Il weblog di Gokachu


giovedì, ottobre 22, 2009
Diario di un viaggio a Trieste/Lubiana/Zagabria e poi all'indietro via status di Facebook
Vedendo che in Transilvania la minima è -7 mi congratulo con me stesso per aver scelto la ex-Jugoslavia, e mi preparo a partire.

Visto che il volo è vuoto mi sa che la chiusura del Pisa Trieste sarà definitiva.

Vedo l'Adriatico, ed è a ovest. Dalla parte giusta per permettere di vederci tramontare il sole.

Consigli per giovani viaggiatori: quando prendete dall'aeroporto di Trieste il bus per arrivare in città, abbiate l'accortezza di sedervi contro il finestrino nel lato destro del bus. Il percorso costeggia lungamente il mare e ne vale decisamente la pena.

Sul lungomare di Trieste, in prossimità del tramonto, rimpiango di aver lasciato la macchina fotografica nella valigia che ora è nel deposito bagagli dell'autostazione. Cielo luminoso ma grigio di nubi, orizzonte giallo e azzurro. Molto bello e molto malinconico.

Prime impressioni di Trieste: non sarà Bratislava ma mi sembra che la qualità media della bellezza femminile sia molto alta. Medito su di ciò bevendo la mia prima Union (birra slovena) comprata alla Despar della stazione per 65 centesimi.

Entro in un bar e ordino uno spritz per vedere se davvero a Trieste si usa senza Aperol né Campari. Risultato: è vero.

Trieste è molto molto bella, anche se i viali e le piazze sono un po' troppo ariosi per i miei gusti. Noto che il pieno centro storico, tra cifre ortodosse e splendidi palazzi asburgici, troneggiano alcune orrende architetture funzionaliste che fan rimpiangere persino i blok di Bucarest.

Dopo il tipico drink triestino passa al tipico piatto triestino: kebap. Per la cronaca a Trieste fa un freddo cane. A Lubiana sarà peggio.

L'autobus per Lubiana è in ritardo, una ragazza slovena comincia a preoccuparsi molto quando tolgono il bus dal tabellone. Ci sono solo due bus al giorno e siamo solo in dieci ad aspettare questo. Non pare che ci sia molto scambio tra le due città.

L'operazione di imbarco sul bus per Lubiana è la cosa più complicata che abbia mai visto. Controlli di passaporto, ritiro dei documenti, autista e forse doganiere che parlano solo un'oscura lingua slava. Partiamo.

Prime impressioni di Lubiana: deludenti. L'illuminazione notturna è fioca, complice il freddo non c'è molta gente in giro, il centro storico è pieno di cantieri tipo Berlino o Budapest, e soprattutto il prezzo corrente di una birra in un bar è di due euro. Troppo troppissimo. L'esplorazione continua.

Secondo l'Indicatore Economico del Costo del Kebap, Lubiana non è una città a buon mercato: tre euro e cinquanta. Quello che ho mangiato a Trieste costava uguale.

Dopo averla visitata in un freddissimo giovedì sera di ottobre, Lubiana mi sembra più una cittadina di provincia un po' disperata che una vibrante città universitaria capitale di un piccolo stato. Vedremo alla luce del giorno. Buonanotte.

In un ostello il lusso dei lussi è avere una cassettiera grande il triplo del tuo bagaglio e uno pseudocomodino tra te e il muro con una presa elettrica personale con cui ricaricare il cellulare. E qui c'è tutto.

Cose positive: l'ostello. Leggermente fuori centro ha stanze enormi con letti a castello altissimi (tra quello sotto e quello sopra ci sara' almeno un metro e mezzo), colazione abbondante anche se elementare, bagni molto puliti, cassettiere gigantesche e comodini personali con tanto di presa elettrica.

Mi passa di fronte un autobus e su di esso vedo una anziana con una fantastica faccia ma soprattutto una fantastica capigliatura da socialismo reale. Son cose che valgono il viaggio. La storia sopravvive nelle acconciature femminili.

