Il weblog di Gokachu |
venerdì, aprile 30, 2004
Visto ieri: gli Zero 7
Quanti vocalist ci vogliono per un concerto degli Zero 7? Non uno, non due, non tre: cinque. E tutti con voci notevoli, per un concerto di molta classe e con qualche punta di vera emozione. Scenicamente minimalisti. Davvero niente male; anche se i pezzi provengono (giustamente) più dall'ultimo album, che non conosco, che dal celeberrimo Simple things. Stasera al Velvet di Rimini. giovedì, aprile 29, 2004
Kim Ki-duk e Takashi Miike nelle sale italiane per Mikado
Approfittando della vena horror-orientale che ha portato alla distribuzione prossima di Phone, anche l'horror ringu-eggiante One missed call di Takashi Miike verrà distribuito in Italia. Il tenutario qui ne è felicissimo, essendo Miike nella ristrettissima cerchia dei suoi registi di culto. Per quale motivo venga invece distribuito Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera di Kim Ki-duk non saprei dire, se non che si tratta di un miracolo. Sempre che arrivino in un cinema dei paraggi. (via forum di Mangaitalia) mercoledì, aprile 28, 2004
Visto ieri: gli Yeah Yeah Yeahs
Dal vivo gli Yeah Yeah yeahs abbandonano le atmosfere languide del disco e del video di Maps e si dedicano al loro sano lavoro di performer punk garage, puntando fortemente sulla notevole presenza scenica di Karen O, quasi una Marylin Manson donna. Un concerto pieno di energia, con un gruppo formato da sola chitarra, batteria e voce, forse un po' breve, ma del resto il gruppo ha un solo disco al suo attivo. Peccato per la presenza nel pubblico di qualche facinoroso. martedì, aprile 27, 2004
Estemporanea (questo ed altro qui)
[Figures and explanation:] lunedì, aprile 26, 2004
Sono una mammoletta
Hai voglia essere duri e cinici, a me le le immagini della polizia che carica i lavoratori in sciopero a Melfi fanno venire i brividi.
Animazione dal Giappone
Tabibito: buona visione. (Si possono vedere altri episodi cliccando in basso sulle freccine rosse)
Visto da poco: Kill Bill volume 2 - (1.0)
DISCLAIMER: chi non ha visto il film probabilmente farebbe meglio ad astenersi dalla lettura DISCLAIMER: questa opinione è soggetta ad eventuale cambiamento, anche drastico, dopo ulteriore visione DISCLAIMER: i pensieri seguenti sono da un lato disordinati e dall'altro troppo analiticamente appoggiati al procedere del film. Vediamo se con l'apporto dei commenti si riesce ad arrivare ad un qualche discorso più soddisfacente. C'è qualcosa nella saga di Kill Bill che m'è poco chiaro, che mi lascia perplesso, che non quadra. Del primo volume s'è già detto; in questo secondo la sensazione è la stessa, anche se i motivi sono diversi e la delusione assente, non essendoci la stessa aspettativa. Mentre prima si aveva un'insieme sghembo di ottime sequenze, in questa seconda parte l'insieme sembra quadrare, e inoltre la giustapposizione con la prima parte sembra produrre un equilibrio di un qualche tipo, ma si ha l'impressione che siano molte sequenze a non tornare. Personaggi inseriti per dire un'unica battuta, non necessariamente stupefacente, scene eliminabili, prolissità varie costellano questo lavoro che visto insieme al primo per qualche strana alchimia rende il primo compatto, pulito e necessario, al prezzo della propria compattezza, pulizia e necessità. Cominciando dall'inizio: fantastica sequenza con la Thurman al volante di una spider che parla direttamente al pubblico, come si era già visto nei trailer. Il capitolo 6, "Massacro ai Due Pini", combina una efficacissima prima apparizione di David Carradine (che sicuramente in lingua originale funziona ancora di più: "Io sono io" non ha proprio lo stesso respiro di "I'm the man", lasciando stare la superiore qualità della voce che già si era apprezzata nel volume 1) con un quadretto degli "amici della Sposa" troppo lungo, scorciabile, non particolarmente interessante, con troppe battute di troppi personaggi. Sulla decisione di Tarantino di non mostrarci la strage si può discutere: per come la vedo io le esibizioni atletiche della O-ren animata viste nel volume 1 non potevano essere riprodotte da Lucy Liu, ed è un peccato. Nel capitolo 7, "La tomba solitaria di Paula Schultz", ci sono gli stessi difetti del precedente: se da un lato la risoluzione inaspettatamente