Il weblog di Gokachu


mercoledì, dicembre 31, 2003
I film migliori del 2003 secondo lo scrivente
Come da tradizione cito i film che più mi sono piaciuti nel 2003 e un po' mi sbizzarrisco. Disclaimer: alcuni promettenti film del 2003 non sono ancora pervenuti ai miei occhi, e quindi saranno casomai inseriti nella classifica del 2004.

1) La 25a ora
2) Elephant
3) La città incantata

Menzioni d'onore: Dogville, The Eye, Appuntamento a Belleville, Il ritorno, Tutto o niente, Lagaan
Film che mi hanno deluso: Lost in La Mancha, Kill Bill volume I, Lost in translation, The dreamers, Hulk, Son frère, 2Fast2Furious, Charlie's angels: full throttle
Flm che non mi aspettavo granché e invece no: Il pianeta del tesoro, Cabin fever
Film inediti o rari in Italia che ho visto grazie al web o alla videoteca e che consiglio spassionatamente: Fulltime killer, My sassy girl, El topo, Bad guy, Joint security area, Chaos, Bangkok dangerous
Cosa più brutta vista al cinema quest'anno: Golem




Antiamericano io? Tzé.
In Italia gira la favoletta che dice che gli americani sono mediamente stupidi, gente di poco gusto, sempliciotti un po' alla buona. Com'è però che noi accorriamo in massa a vedere Natale in India mentre tra i dieci film più visti negli USA nel 2003 non c'è niente di così squallido? Sì, d'accordo, Una settimana da Dio era un po' penoso, sì vabbè, Matrix 2 e Matrix 3 erano film inutili, ma qui si parla della coppia Boldi-De Sica, campione d'incassi ultradecennale, sdoganata ormai da qualche anno da critici celebri e politici raffinati. E l'anno scorso, com'è che qui Pinocchio ha incassato 28 milioni di euro e là è stato un flop nonostante le invitate televisive, la distribuzione in gran numero di copie e le partnership illustri? Per di più, mentre laggiù il cinema è davvero fenomeno di massa (Finding Nemo è stato visto da un americano su sei), qui si profila come consumo privilegiato delle élites "colte" (Le due torri, il film più visto finora nel 2003 in Italia, è stato visto da un italiano su venti). Mah. Sempliciotti un po' alla buona chi?




Miserabile fallimento!
Nonostante le previsioni nefaste di alcuni guru del web, alla fine (cioè al primo refresh del database dei link di google) il giochino di legare la frase "miserabile fallimento" alla biografia di Berlusconi, a cui anche questo blog si è prestato, funziona. Bastava aspettare: Carlo lo aveva detto. La notizia è stata riportata da molti; io me ne sono accorto via Denti, che linko sempre con piacere.



Silhouettes ed arti marziali
Conoscete la fantastica serie di web animazioni di Xiao Xiao? Io per certo non conoscevo questo sito dove oltre alla serie completa ci sono anche tutte le parodie e gli spinoff. (grazie a Larm per la segnalazione)




martedì, dicembre 30, 2003
Forse non tutti sanno che...
Il film di Tim Burton "Mars Attacks!", ritrasmesso anche di recente in TV, trae ispirazione e iconografia dalla omonima serie di figurine da bubble-gum. Su questo sito dai colori improbabili trovate l'intera collezione.




Recensione ultralampo di un DVD
The hunted è tutto sommato un film dimenticabile, con un inizio politicamente (a me) sgradevole, e con trama e personaggi molto poco sviluppati. Però, bella fotografia, e soprattutto notevolissimi e inventivi combattimenti all'arma bianca, di una fisicità che non si vede spesso. Scarsi gli inserti speciali, consistenti praticamente nel solo trailer; è presente la versione originale ma ci sono solo i sottotitoli in italiano (confesso, amo guardare film in inglese con sottotitoli in inglese).



lunedì, dicembre 29, 2003
Attese ansiose
A leggere recensioni come questa viene una certa smania di vedere questo film.