Entro per caso nella decentrata chiesa serbo ortodossa dei santi Cirillo e Metodio e una vista straordinaria mi si para davanti. Completamente affrescata di affreschi bellissimi, con un enorme altare di legno lavorato e icone, un gigantesco lampadario ligneo anch'esso ricco di immagini sacre. Molto ma molto più bella delle celebrate chiese serbo ortodosse nei pressi di Budapest.

Sfoggiando un improbabile berretta comprata ad Edimburgo sorseggio una Lasko seduto al sole in mezzo al mercato di Lubiana. Di giorno questo posto non è affatto male, per la topografia della nightlife mi sono attrezzato.

Al mercato di Lubiana si vendono: vestiti, oggetti di vimini, candele, frutta,verdura e fiori. Fiori. Fiori. Molti più fiori di quelli che normalmente si vendono al mercato. Osservando gli acquirenti mi pare che il fatto non sia dovuto a un anomalo numero di persone innamorate ma che si tratti di un'abitudine di arredo domestico. Ho visto più fiori solo al mercato dei fiori di Amsterdam.

Ansimo mentre sdegnoso della funicolare scalo la collina che domina Lubiana e mi dirigo al Castello.

Sono indeciso tra una visita al Museo Nazionale di Lubiana o una passeggiata nell'arcifamoso Parco Tivoli.

Valutazioni sulla bellezza muliebre a Lubiana: niente di che. Pisa è molto meglio, e Trieste la sopravanza tantissimo. Poi stasera giro i club e vi faccio saper meglio.

A Lubiana la birra locale, presa al supermercato, viene settantatre centesimi a lattina. Insomma a Trieste vendono la birra slovena a prezzi più bassi di quelli sloveni. Son basito.

e i colori dell'autunno al Parco Tivoli di Lubiana. Per la verità credo che gli alberi sian stati presi di sorpresa dall'inverno come tutti, visto che il colore dominante è ancora e di gran lunga il verde.

Il sole indora Lubiana, e tra poco la temperatura già bassa scenderà ancora. Urge del pivo.

Esco per cenare. Burek sarà l'alimento.

È incredibile come possa sembrare diverso il volto di una città, sempre la stessa, sempre con lo stesso freddo, se si è avuto modo di conoscerla di giorno e quindi di riconoscere nei palazzi male illuminati sagome familiari.

Nella stazione ferroviara di Lubiana c'è un distributore automatico di mele. È un distributore come tutti i distributori, ma negli scomparti girevoli, mele. Trenta centesimi, una mela. Di primo acchito m'è parsa una cazzata ma dopo tre secondi m'è sembrata una gran cosa. Ora vado e ne compro una.

Sono nel centro sociale più grande di Lubiana. È un centro sociale gigantesco, prende un isolato con vari edifici all'interno. Uno di questi edifici è stato adibito ad ostello: Hostel Celica. La prossima volta magari vengo qui. Ah, la birra. Nel centro sociale i prezzi sono popolari, ma un mezzo litro di Union ancora va a uno e settanta. Niente da fare, Lubiana è cara.

Lamentele: nei centri sociali fa sempre freddo. Nei centri sociali ci son sempre ubriachi molesti. Nei centri sociali c'è sempre il reggae. Va bene il freddo, van bene gli ubriachi (anche perché la metà son donne) ma il reggae NON VA BENE PER UN CAZZO. Bevo la mia birra e me ne vado in un club di fighetti, per esigenze acustiche.

Si dirige verso un club NON alternativo pernoigiovanimoglobal, che si sta puzzando di freddo. Chi frequenta i centri sociali con certi climi secondo me porta la maglia di lana e le mutande di superpippo. Resta da spiegare come non abbiano freddo alla faccia. Merda, ho i naso gombledamende ghiuso.