rapida dello scontro tra Budd e Black Mamba e gli eventi seguenti sono piacevolmente da filmaccio o fumettaccio horror, la lentezza con cui Tarantino ci mostra il fallimento e la desolazione di Budd è eccessiva. A me Michael Madsen piace molto e lo posso guardare aggrottare le sopracciglia per mezz'ora senza annoiarmi, ma so riconoscere quando è troppo. La comparsata del suo datore di lavoro, poi, che senso ha a parte quello di permettere a Tarantino di buttare nel film due battute che gli girellavano in testa? Il capitolo 8, "Il crudele insegnamento di Pai Mei" è, a parte l'eccessiva lunghezza della storia raccontata da Bill e con il limite di essere l'evidente rifacimento di un genere di cinema ben preciso, molto divertente. Un po' fastidioso il fatto che sia un flashback "a posteriori" per giustificare la fuga della Sposa; lo so che è tipico del cinema di genere, ma a me dà fastidio lo stesso, quando ci si fa vedere qualcosa che non sapevamo, di cui non c'è stato sospetto alcuno fino a quel momento e che guarda caso è proprio ciò che serve per salvare il nostro eroe. Il capitolo 9, "Elle e io", è forse la parte migliore del film. Per quanto sia in qualche modo deludente il fatto che la Sposa non uccida nessuna delle due Vipere Mortali, la Hannah, che non aveva certo mostrato tutte le sue potenzialità nel vol. 1, ruba la scena con la sua dura recitazione e il suo essere un cattivo senza compromessi, malvagia e basta, fino al punto di uccidere il proprio maestro. L'ultimo capitolo, "Faccia a faccia", nonostante ci mostri appieno la presenza scenica di David Carradine che mi è piaciuto davvero molto (a parte il fatto che gesticolava un po' troppo), è anche quello che mostra più chiaramente i difetti del film. Il dialogo con Estaban è molto bello, e l'attore che interpretava il fantastico sceriffo del vol. 1 ci mostra ancor di più le sue doti; però si tratta di un siparietto che per quanto notevole è completamente inutile alla narrazione, e sembra quasi aggiunto a forza. Una di quelle cose che fa molto piacere vedere nelle "scene tagliate" negli extra di un DVD per intenderci. L'incontro con Bill mostra spesso la corda; per quanto l'abilità di Tarantino nei dialoghi spunti qui e lì (nel monologo su Superman per esempio), in generale ci son troppe chiacchere, e anche qui un po' di forbici non avrebbero guastato. Il romanticismo, la storia d'amore mortale che il tema "to kill is to love" ci faceva presagire è esposta con forse meno romanticismo e troppa volontà di rivelare tutto di quanto fosse necessario. L'incontro infine è meno letale del previsto e troppo tranquillo; solo nel finale, con un combattimento compresso quasi come quello finale di Zatoichi, si ritrova la sobrietà che sarebbe stata necessaria. Forse troppo forzatamente melodrammatico, telefonato e per noi italiani inevitabilmente legato a Kenshiro l'utilizzo del "'five point palm exploding heart", con i suoi cinque passi (al che mi vien da pensare, ma se lo mettevano su una sedia a rotelle campava cent'anni?). Sul finale con Sposa e prole, a me è piaciuto abbastanza. Regia e fotografia sono molto belle, perdente invece la decisione di permettere a Robert Rodriguez di scrivere una colonna sonora originale invece di affidarsi al solito pastiche di pezzi editi ma dimenticati o poco conosciuti. E il film va visto. domenica, aprile 25, 2004
Segnalazioni di segnalazioni televisive
Perché stilare una propria rubrica quando se ne può linkare un'altra? Così ci si può concentrare sui due-tre film più interessanti, cominciando con Funny Games, che sperabilmente verrà stavolta davvero trasmesso dopo il bidone di qualche settimana fa, su Raiuno alle 3.15 di lunedì 26. Un film necessario, uno dei pochi degli ultimi anni che considero indispensabile in una formazione estetica. Poi potete pure odiarlo ma se non l'avete visto approfittatetene. Mi riprometto da anni di noleggiare Velvet Goldmine ma, complice un acquisito fastidio per il formato VHS, non l'ho mai fatto e non l'ho mai visto; sabato 1 maggio su Raitre all'1.00 non me lo farò sfuggire. La stessa notte su Italia 1 alle 3.45 il capolavoro di un cinema di capolavori come quello di Sam Peckinpah, Il mucchio selvaggio, pare però nella versione ridotta e non in quella reintegrata. Da non perdere comunque.
