Il weblog di Gokachu


mercoledì, gennaio 18, 2006
America Oggi: Match Point
Disclaimer: il post originale è andato perduto a causa di uno sbalzo di tensione. Questa ricostruzione trasuda giustificata svogliatezza.

Levità e gravità. Da molto tempo non andavo a vedere un film di Woody Allen, e sono rimasto stupido con occhi quasi nuovi a vedere la sua straordinaria bravura nell'introdurre personaggi interessanti con una battuta di dialogo e poche pennellate, nel sviluppare in modo estremamente elegante la narrazione, la sua capacità di attanagliare in modo soave e leggero lo spettatore alla vicenda. Il protagonista poi è un manuale di relazioni sociali vivente: mai una parola fuori posto, sempre la frase giusta al momento giusto, all'interno di dialoghi mai banali. Ho provato una sincera ammirazione per lui, vivo ai miei occhi.

Questo vale per la prima parte del film. Perché poi, quando il lavoro diventa chiaramente né una commedia né un dramma ma una vera e propria tragedia, il regista non riesce ad esimersi dall'introdurre personaggi piatti a puri fini drammaturgici, dall'esporre in modo greve e inelegante il tema filosofico e morale del film, dal rendere macchinoso lo svolgimento degli eventi, dall'utilizzare persino linee di dialogo sciatte. La levità iniziale si perde non solo tematicamente ma anche stilisticamente, per precipitare in una goffaggine dilettantesca. E questo è male.

Resta comunque un film più che buono, che intrattiene lo spettatore dall'inizio alla fine senza un attimo di tregua, che funziona; peccato però per il film molto migliore che avrebbe potuto essere. Allen dovrebbe rinunciare a toccare temi che non sono nelle sue corde, oppure affinare la sua abilità nel trattarli. Per ora, in quel campo, raggiunge a malapena la sufficienza.