Lubiana è una di quelle città che se ci vai in giro di giovedì sera sono un deserto disperato, mentre se ci vai in giro di venerdì sera straboccano di vita. Può essere una buona definizione per PROVINCIA.

Siccome fuori fa un freddo cane e mi son stancato esplorare entro nel celebrato club BACHUS. Siccome è a pagamento non ne uscirò, siccome è sotterraneo non avrò campo. Addio.

Nota di colore: a Lubiana i bagni pubblici di solito sono gratuiti. Oggi me ne è capitato uno a pagamento, costava DICIASSETTE centesimi. Miracoli del recente passaggio all'euro.

A Lubiana lo spritz si usa con l'aperol. No, non ho ordinato uno spritz a quest'ora del mattino come un alcolizzato; l'ho solo visto nel menu del bar dove ho ordinato mezzo litro di Union.

La pinacoteca nazionale di Lubiana strabocca di impressionisti noiosi. Una volta tanto invece mi colpiscono dei pittori ottocenteschi pre impressionisti. Segnatevi i nomi: Matevz Langus, che in alcuni quadri mi ricorda addirittura Maruo, e Jozef Tomic.

Nella pinacoteca di Lubiana la parte dedicata all'arte medievale è piccola ma molto interessante. Molte bellissime statue lignee dipinte, sormontate da uno straziatissimo crocefisso in legno nudo, molto emozionante.

Spero di riuscire a trovarlo su internet; lo spettrale ritratto di nobildonna attribuito a Almanach che mi sta di fronte sembra uscito da un film di Tim Burton. È del settecento, e i dipinti dello stesso artista che posso vedere qui attorno non hanno niente a che fare con questo. Magari si trattava semplicemente di un soggetto eccezionale. Comunque, straordinario.

Medita se si possa sostituire l'alcolismo, il tabagismo, la bulimia con il più socialmente tollerato disordine dell'igenismo. Probabilmente sì, la mente ha semplicemente bisogno di un'ossessione che la tenga impegnata e non sia troppo difficile da soddisfare. Al mio ritorno ci dò una provata.

Che poi è inutile lamentarsi tanto di Berlusconi se poi quando la scarsa organizzazione degli ostelli slavi fa si che si dimentichino di farvi pagare voi ve ne andate facendo finta di niente. C'è un italiano miserabile nascosto nel cuore di ognuno di noi, e la morte del caro leader non lo estirperà.

Dopo aver provato le tre principali qualità di Burek che si mangiano a Lubiana, vi consiglio il Mesli Burek, se ne potete assaggiare solo uno.

Mentre aspetto il treno per Zagabria parliamo di cinema. Recensioni in tre battute: Up è un film molto divertente. Nelle sue parti peggiori. Nelle sue parti migliori è molto di più.

Sto viaggiando verso un paese fuori dalla UE e fuori da Schengen. Non mi capitava da decenni.

Il treno da Lubiana a Zagabria attraversa diversi spettacolari paesaggi montani, e a un certo punto si infila per lungo tempo in una stretta gola costeggiando un fiume. Per evitare il torcicollo che mi sta venendo sedetevi sul lato destro del treno, dal sinistro non si vede niente.

e l'emozione demodè del treno fermo alla stazione mentre le guardie doganali controllano documenti e timbrano passaporti. La guardia ha osservato la parte grigia che vedete in fondo alla quarta di copertina della carta d'identità con uno speciale lettore ottico. Chissà che c'è scritto.

La monumentale, enorme piazza di Zagabria che accoglie il viaggiatore appena sceso dal treno mette bene il chiaro una cosa: qui non siamo né a Lubiana né a Bratislava, qui siamo in una città.

Costo della vita a Zagabria. Il kebap resta fermo a tre euro e cinquanta circa. La birra nei locali si trova a un euro ottanta, lieve miglioramento. In compenso è pieno di piccoli negozietti che han l'aria di stare aperti fino a tardi dove si trova a uno e venti, e che a Lubiana non c'erano. Ostello: molto centrale, molto economico, un po' sgarruppato. Si sono ricordati di farmi pagare.