Visto il 21 aprile - QUIZ
Visto che inaspettatamente nessuno è riuscito a indovinare il quiz del 21, ecco un ulteriore fotogramma dallo stesso film. sabato, aprile 24, 2004
Kill Bill: l'antefatto
Vi confesso che la visione di Kill Bill Vol. 2 in immediata successione al Vol. 1 mi ha lasciato perplesso, confuso, e con un'idea poco chiara del film. Mentre rimugino ancora un po' prima di esprimere un giudizio, copio e incollo le mie opinioni sul primo volume, nel caso ve le siate dimenticate, non abbiate voglia di ravanare negli archivi e per qualche strano motivo vi interessino. L'ho visto forse otto volte, ma solo delle prime tre visioni ho lasciato traccia. Prima visione Probabilmente non è una buona idea scrivere a caldo su Kill Bill, ma eccoci. Sono perplesso. Il film contiene tantissime cose di cui vado pazzo: anime giapponesi, duelli all'arma bianca, ragazzine assassine, dialoghi salaci (non tantissimi a dire il vero), coreografie di lotta curatissime, trama non lineare, il Giappone medievale, stragi alla Peckimpah, la Yakuza, citazioni a gogò. Moltissimi bei momenti, su tutti il combattimento con Go Go Yubari, che sembra uscito dalle pagine di un manga, e la parte animata sulle origini di O-ren Ishii, realizzata dai tipi della Production IG (Jin-Roh, Ghost in the Shell, Blood: the Last Vampire, Patlabor, etcetc). Eppure l'insieme mi ha lasciato freddino, quasi fosse un altissimo esercizio di stile con poca ciccia, e rispetto ad alcuni suoi evidenti modelli mi sembra che ne colga la forma e l'essenza ma non l'anima, né ne aggiunga una propria. Be', avrò modo di ripensarci, lo rivedrò al cinema, mi procurerò il dvd, lo analizzerò atomo per atomo, ne discuterò nei commenti (se a qualcuno andrà di farlo) e magari cambierò idea. Dopotutto non sarebbe la prima volta: per esempio alla prima visione di Cuore Selvaggio ero più o meno nello stato d'animo in cui sono ora, e alla seconda visione me ne sono innamorato. Speriamo. E poi c'è sempre la versione per il Giappone, quella intera, quella senza sequenze in bianco e nero, quella dove la Sposa non minaccia soltanto torture ma le compie... magari l'anima se ne è andata là, nei fotogrammi eliminati e nel colore dilavato, chissà. seconda visione Alla seconda visione Kill Bill non migliora, come speravo, anzi. L'unico motivo per cui potrebbe valer la pena di rivederlo è la scena del combattimento con gli 88 folli, che è così frenetico che qualche dettaglio si perde per forza la prima volta. Ancora meglio sarà nella versione giapponese (a colori). Go Go Yubari cala come personaggio (troppo breve la sua apparizione per chi lo rivede), mentre l'anime galleggia sempre su livelli d'eccellenza, soprattutto per la violenza della regia, per la macchina che si muove come un'occhio inquieto e affamato, sorpreso anch'esso dai rapidi movimenti di O-Ren. Magari anche il film fosse così: i sofisticati movimenti di macchina nella Casa delle Foglie Blu emergono alla coscienza in tutto il loro splendore, ma restano freddi. Nonostante tutto non mi risparmierò una terza visione. terza visione Terza visione dell'ultimo film di Tarantino, per una volta perfettamente a fuoco e in versione originale (courtsey del Cinema Arsenale) riserva alcune sorprese. Va detto che ormai conosco la sceneggiatura a memoria e quindi l'effetto dell'immagine prevale fortemente su quello della trama, ma mi sembra che in inglese il film ci guadagni parecchio. La scena iniziale funziona meglio, e funzionava già alla grande; il fatto è che la voce di Bill in inglese è strisciante, alligna, fa venire i brividi, in italiano no. La scena con lo sceriffo texano, già molto buona, è ancora migliore, complice lo strascicato accento texano suo e del figlio numero uno. A questa terza visione il primo tempo mi sembra molto buono, complici i colori mozzafiato; i guai cominciano col viaggio ad Okinawa, anche se sentire la voce di Sonny Chiba sia diverso dal sentire un doppiatore che finge l'accento giapponese. Nel secondo tempo, fatta salva la strepitosa Go-Go Yubara, vedo molti difetti; in primis la scena del combattimento con gli ottantotto folli, per quanto molto ben coreografata, rompe alquanto il ritmo dopo Go-Go, ed è una pessima introduzione al combattimento, molto più statico, con O-ren. Tutto sommato l'avrei sacrificata. Il combattimento con O-ren soffre della contrapposizione; e tutto sommato, benché sia piaciuto moltissimo a moltissimi, non è granché. Soprattutto Lucy Liu non mi sembra all'altezza fisica della situazione con i suoi passettini e i movimenti un po' goffi; eppure in Charlie's Angels era un peperino mica da ridere. La sua voce è comunque meglio di quella della doppiatrice, e la decapitazione di Tanaka ci guadagna. Resta l'ultima prova d'appello, quella della versione giapponese. Speriamo arrivi presto. nota conclusiva Ridendo e scherzando, la versione giapponese ancora non l'ho vista. venerdì, aprile 23, 2004
Silly rabbit, tricks are for kids
In questa inoffensiva frase di Kill Bill vol.1, pronunciata a due da O-ren e Black Mamba, c'è un gioco di parole con il vero nome della Sposa (e a chi ha occhi attenti la cosa era già nota).
Io c'ero!
Partecipando ad una maratona Kill Bill ho visto entrambi i film separati da quindici minuti di intervallo. Sarebbe il caso di parlarne ma ho bisogno di dormirci sopra.
