Il weblog di Gokachu


venerdì, dicembre 17, 2004
Visto ieri: Bride and prejudice
Comincerò con una lamentazione. Non ho mai sopportato gli occidentali che si ergono a soloni della purezza di una tradizione locale che non gli appartiene e che a volte neanche conoscono, che odiano il meticciato, che scrollano le spalle e dichiarano "è occidentalizzato, questo non è vero ". Quelli per i quali il meticciato e la contaminazione sono prerogative occidentali, quelli che se un musicista europeo si rifà alla musica africana è un genio, ma se un musicista africano si rifà all musica europea è un venduto, un corrotto, uno che rovina la purezza della sua tradizione. Quelli che vorrebbero tenere "gli altri" nei loro recinti, belli come mamma li ha fatti, e andare, se vogliono, loro a visitarli. Il bello è che spesso sono persone di sinistra.

Ma parliamo del film. Siamo proprio nel caso sopra descritto: una regista inglese, di origini indiane (nata per di più in Kenya e per di più in procinto di girare il remake americano di My sassy girl), ha l'idea di affrontare un classico della lettura anglosassone rileggendolo attraverso le forme espressive di Bollywood. Non starò a dire cosa è meticciato e cosa no in questo film, visto che la cinematografia indiana, per quanto sia stato folgorato sulla via di Bombay da quel meraviglioso film che si chiama Lagaan, la conosco tuttora poco. Mi limiterò a dire che la struttura drammatica è piuttosto risaputa, ma gira a dovere, che gli attori indiani sono stupendi (specie i due genitori), che Aishwarya Rai è bellissima, bravissima ed è una delizia vederla sul grande schermo, e che fortunatamente di numeri di danza e di musica indiana ce ne sono parecchi. Da evitare se odiate i musical (non vi capisco ma vabbè, diciamo che vi tollero); ideale invece per una serata allegra, di intrattenimento leggero e colorato. Non è grande cinema ma ci si diverte.