Sono di fronte all'imponente facciata gotica della cattedrale di Zagabria. Ci sono 6 gradi. Le campane ricordano alla città che sono le otto.

l cibo da strada che va a Zagabria son pizza e kebap. Gran delusione. A Lubiana, col burek, han più carattere. Non che un burek valga il viaggio. Però a Pisa non lo trovo, e questo lo rende "esotico". Pizza e kebap invece...

Se si dovesse stabilire a quale caratteristica bestiale possa assomigliare il carattere nazionale dei croati, sarebbe il sibilo incazzato di un serpente. Così, di primo acchito.

Diffamiamo ulteriormente la Croazia. Bellezza muliebre: niente di particolare. Si vede però in giro, raramente, non come in Slovacchia, qualche donna molto bella. Peccato che abbia sempre lo sguardo carnivoro del puttanone.

Di fronte alla statua di Tesla mi rendo conto che non si può generalizzare, che i croati non possono essere tutti stronzi. O forse sì? Chissà com'era Tesla a conoscerlo di persona.

Domani inizia il festival del cinema di Zagabria. Pensate che ci sono venuto apposta. Er, pensate che non ne sapevo niente. Ho un'ampia documentazione, tutta esclusivamente in croato, a testimoniare delle ambizioni internazionali del festival. Però domani danno l'ultimo film di Amenabar. Da orecchiante dello spagnolo ci potrei pure andare.

Passo la serata tra un club e l'altro e ovunque mi sento dileggiato dagli uomini (per la mia decrepitezza) e desiderato dalle donne (per la mia innata figaggine). Paranoia o realtà? L'effetto complessivo, comunque, non è piacevole.

Dormire nell'ostello più economico della città è che vi può capitare di dormire con un senzatetto dagli occhi spiritati che passa le sere a ruttare in cucina e russa fortissimamente tutta la notte. Molto pittoresco.

I musei croati son quasi tutti chiusi il lunedì, e il sabato e la domenica praticano un comodo dieci tredici. Eccomi allora a correre cercando di vedere il museo nazionale croato di arte naif prima che chiuda.

Nel caso passiate per Zagabria non vi potete proprio perdere il piccolo Museo Croato dell'Arte Naif, pieno di opere spettacolari. Qualche nome da googlare: Ivan Lackovic Croata, Ivan Vecenaj, Ivan Generalic, Ivan Rabuzin.

Son molto riluttante nel lasciare il Museo Croato dell'Arte Naif, pur avendolo girato tre volte.

Zagabria è una città ricca di interessanti musei. Se vi interessano, evitate di arrivare di sabato sera come ho fatto io: la domenica chiudono tutti alle tredici e il lunedì son tutti chiusi.

Approfittando del fatto che l'atelier di Mestrovic chiudeva alle due invece che all'una, ho scoperto questo grande scultore secessionista, che tinge di cupezza le altrove leggere forme liberty. Vi consiglio di dare per esempio un'occhiata alle sue madonne con bambino, con il volto allungato, quasi alla modigliani, della madre e il cranio idrocefalo dell'infante.

Una cosa fastidiosa il un paese seriamente cattolico, come la Croazia, non come l'Italia, è che di domenica non lavora nessuno. Lavori sei giorni alla settimana e la domenica vuoi andare alla pinacoteca nazionale? È chiusa. Andrebbe anche bene, per un turista, se i musei non osservassero religiosamente anche l'usuale chiusura totale del lunedì.

A Zagabria le edicole pullulano di fumetti di Tex, Zagor e Alan Ford. Mio Dio, Alan Ford. A Lubiana non ci ho fatto caso ma dubito che fosse come qui

Il cibo di strada di Zagabria si mangia seduti ad un tavolo, quindi manca del suo elemento fondamentale. Però lo servono in due minuti, non costa un cazzo ed è molto più buono del burek. Si chiama CEVAPI (con un accento acuto sulla c) e d'ora in poi mi nutrirò solo di quello. O quasi.