Decreto Urbani: gioie e dolori
Se scompare dalla legge la parte delle sanzioni per i provider, su Punto Informatico scatta l'allarme: per chi usa edonkey/emule è prevista la galera. (segnalo anche il commento di Eugene, con cui se fossi un giurista mi direi d'accordo) giovedì, aprile 22, 2004
Cannes: concorso infarcito di Oriente
Davvero impressionante il programma dei film in concorso di Cannes 2004. Ben cinque i film estremorientali, e di grandissimo lustro: l'ultimo film di Wong Kar-wai, 2046; Old boy, il nuovo di Park Chang-wook, che mi sbilancio a definire come il più grande regista sudcoreano con almeno un paio di capolavori al suo attivo; il seguito del celebre anime Ghost in the Shell, Innocence, sempre di Mamoru Oshii; Nobody Knows di Koreda Hirokazu, che molti di noi ricorderanno per After life, più volte trasmesso da Ghezzi; e infine un film del sudcoreano (a me sconosciuto) Hong Sang-soo, Woman is the future of man. Come "contorno", Kusturica, Coen brothers, Assayas, Moore, eccetera. Fuori concorso poi Kiarostami, Godard, Zhang, Almodovar. Sembra che ci sarà da divertirsi (e in questo contesto, è già tanto che ci sia un film italiano).
Scherza con i santi ma lascia stare i fanti
Un po' di sana blasfemia oggi proprio ci vuole: the Jesus Christ Action Figure.
The passion of the Christ, una recensione postuma
Antefatto Il "fenomeno" di The Passion of the Christ è sicuramente più importante del film: miracoli, polemiche, successi al botteghino, accuse di antisemitismo, appoggi da parte di ecclesiastici, insomma, non si poteva proprio sopportare. Per cautelarmi dall'effetto fenomeno ho aspettato fino a oggi ad andare al cinema; non che sia bastato attendere per evitarne le nefaste conseguenze: pregiudizi e aspettative. Capitolo 1: le aspettative Quindici giorni di astinenza, a stretto contatto con spettatori non astinenti, hanno prodotto un effetto curioso: l'impressione dei loro racconti si è riversata in me, e mi sono creato in qualche modo un "Passion" ideale, nella mia mente, trasformando in immagini in movimento quei racconti. Ebbene alla prova dei fatti l'immagine gran-guignolesca, sadica, estrema che mi ero fatta del film si rivela inadeguata. Mi aspettavo qualcosa come un Guinea Pig: the crucifixion, o almeno come un Irréversible. Il film, come rappresentazione raccapricciante della sofferenza di un uomo, è invece in qualche modo deludente: in particolare dopo la fustigazione, in cui alcuni momenti sono in effetti di grande forza, il corpo del Cristo trasformato in un reticolo scarnificato lo rende meno umano, e le ulteriori atrocità ci toccano ben poco, le guardiamo più distaccati. La maschera di sangue diventa una maschera che ne copre l'umanità, rendendocene più sopportabile, paradossalmente, la sofferenza. In secondo luogo, al momento della crocefissione, nonostante ci siano tutte le scene che ci sono state descritte, la loro forza è in qualche modo annacquata da un pudore della visione in precedenza assente. La celeberrima sequenza presa pari pari dal libro della Emmerich in cui a Cristo viene dislocato un braccio per poter mettere la sua mano in corrispondenza del foro praticato nella croce, per esempio, è appena abbozzata; io per primo avrei insistito di più. Su questo piano si poteva sicuramente fare di meglio. Zeffirelli descrive Gibson come un regista del sadismo spietato: ha visto poco cinema. Capitolo 2: l'antisemitismo L'antisemitismo presunto del film è probabilmente una delle chiavi del suo successo, senza andare a vedere se lo è perché c'è una domanda latente di cinema antisemita o per il semplice battage pubblicitario che l'accusa ha provocato. In ogni caso, alla resa dei conti, direi che il film si salva da quest'accusa. Certo rischia molto in questo senso, soprattutto nelle sequenze iniziali, quelle dell'arresto di Gesù da parte del Sinedrio, in cui cominciano a essere perpretate le prime sadiche violenze, e nelle prime scene della via Crucis, dove si mostra un popolo ebraico che non desidera niente di meglio che prendere a calci e a sassate un uomo già ridotto a una polpetta insanguinata e sepolto dal peso di una croce gigantesca. Sicuramente Gibson era ben cosciente delle accuse e ha lavorato di aggiunta e di sottrazione in modo da essere almeno ambiguo su questo aspetto; oltre al noto fatto che alla frase "Il suo sangue ricadrà su di noi e i nostri figli" non corrispondano i sottotitoli, che siano stati cancellati particolari imbarazzanti presenti nella versione originale della sceneggiatura, che sia stato dato grande risalto alle figure di Nicodemo e di Giuseppe di Arimatea come plateali oppositori della linea di Caifa, è la figura di Simone da Cirene, l'uomo che aiuta Cristo a portare la croce, ad essere utilizzata in modo da evitare l'accusa. In particolare l'epiteto sprezzante di "Judeus" che un romano gli rivolge inevitabilmente