Il weblog di Gokachu |
mercoledì, settembre 21, 2005
Italians do it better (?): Viva Zapatero!
Se non c'è la libertà di parola, chi dirà che non c'è libertà di parola? Sgombriamo subito il campo da un possibile equivoco: quello di Sabina Guzzanti non è un vero e proprio film; a mio modo di vedere neanche un documentario. Passa nei cinema per puro caso, perché lo hanno distribuito; è un oggetto che avrebbe potuto essere trasmesso in TV, oppure passare direttamente al mercato home video, o essere visto in altre forme ancora. Non si tratta, sebbene ne abbia la forma, di un'inchiesta con pretese di imparzialità su un fatto: è una testimonianza, emozionata ed emozionante. Nonostante nel film si dia voce anche ad altre persone, il film racconta, in prima persona, un sopruso; un sopruso fra molti; un sopruso subito dalla Guzzanti, ma anche da noi; un sopruso che abbiamo subito e che sarebbe bene fare in modo di non poter più subire. I fatti che ci vengono ricordati, che riviviamo nel film, li conosciamo bene; niente di nuovo emerge. Ma è bene, molto bene che vengano ricordati. Il tempo è galantuomo, ma anche infido, e l'indignazione è effimera; durante la proiezione rimonta, viene ravvivata, ci indignamo come allora, ci indigniamo non solo per Riot, ma per il fatto che il sistema delle comunicazioni italiano sia a senso unico, che ci sia un monopolio della televisione privata, che il governo faccia quel che vuole di quella pubblica, che la sinistra al governo non abbia fatto nulla per preservare la libertà di parola quando le era possibile, che la sinistra all'opposizione ben pochi motti spenda su questo punto. Che la sinistra conniva. Che la cosa, tutto sommato, le faccia comodo, in vista di un futuro in cui sarà lei ad avere giornalisti accomodanti. Diventa così difficile parlare del film in sé, vien più voglia di parlare del problema che il film solleva. Capisco ora il perché di ciò di cui mi lamentavo leggendo recensione e commenti su cinemavvenire: che non si parlava del film, ma di politica. Chi era d'accordo con la Guzzanti, chi no, chi diceva che i difetti della sinistra non venivano messi abbastanza in luce, chi negava. Viene naturale, dopo la visione. E quindi il film è, nel suo genere, riuscitissimo.
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