Recensione lampo di un DVD
Stuart Little 2 è un film che si presta ad essere attaccato da più lati, ma io l'ho trovato spassoso, delicato, benissimo animato. Da preferire di gran lunga la versione originale, con Michael J. Fox dove in italiano si ha Laurenti (brrr) e dialoghi migliori, anche se i gatti forse sono troppo sopra le righe. Ricchi i contenuti speciali. Nella mia recente mania di attribuire voti come a scuola, un bel sette non glielo toglie nessuno.




domenica, dicembre 28, 2003
Girellando per cineblogs
Contrariamente alla mia abitudine stasera mi sono aggirato su blog a me non conosciuti, e mi ha colpito questa interessante recensione di Dogville fatta da uno che decisamente non ama Von Trier.



sabato, dicembre 27, 2003
Nonsiamosoli
Segnalo che anche ad un altro blogger l'ultimo film di Sofia Coppola non è piaciuto granché. Be', lui ci dà giù molto più duro di me, ma con tutti i post entusiasti che si sono letti difendere la regia della Coppola non mi sembra necessario.

P.S. Non ho citato Emanuela Zini che all'uscita del film espresse un parere piuttosto simile al mio. Per penitenza,traduco qui approssimativamente il dialogo tra Bill Murray e il regista giapponese, trovato grazie a Kit.

REGISTA (in giapponese all'interprete): La traduzione è molto importante. Ok? La traduzione.
INTERPRETE: Si, naturalmente, capisco.
REGISTA: Mr. Bob-san. Lei è seduto tranquillamente nel suo studio. E c'è una bottiglia di whisky Santori sulla tavola. Capisce, giusto? Con sentimento accorato, guardi nella macchina, teneramente, e come se stesse incontrando dei vecchi amici, dica la battuta. Come se fosse Bogey in Casablanca, che dice "Salute", tempo di Santori.
INTERPRETE: Vuole che lei si giri e guardi nella macchina.
BOB: Ha detto solo questo?
INTERPRETE: Sì, si giri verso la macchina.
BOB: Vuole che mi giri da destra o da sinistra?
INTERPRETE (in giapponese molto formale, al regista): E' preparato e pronto. E vorrebbe sapere, quando la macchina sarà in azione, si fdovrà giorare a destra, o si dovrà girare a sinistra? E' molto importante per lui e lo vorrebbe sapere, se non le spiace.
REGISTA (molto bruscamente e in giapponese molto informale): Va bene in tutti e due i modi. Questo tipo di cose non conta. Non abbiamo tempo, Bob-san, ok? Bisogna fare in fretta. Alzi la tensione. Guardi in macchina. Lentamente, con passione. E' la passione che vogliamo. Capisce?
INTERPRETE (in inglese, a Bob): Da destra. E, uh, con intensità.
BOB: Tutto qui? Sembrava avesse detto molto di più.
REGISTA: Quello di cui parliamo non è solo whisky, d'accordo? E' come se incontrasse dei vecchi amici. Dolcemente, teneramente. Gentilmente. Lasci che i suoi sentimenti si acuiscano, La tensione è importante! Non lo dimentichi.
INTERPRETE: Come un vecchio amico, e in macchina.
BOB: Ok.
REGISTA: Capisce? Lei ama il whisky. E' tempo di Santori.
BOB: Ok.
REGISTA: Ok? Ok. Giriamo. Azione.
BOB: Tempo di relax, tempo di Santori.
REGISTA: Stop stop stop stop stop! (in una forma di giapponese molto maschile, come un padre che parla ad un figlio disobbediente) Non provare ad ingannarmi. Non far finta di non capire. Capisci o no quel che stiamo provando a fare? Il Santori è molto esclusivo. Il suono delle parole è importante. E' un drink costoso. E' il n. 1. Ora proviamoci di nuovo, e dà il sentimento che sia qualcosa di esclusivo.Ok? Questo non è un whisky da tutti i giorni.
INTERPRETE: Potrebbe farlo più lentamente e?
REGISTA: Con un emozione più estatica.
INTERPRETE: Più intensità.
REGISTA: (in inglese) Tempo di Santori. Motore.
BOB: Tempo di relax, tempo di Santori.
REGISTA: Stop stop stop stop stop! Dio, la sto implorando!



giovedì, dicembre 25, 2003
Torna "All'arrembaggio" (aka "One piece")
L'unico cartone animato di cui attendevo con una certa impazienza la ripresa parte su Italia 1 alle 13.35 del 29 dicembre. Resta da vedere se ricominceranno da capo come al solito o ci daranno subito dentro con le puntate inedite.