entra in cortocircuito con l'immaginario legato alla Shoah; è difficile a questo punto sostenere che il film sia antisemita. Qui poco ci interessa sapere se Gibson lo sia o no; il film intelligentemente lo evita. Capitolo 3: l'aspetto ideologico A parte per l'antisemitismo, il film è anche accusato di essere rappresentante di un cristianesimo fanatico e cupo, di volgere l'occhio sulla morte e non sulla resurrezione, di essere su posizioni preconciliari e oscurantiste, e infine di predicare l'odio. Mi ha sorpreso molto vedere molti non credenti rifiutare di vedere il film perché in qualche modo non presenta l'idea di cristianesimo che essi trovano accettabile, lamentandosi che "il messaggio evangelico non passa": embé? Su questo punto c'è poco da dire; il film sicuramente è schierato, al centro del film c'è la morte di Cristo e non la sua resurrezione; in quanto incitare all'odio non m'è parso. Ma a me, non credente, non eccessivamente preoccupato della pericolosità dei film, sostenitore di una libertà di espressione quasi integrale, queste cose interessano poco. Se proprio devo dare un'opinione su questo punto, devo dire che apprezzo il fatto che il film rifiuti radicalmente una versione "new age" del cristianesimo, tutto spirito gioia e resurrezione, a favore di una visione del cristianesimo più carnale, meno spirituale, senza aureole e corpi irradianti luce, in qualche modo più "medievale". Se c'è una cosa di cui non si può proprio più sono le agiografie patinate e i cristi biondi e sorridenti. Purtroppo il voler rimanere in qualche modo fedele all'immagine della Sindone e in generale all'iconografia tradizionale non ha permesso a Gibson di mettere in scena un Cristo molto diverso dal solito, ma sicuramente gli sarebbe piaciuto. Del fatto che non sia biondo si fa quasi un vanto. Capitolo 3: film o Sacra Rappresentazione? Tra poco parlerò di The passion of the Christ come film, ma qui mi preme puntualizzare che più che di un film si tratta di una Sacra Rappresentazione. I personaggi sono inevitabilmente piatti (a parte Pilato, che comunque ho visto trattare in modo più raffinato), i dialoghi scarni, la vicenda ben nota, le immagini sono appoggiate all'iconografia pittorica conosciuta, insomma è tutto molto rozzo e superficiale. Ma qui la profondità non interessava, evidentemente; si tratta di una messa in scena della passione fatta con lo stesso spirito con cui si fanno Sacre Rappresentazioni durante la settimana santa. Lo scopo non è né estetico né ideologico; qui ci si vuole evangelizzare, o se siamo già credenti vuole confermarci nella nostra fede. Vedendo la sofferenza del Dio che si è fatto uomo, della morte subita per liberarci dal peccato originale, dovremmo (ri)convertirci. Su questo piano il giudizio non si può dare. Io certo non mi sono convertito; l'effetto su altri può essere ben diverso, ma questo potrà interessare a Gibson, non a me. Capitolo 4: it is as it was Sul fatto che questo sia un film realistico si è parlato molto; la prima versione del commento del Papa al film ("it is as it was", per l'appunto), poi smentita, ha confermato l'idea a questo proposito; l'uso dell'aramaico e del latino ne rafforzano l'impressione, e infine l'occhio aperto su un supplizio rappresentato a vivi colori e certo non edulcorato lo farebbe proprio pensare. Invece io trovo che il fillm non lo sia, né che lo voglia essere; i fatti precedenti (a parte il Papa), sono accidentali. A Gibson non interessa affatto ricostruire l'epoca storica ed essere fedele a quel che può essere successo. Gli interessa invece mantenersi fedele all'iconografia sacra tradizionale occidentale, pur variandola a suo modo per seguire le linee narrative della Emmerich, nel tentativo come abbiamo visto di costruire una Sacra Rappresentazione in forma di pellicola. Conseguentemente il Cristo porta tutta la croce e non il solo patibulum; la sua croce è diversa e più maestosa di quella dei due ladroni; i chiodi vengono piantati nelle mani e non nei polsi, e così via. L'uso dell'aramaico e del latino sicuramente ha contribuito al successo del film; meglio l'aramaico, tutto schiocchi e suoni gutturali. Al latino avrebbe giovato l'uso della pronuncia restituita, non tanto per precisione filologica (che poi è dubbia) quanto perché con i suoi suoni aspri avrebbe funzionato meglio della pronuncia scolastica che è invece stata utilizzata. Le lingue "strane" comunque producono un atmosfera non di realismo ma di sacralità; come una messa in latino. Capitolo 5: the passion of the Christ Abbiamo appena visto che è forse assurdo, ma proviamo comunque a giudicare il film in quanto cinema. Inizia molto bene, con una sequenza suggestiva nell'orto dei Getsemani, e l'apparizione di Rosalinda Celentano colpisce nel segno, con un Satana androgino davevero notevole. La simbologia adottata nell'occasione non è