Per ora i vantaggi principali di avere uno zoom 12x (o per i puristi uno zoom 36mm 432mm) mi paiono la possibilità di scattare dettagli sui piani alti dei palazzi, la comodità di non doversi necessariamente spostare per scattare una foto, e la possibilità di fare dei ritratti stando abbastanza lontano da far sì che il soggetto non se ne accorga. È tutto?

Sarà il freddo allucinante, ma raramente nelle mie peregrinazioni ho avuto la chiara comprensione che vivere dove abito io è molto meglio che vivere qui.

Zagabria non è avara di eventi culturali. A parte il festival del cinema, che parte oggi, stasera potrei scegliere tra cinque diversi spettacoli teatrali. Perché è domenica. Ieri avrei potuto scegliere tra venti.

Pivo pivo pivo! Il nome della marca locale è Ozujsko. Non è assolutamente al livello della birra slovena. Non a caso questa non c'era a Lubiana, mentre qui potete comprare tranquillamente una Lasko. E costa uguale. Perché insistere con la Ozujsko allora? Diamine, per l'esperienza culturale!

Se la prima notte passare la notte con un barbuto Raskolnikov che passa le sere a gorgogliare in cucina con la testa sul tavolo e una bottiglia di birra in mano e passa la notte a russare come un treno può sembrare pittoresco, la seconda no. E ahimè temo ce ne sarà una terza.

Se a Zagabria chiedete un white coffee vi portano quello che definirei un cappuccino. Quello che sto bevendo ora è in quantità sufficiente a riempire un bicchiere da 0.3 ed è munito di pratica cannuccia, subito eliminata ma non prima di averla provata. Alla fine non è affatto male, ed è tanto. Quel che ci vuole per questo luminoso mattino di pieno inverno.

Ieri sono andato all'inaugurazione dello Zagabria Film Festival, che come tutti sanno è il motivo principale del mio viaggio. È stato proiettato un improbabile film coprodotto da Italia e Sri Lanka, diretto da un regista dall'improbabile nome di Uberto Pasolini (senza la m), che pare sia stato un grandissimo successo in Sri Lanka. Racconta la storia felice di un'immigrazione illegale in Germania. Non felice perché alla fine va tutto a posto e ognuno ritrova la felicità nel paese d'origine, ma felice perché la fanno franca. Improbabile. Così improbabile che è una storia vera, ventitrè cingalesi sono riusciti ad entrare in Europa mettendo su una squadra di pallamano e presentandosi come la nazionale cingalese. Hanno anche giocato qualche partita perdendo tipo settantatre a zero. Correva l'anno 2004.

Agnizioni: il Rasputin barbuto che allieta le mie notti russando come una cava di marmo non proviene dalle profondità di Santa Madre Russia come sospettavo, ma è americano di New Orleans.

Una città piena di piccioni non può essere piena di affamati. (Toberro Mapaldi)

Il cimitero Mirogoj è notevole in due aspetti. Primo, è l'unico cimitero in cui io abbia visto tombe cristiane e tombe ebraiche l'una accanto all'altra. Secondo, è enorme ma manca del tutto di panchine. O famoso architetto Hermann Bolle che hai progettato tutto questo: dove ti aspetti ch'io mi sieda reclinando il capo a meditare sull'impermanenza delle cose? Sulla tomba di tuo nonno?

Nella stazione di Zagabria non c'è un distributore di mele. In compenso c'è sul primo binario una comoda cappella con una statua rappresentante una madonna con bambino presso la quale, se vi scappa di pregare, potete fare le vostre cose in libertà.

In Tkalciceva utica, a Zagabria, i locali son sempre tutti pieni. Vedere che l'unico che è perennemente deserto è un posto che si chiama "Mangiare ...pizza" (puntini e spazi messi così nell'originale) mi riempie di gioia maligna.