mercoledì, dicembre 24, 2003
Babbo Natale e Satana sono la stessa persona
Anche quest'anno per le festività natalizie sono lontano dal mio aggancio adsl. Pur riuscendo a collegarmi grazie alla rete gprs, il blog verrà aggiornato in modo più saltuario del solito, se possibile. Nel frattempo, Buon Natale!




martedì, dicembre 23, 2003


Ragionamenti oziosi
Guardando Decalogo 6 mi è tornata alla mente un'idea che mi girella in testa da un bel po'. Per quanto ci pensi, non riesco a trovare un regista che rappresenti meglio l'idea platonica di cinema europeo di quanto abbia fatto Krzysztof Kieslowski: un'idea di cinema forte, profondamente diversa da quella di cinema americano ma anche da quelle multiformi di cinema asiatico. C'è qualcosa nella sua scrittura, nella sua regia, nel suo modo di inquadrare i volti o i campi lunghi, nella recitazione dei suoi attori, che mi fa pensare: questo è il nostro sguardo, e quello che viene inquadrato siamo noi. Che lavori con due soldi o con un budget notevole, il suo cinema è l'emblema del nostro cinema. Con la sua scomparsa, da ormai sette anni, siamo tutti un po' più persi.




lunedì, dicembre 22, 2003
Segnalazioni televisive
Per le vacanze di Natale alcune segnalazioni sparse: mercoledì 24 su Raitre andrà in onda Playtime di Jacques Tati (via jpb_). Nel caso abbiate visto l'ottimo Appuntamento a Belleville e quel tipo di comicità vi sia risultato del tutto fresco e innovativo, ricredetevi guardando questo film di uno dei maggiori talenti comici europei di tutti i tempi. Venerdì 26 ancora su Raitre Lancillotto e Ginevra di Robert Bresson; domenica 28 sempre su Raitre due film di Abel Ferrara: Il nostro Natale e soprattutto The addiction, memorabile film di vampiri. Tutte le tramissioni in orario rigorosamente notturno.




domenica, dicembre 21, 2003
Visto ieri
In the cut, di Jane Campion, 2003. Un thriller d'atmosfera, un viaggio claustrofobico e agorafobico nella città di New York, una parziale delusione. Da Jane Campion mi aspetto sempre molto, e qui lei ci dà molto in alcune sezioni (la fotografia, espressivamente sfuocata quasi sempre e dai colori cupi, la regia inquieta e inquietante) ma troppo poco in altre (la trama thriller non ci appassiona veramente mai: in questa New York in cui tutti sono potenziali assassini non bramiamo troppo di scoprire chi lo è in atto; i personaggi maschili sono poco interessanti; i frammenti di storie incompiute che incrociano il film sono a volte evocativi ma a volte non funzionano bene, ad esempio le vicende della pur ottima Jennifer Jason Leigh). Per quanto riguarda Meg Ryan, su cui a causa della Aspesi si è dibattuto molto, a me è sembrata notevole. Infine, non lasciatevi sviare dalle atmosfere languide del trailer (che han funzionato, la sala era piena e c'era gente seduta sugli scalini): i Portishead non ci sono, la musica "da cinema" è assente, e forse è un peccato.




Berlusconi fino al 2011 (o anche al 2016)
Lui è molto contento dell'ottimo lavoro svolto finora e pieno di entusiasmo per gli impegni futuri. Io un po' meno.



sabato, dicembre 20, 2003
Per Natale, NON regalate un cd
O almeno così si consiglia su questo sito. Per me, vale al 100%: non regalatemene.