felicissima ma comunque la scena funziona, anche per l'impatto che l'aramaico ha sulle nostre orecchie al primo ascolto. La prima avvisaglia che il film non sia stilisticamente ineccepibile l'abbiamo quando Giuda riceve i trenta denari dai sacerdoti del Sinedrio; non so cosa avesse in mente Gibson qui, ma la scelta di usare il ralenti in quest'occasione è veramente fallimentare. Il ralenti accompagnerà tutto il film, anche se in modo meno disturbante; personalmente, avrò visto troppo John Woo, ma ne avrei comunque ridotto l'uso di molto. La scelta degli attori è parzialmente azzeccata; le donne danno quasi tutte un'ottima prova, con in testa Maia Morgersten, compresa la Bellucci ed esclusa la Gerini; meno bene gli attori maschi. In particolare il Cristo ha effettivamente poche possibilità come personaggio in questo contesto (è una "tinca" come si dice in gergo attoriale), ma James Caviziel non sembra neanche provarci. Sufficienti Pilato, Caifa e Anna; gli aguzzini romani, che per scelta registica sono dei sadici ghignanti, li avrei scelti più simili agli aguzzini di Salò, ovvero le 120 giornate di Sodoma; in ogni caso non recitano. Assolutamente insignificanti gli apostoli, e l'unico ad avere una scena tutta per sé, Pietro, la spreca pessimamente; anche Giuda non è granché. Notevoli le musiche, che riescono a farci credere al film anche nei suoi momenti meno realistici. Comunque il lavoro non è malaccio, a tratti funziona, sebbene avrebbe potuto giovarsi di qualche sforbiciata durante la via crucis, eccessivamente lunga. Alcuni flashback sono interessante: citerei quello della Madonna che vede Gesù, bambino, cadere e accorre a consolarlo, e quello in cui la Maddalena viene salvata dalla lapidazione. Due parole sui momenti che seguono la morte di Gesù: improvvisamente c'è uno scarto di marcia e il film peggiora molto. Una goccia d'acqua (una lacrima?) cade dal cielo e scatena il terremoto; i valenti romani se la danno a gambe in tutta furia (e perché? sono all'aperto); al Cristo viene ferito il costato da cui esce uno zampillo intermittente (ma allora è ancora vivo!) che letteramente annaffia il soldato con la lancia, e apparentemente lo converte. Segue una pietà, dissolvenza al nero, resurrezione. Queste fasi convulse sono davvero poco convincenti; l'effetto digitale della goccia che cade è troppo plateale, anche se l'idea in sé non è pessima; la pietà, pur volendo aver forza pittorica, è orrendamente macchiata dal corpo sfigurato, e perde vigore; la resurrezione di Cristo che si alza in piedi e cammina, senza mostrarci l'incontro con i discepoli, è giustamente reticente, ma la sua realizzazione pratica non soddisfa. Mi è quasi sembrato che il Cristo risorto si alzasse e andasse a cercare la sua vendetta, ma questa è la storia del film che vedremo domani. Frammento di una crocefissione, Francis Bacon mercoledì, aprile 21, 2004
martedì, aprile 20, 2004
Vittoria
Forse non tutti sanno che era in discussione in parlamento un disegno di legge del ministro Giovanardi che prevedeva chiusura dei locali alle 3, fine della vendita di alcolici alle 2 e chissà che altro. Invece le discoteche rimarrano aperte quanto ci pare. Viva la libertà!
Il gioco di Kill Bill
Dal sito ceco del film: riuscirai a uccidere mutilare decapitare tagliare per il lungo tutti gli 88 folli? Non è facile, non è facile, e soprattutto ci vuole un sacco di tempo. (via Geisha Asobi)
L'attacco del polpo rosso gigante
Una straordinaria (e eccessivamente lunga) avventura di Pinpin le lapin. (via The Ultimate Insult) lunedì, aprile 19, 2004
-3 bis
Primo ai botteghi USA, cominciano a comparire recensioni anche da noi. Si lo so, il volume 1 a me non era piaciuto poi così tanto, l'avevo trovato una somma deludente di ottime sequenze. Però perché non creare un po' di hype? Dopotutto si può giudicare un film solo dopo averlo visto per intero. domenica, aprile 18, 2004
Segnalazioni di segnalazioni televisive
Perché compilare la settimanale rubrica quando ce ne è una equivalente su cinemavvenire? Mi limito ad aggiungere che martedì 20 su Rete 4 è previsto Kippur, il film più famoso di Amos Gitai, e a insistere sui due film giapponesi di Fuoriorario sabato: Elogio della lotta, terzo film della riscoperta di Seijun Suzuki che Ghezzi ci sta regalando e che per me è il film da non perdere della settimana, e Boiling point di Takeshi Kitano, che non sarà il suo film migliore ma contiene alcune sequenza d'antologia (e il suo piccolo ruolo è dinamite pura). sabato, aprile 17, 2004
Consigli per gli acquisti: Citizen Berlusconi
Nel caso vi fosse sfuggito, sul sito di Internazionale è acquistabile a soli 7 euro comprese le spese di spedizione. Già che ci siamo, dei film elencati vi consiglio quantomeno Happiness, Canicola e Yi-yi. Unico problema, ci vuole una Carta Sì/Visa (e io ho una Mastercard), altrimenti bollettino postale.