E dopo aver visto al Zagabria Film Festival Julia e Julie interrotto pochi minuti prima della fine da un problema tecnico insormontabile, trascorro l'ultima sera zagabrina sorseggiando una birra e guardando la gente passare. All'ostello mi attende un motore diesel da trattore di New Orleans che mi allieterà tutta la notte con i suoi suoni sublimi.

Il problema stasera non è tanto il trattore statunitense quanto il fatto che l'inquilino russo vuole la finestra aperta perché l'americano secondo lui puzza come la merda. E fuori fa assai freddo, e son vicino alla finestra. Uff.

Avvertenze: sono sopravvissuto alla notte ma avendo esaurito il traffico wap e dovendo contare solo sui punti wifi questi aggiornamenti diventeranno molto più sporadici.

Tutte le città che si rispettino hanno almeno un museo monstre, gigantesco, che inghiotte il visitatore senza lasciargli speranze di esaurimento. Quello di Zagabria si chiama Mimara, sto per esserne inghiottito.

Bosch, Raffaello, Duccio, Canaletto: e se non ti emozioni, di che emozionarti suoli?

All'uscita dallo spettacolare Muzeji Mimara vi regalo il nome di un artista che credo potrete googlare con profitto: Vojo Stanić. Sospeso tra Dalì, Bosch, De Chirico e un'ottimista risata sul mondo.

Se passate dalla Croazia ricordatevi che la Ozujsko è molto più buona in bottiglia che in lattina.

Me ne rendo conto in ritardo, ma l'uso dei mezzi pubblici per un raggio di più di un chilometro dalla piazza centrale di Zagabria è gratuito. Ebbravi.

Altra scoperta troppo tardiva: in questo covo di serpi sibilanti sono tutti molto vulnerabili alla gentilezza, inusuale e inusitata. Se ai sibili ripondete con sereni sorrisi, dopo qualche minuto i croati si sciolgono. O meglio, le croate.

Pare che il parco cittadino più grande del sudest europeo si trovi a Zagabria e si chiami Maksimir. Esploro.

Seduto sotto il Gazebo del Maksimir, con una Ožujsko sul tavolo e il sole che scende illuminando il parco ai miei piedi (il Gazebo è su un piccolo colle), penso che tutto sommato a Zagabria si potrebbe anche vivere.

Assioma del viaggiatore: una citta con X milioni di abitanti ha attrazioni e attivita tali da intrattenere il visitatore per almeno X settimane.

A Zagabria si usa andare in giro con un lettore mp3 ed enormi cuffie che occludono completamente l'orecchio. Ho visto fare lo stesso solo a Londra. Non so se anche le cause sono le stesse.

Mi doveva anche capitare di bere una bevanda composta per il 50% di birra e per il 50% di limonata. Non e' uno spiritoso long drink, la vendono gia' imbottigliata cosi'. Si chiama Radler. La producono a Lubiana, dove son tornato. Attenzione.

Maldiretto dall'impiegata dei trasporti entro nel cimitero di Žale dal di dietro. Lo sviluppo architettonico pensato per essere una sorta d'ingresso a regno dei morti diventa così una sorta di ingresso al regno dei vivi. Da notare: all'ingresso del regno dei morti siamo accolti da Cristo, quando ne usciamo per tornare ai nostri piccoli affari transitori ci accoglie Maria.

Il cimitero di Žale e' il sogno architettonico di un genio, Piečnik, responsabile anche dell'assetto urbano della citta'. Purtroppo le varie sue cappelle sono accessibili solo se si commemora un morto all'interno, e ci vuole un bel pelo sullo stomaco per mescolarsi ai parenti del defunto con intenti esclusivamente turistici.

