelle sale italiane del remake americano di Ju-on per ricordarvi che questa è probabilmente la mia serie horror orientale preferita. Per quanto evidentemente figliata da Ring e i suoi fratelli, la preferisco a questa sotto ogni aspetto. Shimizu ha inventato un suo stile, narrativo e cinematografico, che per quanto confuso e poco soddisfacente per chi si aspetta di capire tutto ciò che succede, riesce ad eseguire alla perfezione il compito primario di un film horror: fa paura. E tanta. Ed è paura di quella vera, non il sussulto per un palloncino che scoppia nel buio.
Forse non tutti sanno che Shimizu dirige anche il remake americano: un'occasione quindi da non perdere, sia (soprattutto)per chi conosce la serie sia per chi non la conosce. A questi ultimi ricordo che sono disponibili anche a noleggio i DVD dei due film "per le sale" giapponesi. Ci sono anche due film per la Tv, ottimi anche se a budget più basso, forse addirittura migliori degli altri due, che si possono reperire come extra nell'edizione speciale del primo Ju-on edita da Dolmen. E' una buona idea per un regalo di Natale a basso costo e molto ricco: la trovate per esempio qui, ma probabilmente pure in una videoteca ben fornita. Sono (quasi) tre film: per meno di 20 euro cosa possiate volere di più non so.

Ma veniamo a questo Ju-rei - The uncanny. Si tratta di una scopiazzatura, di una volgare fotocopia del format di Ju-on, nemmeno la prima della sua serie. Ebbene, con tutti i limiti che questo comporta (scene già viste, stile poco originale, i fantasmi emettono lo stesso suono, eccetera), è un film molto, molto migliore di quanto ci si attenderebbe. Alcune sequenze avrebbero meritato spazio nella serie maggiore, ed è davvero apprezzabile il modo in cui il regista riesce a costruire scene davvero inquietanti con pochissimi strumenti. In particolare citerò una sequenza riuscitissima, che coinvolge solo una camera fissa, due attori e una lampada con luce intermittente: orrore puro.
Lo sconosciuto Koji Shiraishi è riuscito con un budget evidentemente misero e qualche buona idea a produrre un horror che funziona molto bene in quasi tutte le sue parti, migliore di tanto horror orientale molto più celebrato (per non parlare di quello che si trova in videoteca in Italia grazie(?) a Dynamic), che ha assorbito le atmosfere di Ju-on come una spugna e le riproduce impeccabilmente. La storia è ahimé molto più comprensibile e lineare che nel modello; il regista riesce però a mescolare le carte rovesciando l'ordine naturale degli episodi, in modo che noi riusciamo a cogliere la "coerenza" del totale solo alla fine, e siamo per quasi tutta la visione spaesati come si conviene. Se vi è piaciuto (piacerà) Ju-on, vale decisamente la pena.