Dopo lunga e frustrante attesa
Sul blog di Tommaso Labranca è finalmente disponibile il suo raro Andy Warhol era un coatto. venerdì, aprile 16, 2004
Visto oggi - QUIZ
Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard Fabienne Tabard. Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon Christine Darbon. Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel Antoine Doinel. giovedì, aprile 15, 2004
Pagina 23
1 Afferra il libro più vicino a te in questo momento. 2 Apri il libro a pagina 23. 3 Trova la quinta frase. 4 Postala nel tuo blog insieme a queste istruzioni. Ecco il risultato: Be', cazzo, a questo punto ce lo possiamo permettere - anche se ovviamente glielo dobbiamo chiedere, coglione che sei, dobbiamo chiedere alla mamma della tv, se deve stare accesa o spenta - è il suo programma - ma che idiozie stai a dire? "L'opera struggente di un formidabile genio", di Dave Eggers (Gira tra i blog americani, trovato su J-walk) martedì, aprile 13, 2004
Segnaliamo un articolo/Nouvelle Vague
Images è una webzine di critica cinematografica americana come ce la si immaginerebbe, pronta ad accusare il cinema europeo di spocchia e di elitarismo ( almeno così fa nelle poche recensioni che ho letto); questo articolo sulla Nouvelle Vague e i close ups mi è però sembrato davvero bello. (in inglese) lunedì, aprile 12, 2004
Aò, the passion of the christ?
Mentre il tenutario di questo blog continua a disertare la sala cinematografica in "attesa che le acque sbollano" (o per pura infingardaggine come mi viene il sospetto), vi segnalo questo sito dove potrete leggere, sembrerebbe per esteso, il libro The dolorous passion of our Lord Jesus Christ della mistica tedesca Anne Catherine Emmerich (1774-1824), che pare abbia ispirato il film Gibson almeno quanto i Vangeli (fatta salva l'eliminazione dei numerosi angeli consolatori come quello in copertina). The body of our Lord was perfectly torn to shreds,—it was but one wound. He looked at his torturers with his eyes filled with blood, as if entreating mercy; but their brutality appeared to increase, and his moans each moment became more feeble. When the executioners had nailed the right hand of our Lord, they perceived that his left hand did not reach the hole they had bored to receive the nail, therefore they tied ropes to his left arm, and having steadied their feet against the cross, pulled the left hand violently until it reached the place prepared for it.
10 anni di cinema secondo Jean-Luc Godard (56-65)
Incuriosito dal fatto che l'appena trasmesso Moi, un noir era stato selezionato tra i migliori dieci film del 1959 da Godard per i Cahiers du cinéma, ho recuperato tutta la lista. Si scoprono varie cose interessanti: manca À bout de souffle (l'unico suo film inserito in dieci anni è Vivre sa vie, in una modesta sesta posizione), e in quel 1959 Moi, un noir precede di diverse posizioni Les Quatres cent coups. domenica, aprile 11, 2004
sabato, aprile 10, 2004
La frase televisiva della settimana
Vorrei fare una legge che preveda che solo chi dimostra di aver fatto uso di droghe, abbia fatto l'amore in gioventù, cioè che abbia fatto tutto quando era giusto farlo abbia un luogo di potere perché nel 90% dei casi non appena hanno il potere perdono la testa per le donne, per la droga... Luca Barbareschi intervistato da Report venerdì, aprile 09, 2004
Segnalazioni televisive fai da te
La settimana dall'11 al 18 aprile mi sembra particolarmente priva di spunti di interesse, tra film belli visti e rivisti e film meno belli (giustamente) poco visti. Io mi limito a segnalare Moi, un noir del recentemente scomparso Rouch su Raitre domenica 11 alle 1.15; se avete qualcosa da segnalare fatelo liberamente nei commenti.
L'avevo detto io, l'avevo detto
Sul Buroggu l'opinione di un italiano che vive in Giappone sui luoghi comuni del film di Sofia Coppola. (via Wittgenstein) giovedì, aprile 08, 2004
Impara l'arte e mettila da parte
Non so a quanti di voi possano interessare, ma da oggi su exju partono le lezioni di serbo. A me la cosa attira molto. mercoledì, aprile 07, 2004
Visto oggi: School of Rock
Non sarà il film dell'anno, è molto meno eversivo di quanto avrebbe potuto essere, non ha una sceneggiatura perfetta, ma non si può certo dire che non ci si diverta, e molto, durante la visione. Non lasciatevi distogliere dal trailer o dai riassunti della trama e dategli una possibilità. Consigliato per una serata spensierata, come ne capitano sempre di meno. Jack Black è il nuovo Belushi? Direi di no, ma vederlo in azione è un gran piacere. Nota: la distribuzione italiana si è dimenticata di sottotitolare le parti cantate; se masticate l'inglese prestate attenzione.
Urbani update
Il ministro ha querelato Report per la trasmissione di cui si parla qualche post più sotto. martedì, aprile 06, 2004
Segnalazioni televisive dell'ultimo momento
Stasera su Raitre alle 23.40, per Doc3, L'Africa di Leni Riefenstahl. UPDATE: Se leggete questo post solo ora probabilmente vi siete persi il film, che ha restituito le immagini di una Riefenstahl quasi centenne ma estremamente vitale, combattiva e "regista" (come la si era d'altronde lasciata con l'altro documentario, di cinque anni precedente, "The Wonderful Horrible Life of Leni Riefenstahl"). Ricercando le immagini dei Nuba di cui si parlava non ho trovato siti online che ne riportino di più e in miglior qualità di quanto faccia questo. Buona visione.