La Biennale di Arti Grafiche di Lubiana e' molto piccola. Essendo un giovane studente l'ho vista con 3 euro, ma se ne avessi spesi 6 come previsto non ne sarei felice. Qualche pezzo interessante; in particolare un video che riprende persone che si guadagnano la vita ripetendo sempre la stessa frase, come "Il giornale della sera!" o "Benvenuti!" o "Pechino" o "Grazie", o "Circolare, circolare!".

Vado verso la stazione per tornare in Italia. Trieste. Prima pero' mi mangio qualche cibo balcanico.

Sono ancora in Slovenia ma mi riesco ad agganciare alla rete italiana. Suggerimento: la via più flessibile da Lubiana a Trieste è il treno fino a Sezana, e da qui bus fino a Trieste. Ci si mette il doppio ma non si parte alle sei del mattino.

Sezana, lungi dall'essere una fiammeggiante città di confine ricca di tentazioni come mi immagino sia Nova Gorica, è un tristissimo desolatissimo luogo popolato solo da vecchi. Capita. A me importa poco, tra mezz'ora me ne vado. Stupisce però che abbia una stazione, e nemmeno di poco conto, collegata con Lubiana con più di dieci treni al giorno.

Mi mangio una Pleskaricka. E mi chiede: ma un posticino di mangiari da strada balcanici non avrebbe successo in Italia? Siamo sicuri? Di per certo non ho visto nessuno provarci.

Ho imparato molte cose in Slovenia ma te ne lascio in eredità una sola. La birra Laško è più buona della Union. Non solo questo è vero, ma molti sloveni terranno a metterti al corrente della cosa sussurrandola come se fosse un segreto carbonaro: "Laško is better than Union" e "Laško is first class", ti riveleranno.

Sono ancora in viaggio fino a domani ma da un paio di minuti sono tornato sotto il tacchetto d'acciaio del pappone re, in Italia.

Sono in una città che non conosco, molto più grande di Lubiana, ma l'emozione del viaggio non è la stessa. La vita è più vita fuori dal confine.

Se nessuno fa lo stronzo presentandosi alla reception dell'ostello prima che chiuda, ovvero fra poco, stasera dormo da solo in una stanza enorme con comodini lampade cassettiere e controcazzi, spendendo ventun euro. Questo si chiama viaggiare come un bastardo normale.

I triestini non pensano di vivere in una città d'arte. Lo deduco astutamente dal fatto che nelle librerie cittadine ci sono tantissimi materiali su ogni anfratto dell'isola d'Elba ma su Trieste non si trova quasi nulla. Inoltre non vedo punti d'informazione turistica.

Trieste è nei Balcani. Basta guardare una cartina per capire che non è nella penisola italiana. Trieste però è una città totalmente italiana. Lo si vede subito, da come funziona il traffico, dalla gente per le strade, dall'atmosfera. Sono in Italia, non c'è dubbio. Ahimé.

Avevo una città bella tra i monti rocciosi e il mare luminoso (Umberto Saba, iscrizione sulla sua statua di camminatore posta nel mezzo di via Alighieri. A Trieste).

Lo spritz bianco è il modo più cool, più minimal, più elegante, più nihonjin di dire NO alla vita. Dì NO alla vita, dì SÌ allo spritz bianco!

Sembra impossibile che a soli cinque chilometri dal confine sloveno mi sia del tutto impossibile mangiare un burek o un ćevapčići, mentre se invece voglio mangiare un panino tipico di Istanbul ho la possibilità di scegliere tra decine di locali che me lo fanno. E anche bene.

L'unica cosa slovena che si trova a Trieste con gran facilità è la birra Union. Ve l'ho già detto che la Laško è più buona? Non fate girare troppo la voce.

Insomma in un viaggio come questo (Lubiana Zagabria Trieste) Trieste è deludente perché è italiana. Io sono deludente perché sono italiano. Tu sei deludente perché sei italiano. Però a Trieste c'è il lungomare. Il mare è bello in generale. Il lungomare di Trieste è bello in particolare. Io sono sul lungomare di Trieste.

