Il weblog di Gokachu


venerdì, settembre 16, 2005
Consigli per gli acquisti
Il 1988 fu un anno da brividi per chi seguiva la produzione cinematografica giapponese. Tetsuo ci aveva già convinti che si poteva superare Cronenberg in estremismo, e fu a suo modo una visione indimenticabile e un punto di non ritorno per i nostri occhi; ma il colpo che subì il cinema d'animazione con Akira non è mai più stato ripetuto.
Va detto che all'epoca della produzione giapponese arrivavano principalmente serie televisive; nessuno di noi (o almeno non io) aveva ancora visto Nausicaa o Laputa: Akira arrivo come una pallottola di diamante in piena fronte. Intanto la cura maniacale dell'animazione, quasi "sprecata": lunghi passaggi in cui i personaggi non fanno altro che parlare sono animati nei minimi dettagli, in piccoli movimenti delle dita, in piccoli movimenti sullo sfondo. Un'animazione "totale", dispendiosa e nemmeno troppo spettacolare che per noi era totalmente nuova. E poi il tema, apocalittico e catastrofista come mai un film d'animazione ci aveva fatto vedere; pessimista, adulto, tragico (nel senso della tragedia greca), una parabola dell'uomo di fronte al Potere che lo innalza e lo divora. E infine il tratto, pulito nelle linee principali ma sporcato nei dettagli, vicino a certo fumetto francese di cui ci appassionavamo.

Insomma rimanemmo folgorati. Non so se chi lo ha visto da poco, o chi lo deve ancora vedere, avrebbe la stessa impressione; temo di no, forse anche Akira è stato superato. Forse.

Questo lungo preambolo serve per presentare la lungamente attesa uscita nella collana di Repubblica del volume dedicato a Katsuhiro Otomo, che di Akira è per l'appunto l'autore; non potendo pubblicare il manga omonimo, troppo vasto (consta di quasi 2000 pagine), la scelta è andata su Domu - Giochi di bambini, opera precedente a quella. Non l'ho ancora letto. Il tratto però è molto bello, ligne claire come ci si aspetta. Ve lo consiglio a scatola semichiusa.

Per chi intendesse approfondire, ricordo che per Panini a partire dal 22 settembre andrà in edicola Akira Collection, in sei grossi volumi da otto euro l'uno identici all'edizione giapponese. Beh, io prenderò pure quelli, anche se ancora ho l'amaro in bocca per la serie colorata magnificamente che avevo cominciato ad acquistare anni fa e che non fu completata, credo causa fallimento della casa editrice. Mi "accontenterò" (i puristi manga non apprezzeranno) del bianco e nero.