I don't like the hype
Domani esce The passion of the Christ, e io per il momento non lo guardo. Troppo casino, troppe polemiche, troppa eccitazione, troppo successo: sospendo la visione per tempi più adatti (tra due settimane, dopo aver visto Kill Bill vol 2, dovrebbe andare bene). Nel frattempo vi segnalo questo post di miic.
Test your english
Ammetto di non esserne granché orgoglioso, ma son risultato così (via Morelli via MacUbu): You are an AVERAGE speaker of English. Not much more to say about you... How grammatically sound are you? brought to you by Quizilla lunedì, aprile 05, 2004
I cartoni in Tv! (segnalazioni televisive per appassionati di animazione)
In questi tempi di penuria di buoni cartoni animati in televisione (fatta eccezione per il solito One piece/All'arrembaggio) Last Exile spicca e probabilmente vale mezz'ora settimanale del vostro tempo, anche se è difficile giudicarlo dalla prima puntata. Su MTV ogni martedì alle 21.30, replica il sabato alle 14.30.
Urbani, il cinema e la malafemmena
L'ultima puntata di Report, dedicata all'articolo 28 e ai misteri del finanziamento pubblico del cinema italiano, era molto interessante. Se ve la siete persa la potete però leggere.
Stringate segnalazioni televisive
E in ritardo pure, vi siete persi Rapina a mano armata? Be' peccato. Mercoledì 7 aprile alle 1.55 su Raiuno il film tutto sommato deludente di Kusturica Arizona Dream, che però vale comunque la pena di vedere non fosse altro per via di Vincent Gallo; in contemporanea alle 3.10 su Rete 4 Harvey, commedia con James Stewart e un enorme coniglio bianco. Venerdì 9 aprile quello che secondo me è il miglior lavoro della Pixar (e quindi è un capolavoro di inenarrabile bellezza): A bugs' life, alle 21 su Raidue. Alle 3.05 un classico di John Ford cavalcherà su Raitre, Il massacro di Fort Apache. Da non trascurare Il vangelo secondo Matteo di Pasolini su Rete 4 alle 2.20; siccome però esce restaurato al cinema credo che non lo guarderò in Tv, forse tagliato e con la pubblicità tra "cruna" e "dell'ago". sabato, aprile 03, 2004
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO CULTURALE SERBO Sottoscrivendo questo appello domandiamo che la devastazione che i guerriglieri di "liberazione" del Kosovo stanno perpetrando a danno del patrimonio culturale serbo della regione cessi immediatamente, distruzione che li porta a colpire i monasteri e le chiese d'epoca medievale. Sollecitiamo la NATO ed i leaders politici della comunità albanese, in particolar modo il Signor Robertson e il Signor Rugova, affinché prendano tempestivi provvedimenti per impedire che l'insostituibile patrimonio culturale subisca ulteriori e insensati danni. Le firme degli aderenti all'appello verranno inviate all'organizzazione dell'Educazione, Scienza e Cultura delle Nazioni Unite all'indirizzo e-mail Unesco. Puoi leggere il testo dell'appello a questo indirizzo: http://www.petitiononline.com/SNN/petition.html Puoi sottoscrivere l'appello a questo indirizzo: http://www.petitiononline.com/SNN/petition-sign.html Se hai intenzione di aiutare a diffondere questo appello, puoi perdere pochi minuti per inoltrare il testo e il link originale agli amici che pensi possano essere interessati. Se hai un weblog o un sito e vuoi ospitare l'appello, ti ringraziamo per l'aiuto. NB. L'appello originale è in inglese. Se devi inviarlo a persone che lo leggerebbero più facilmente in italiano, copia pure la traduzione che hai appena letto, e diffondi anche il link del mio post insieme al link originale. Grazie. L'appello in italiano: http://www.exju.org/archivio/appello_per_la_salvaguardia_del_patrimonio_culturale_serbo.html venerdì, aprile 02, 2004
Era il primo aprile
Una lista di siti (americani) che ieri hanno fatto qualche scherzetto. (via J-walk)
Io ci sto
I referendum spesso sono stati controproducenti, velleitari, hanno investito la popolazione tutta di decisioni tecniche, insomma, in generale se ne è abusato. Però la questione della fecondazione assistita mi sembra appartenga al grande filone delle leggi che riguardano i diritti civili e l'etica, e secondo me val la pena provarci. (via emmebi)
Cuore affamato/La vita è un miracolo
Il 14 maggio esce il nuovo film di Kusturica. (Grazie a babsi per la segnalazione)
Vittoria?
Il ministro Urbani invita il parlamento a rivedere la parte sanzionatoria del suo stesso decreto legge. Adelante Pedro, si puedes. giovedì, aprile 01, 2004
Segnaliamo un blog
L'han già segnalato tutti quanti, ma leggendo il bellissimo post odierno mi è venuto da pensare che forse c'è qualcuno che legge questo blog e non gli altri, e che si sta perdendo qualcosa di davvero interessante. Haramlik, il blog di Lia.
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