Il sapiente lavoro fatto sull'illuminazione notturna di Piazza dell'Unità d'Italia a Trieste produce risultati straordinari. La piazza, già meravigliosamente scenografica di giorno, risulta di bellezza moltiplicata se vista di notte. Ve ne darei documentazione fotografica se non fosse che la nuova macchina si beve le batterie come se fossero Schweppes, e non m'avesse lasciato a piedi da stamattina.

A Trieste non so per quale accidente della storia è rimasto perfettamente integro al centro di una piazza un monumento di Massimiliano d'Asburgo imperatore del Messico.

La vita non è né bella né brutta, ma è originale! (Italo Svevo, iscrizione sulla sua statua di camminatore in Piazza Attilio Hortis, a Trieste. Sarò incontentabile ma da La coscienza di Zeno si poteva estrarre di meglio).

Augurio a un giovane in partenza, sentito in una via di Trieste: "Goditi i giorni!"

Alcuni angoli di Trieste, invece di saper di Vienna, sembrano vagamente Spagna. Piazza Cavane, per esempio.

La vita notturna triestina in un tiepido mercoledì di ottobre non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella pisana. Ma per niente proprio. Però non è male, c'è parecchia gente in giro e una buona percentuale è ubriaca.

La mia anima è a Trieste (iscrizione sulla statua di camminatore di James Joyce sul ponte che attraversa il Canal Grande di Trieste).

Felicità è dormire da soli in una stanza silenziosa, grande e pulita dopo sei giorni di stanze condivise, non sempre felicemente. Buonanotte.

"Riposa. Un seme in movimento non germoglia mai". (Letto ieri su una qualche opera alla Biennale di Arti Visive di Lubiana).

Non sapevo che a Trieste ci fosse una sinagoga ENORME. È forse la seconda più grande che abbia mai visto. L'interno poi è spettacolarmente suggestivo, con una struttura verticale sulla quale troneggiano le Tavole della Legge. Il rosone che ne illumina l'interno avrà un raggio di almeno due metri, se non tre.

Da una piccola mostra fotografica posta dentro la sinagoga di Trieste scopro che i palazzi "brutti" nel centro storico della città non sono dovuti ad un'affrettata ricostruzione avvenuta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, come presumevo, ma a un preciso piano di distruzione sistematica del ghetto ebraico all'indomani dell'emissione delle leggi razziali. Chi si dice fascista accetta anche quest'eredità.

e la grande chiesa serbo-ortodossa di Trieste. Grande chiesa grande delusione, a dir la verità.

Ho relegato la visita alla cattedrale e al castello di San Giusto all'ultimo posto perché sono arroccati sul monte che domina Trieste e che è molto ripido. Come risultato mi ritrovo con la cattedrale chiusa per pausa pranzo. Ma allora i soldi dell'otto per mille dove diamine vanno?

Sono all'autostazione di Trieste ad aspettare il bus per l'aeroporto. Avventura finita.

Riassunto spese. Trasporti: volo a/r Pisa-Trieste 2 cent, bus aeroporto di Trieste-Trieste 3.25 euro a tratta, autobus Trieste-Lubiana 7 euro, treno a/r Lubiana-Zagabria 19.4 euro, treno Lubiana-Sežana 6.54 euro, autobus Sežana-Trieste 1 euro. Ostelli: 17 a notte a Lubiana, 12 a notte a Zagabria, 21 a notte a Trieste. Altre spese: giornaliero mezzi Zagabria 3.5 euro, bus per andare al cimitero di Žale 1 euro.

Visto che anche il Trieste Pisa è praticamente deserto (ci saranno cinquanta passeggeri) possiamo dire con buone probabilità di azzeccarci che la tratta partita in gran fanfara il primo ottobre e sospesa a partire dal quattro novembre non verrà mai più ripristinata. Peccato.














(l'immagine è provvisoria, verrà cambiata quando avrò scaricato le foto dalla macchina fotografica. Intanto godetevela)