Il weblog di Gokachu |
venerdì, settembre 23, 2005
Alia: Salvador Allende
Il documentario di Guzam vuole essere più un ricordo emotivo e sentimentale che un'analisi storica, e su questo piano riesce felicemente. Sul piano però di farci comprendere i fatti, il film manca di una parte fondamentale: il commento, l'opinione di chi Allende contrastò, anche con ferocia. Di loro si vedono solo i proclami ma non ci è permesso di conoscerne le ragioni profonde. Allende fu eletto nel '71 con poco più di un terzo dei voti; le liste che lo sostenevano alle elezioni parlamentari del '73 persero pesantemente, pur non in maniera così catastrofica da far cadere il presidente - ci volevano i due terzi del parlamento. Allende sicuramente aveva un largo seguito, e il film ci mostra teneramente di chi si trattasse e ci fa sentire le loro voci, ma anche delle opposizioni molto forti, anzi, maggioritarie nel paese; sono queste opposizioni a non avere voce, nel documentario. Di questo non soffre tanto una impossibile "imparzialità" del lavoro, quanto proprio la nostra comprensione: perché migliaia di camionisti furono pronti a scioperare duramente, per mesi, contro Allende? Intervistarne uno sarebbe stato utile a comprenderlo. Come mai alla caduta di Allende nessuno scese in piazza? Il film si pone la domanda ma non va a cercare la risposta tra coloro che esultarono alla sua caduta. Perché la casa di Allende fu saccheggiata dopo i fatti? Perché tanta gente lo odiava? Per saperlo bisognerebbe averglielo chiesto. Unica eccezione, unica voce fuori dal coro, è l'ex ambasciatore americano in Cile, il quale ci rivela di avere una visione disincantata dei fatti sia dal lato degli americani (memorabile la descrizione di Nixon che inveisce contro Allende) sia di Allende stesso; una visione non dico obbiettiva e neutrale, ma che ci aiuta a vedere anche un altro lato della faccenda oltre a quello romantico della rivoluzione stroncata sul nascere. Con tutto ciò, con questo forte limite di non riuscire a spiegare, anzi di non voler davvero spiegare quello che è successo, il documentario è ricco di materiali preziosi , estremamente interessanti, il suo indugiare sulla memoria e sul ricordo è sicuramente emozionante, e merita la visione.
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