Il weblog di Gokachu |
mercoledì, febbraio 02, 2005
Visto oggi: Natural City
Quando un film è confuso, mi escono recensioni confuse Tutti i film di fantascienza coreani che ho visto hanno qualcosa in comune: sono ambiziosi, si propongono di far filosofia, e sono dei fallimenti. In tutti loro però (se per carità di militanza cinematografica non vogliamo considerare Wonderful days un "film coreano") c'è qualcosa di interessante, qualcosa di prezioso nel loro fallimento, qualcosa che meritava di uscire e invece non è uscito abbastanza, qualcosa che rimane intravisto. In tutti loro, dicevo, tranne che in questo Natural City. Perché qui tutto è già visto e rivisto (le armature alla Jin-Roh, la città devastata alla Akira, le camminate al ralenti alla John Woo, le passeggiate sulle pareti alla Matrix, gli androidi che caricano a testa bassa alla Terminator II e taciamo ovviamente di Blade Runner visto che è esplicitamente il punto di riferimento di questo film) e per di più l'esecuzione è pessima. Pessimi gli attori, pessima e troppo piena di sé la sceneggiatura, pessimi i dialoghi, pessimi i ritmi, pessimo il mèlo. Si salva solo la fotografia (si dovrà parlarne, prima o poi, di questa fotografia che sorregge mirabilmente tutto il cinema coreano; di film brutti, mal pensati, disorganizzati se ne è visti, di film mal fotografati finora no) che per quanto manierata svolge comunque il suo compito egregiamente, e qualche elemento scenografico, come il tamagotchi-fiore, per esempio, o la mutilata statua della Dea che si staglia sulla città. Cose anche queste poco originali, ma comunque d'effetto. P.S. Alcune note extra: - oltre che per la fotografia i coreani sono noti anche per la bellezza delle locandine; ma in questo caso quella che ho scelto io non è granché, mentre si nota una forte somiglianza tra quella di Jin-Roh, quella di Akira e la locandina italiana di Natural City - nel pistolotto iniziale sul cinema di fantascienza coreano si è ritenuto di non dover inserire Save the Green Planet nel genere, pur avendone per certi versi diritto - nel doppiaggio italiano si usa fastidiosamente la parola cyborg per indicare quelli che sono evidentemente degli androidi, o, per dirla alla Blade Runner, dei replicanti - il tema dell'uomo che si innamora del'androide che però perde le sue facoltà per usura si era già visto in 2046. Non mi era piaciuto neanche là.
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