venerdì, dicembre 19, 2003


Visto oggi
Onmyoji (aka Yin-Yang Master), di Yojiro Takita, 2001. E' un film fumettone, ambientato nelle profondità del passato giapponese, non privo di un certo fascino grazie agli ingenui ma divertenti effetti speciali e agli attori. Tutto sommato è un innocuo passatempo. Più che del film in sé mi preme parlare della collana Dynamic Live Action, grazie alla quale ho potuto noleggiare il film in dvd e postare qui anziché nell'a lungo trascurato cinemainvisibile; nel parco film si trovano la trilogia di The Ring, il sequel perduto, Rasen, uno spinoff da quattro soldi come deve essere Isola e altri film piuttosto sconosciuti o famigerati, come St. John's Wort. Tutti film giapponesi e tutti film con qualcosa a che fare con l'horror; un tentativo di battere il ferro finché era caldo che evidentemente si è scontrato con delle ristrettezze di budget o problemi di altro tipo. Fatto sta che si sente la mancanza di titoli come Kairo o Audition o Uzumaki, non dico Ju-On e Dark Water, che sono film sicuramente più costosi e già nelle grinfie dell'ex Tele+. Il non voler uscire dai confini giapponesi mostra forse una certa ristrettezza di vedute; un Phone o un Whispering Corridors in una serie come questa avrebbero fatto la loro porca figura. Comunque un tentativo coraggioso, da sostenere: andate e noleggiate. Tra i film che dovrebbero essere potabili, oltre a questo, ci dovrebbe essere quantomeno Inugami; e anche The Princess Blade potrebbe meritare un'occhiata.




giovedì, dicembre 18, 2003
(ri)Visto ieri
The Kingdom di Lars Von Trier, 1994. Twin Peaks incontra ER in questa miniserie televisiva (4 ore e mezza) ambientata in un grande e storico ospedale di Copenhagen. Storia di fantamsi e non solo, estremamente divertente, ben recitata, inquietante, inventiva, stimolante. Il primario svedese non si dimentica (Qui, la Danimarca, uno sputo di gesso nell'acqua. Laggiù, la Svezia, scolpita nel granito. Danesi, canaglie pezzenti!), sia per la recitazione di Ernst-Hugo Järegård che per le sue battute, di un sarcasmo spintissimo: un twinpeaksiano Albert con molto molto più spazio e molto molto meno freddo. Una visione necessaria e nonostante la lunghezza per niente pesante. Raccomandatissimo. E con un finale del genere, desta stupore che esista un seguito (che non ho ancora visto): non perchè non ci siano tracce narrative aperte, ma perché lo sono davvero troppo.




Visto l'altro ieri
Le invasioni barbariche, di Denys Arcand, 2003. Un film di sceneggiatura, con lunghi brillanti dialoghi e una certa monotematicità registica, dall'assunto ambiguo, che ho il sospetto essere un lungo canto d'amore del regista per se stesso. Umorismo e morte in un'opera cerebrale e per molti versi interessante che nella sua letterarietà è quasi l'esatto contrario di ciò che cerco nella forma d'arte chiamata cinema. Bene gli attori, anche se desta un certo stupore la palma d'oro assegnata a Marie-Josée Croze: non per fare il larsvontrieriano, ma come preferirla alla Nicole Kidman di Dogville? Il gigionesco Remy Girard strafà ma lo si può perdonare. Lacrime e risate a volte sono un po' meccanici. In estrema sintesi, sei e mezzo.




martedì, dicembre 16, 2003
Regalo di Natale
Un uomo di ottantatré anni al posto giusto impedisce alla decenza di lasciare il nostro paese. Non durerà, ma nel frattempo godrò a vederli dibattersi: come faranno a riapprovare la legge in tempo per evitare a Retequattro il decollo sul satellite?



Un po' di blasfemia
Il comodo Screaming Jesus Clock potrebbe sostituire l'antiquato crocefisso nelle nostre aule scolastiche, ma francamente non vedo perché ce ne dovremmo privare nelle nostre case.

Decorato graziosamente con un'immagine del nostro salvatore a rappresentare ogni ora, l'Orologio di Gesù Urlante emette uno speciale suono ogni sessanta minuti che vi ricorderà costantemente del dolore che Egli deve aver sofferto quando veniva inchiodato alla croce.
(...)
Se lo acquisti subito ti invieremo la nostra edizione limitata dell'Orologio da polso di Gesù Urlante! Viene fabbricato con la stessa accuratezza e gli stessi suoni dell'orologio da muro, ed è perfetto per ricordarvi il dolore di Gesù mentre vi state godendo la bella giornata all'aperto.
(via J-Walk)



lunedì, dicembre 15, 2003
Online su cinemavvenire
Recensione del penultimo film di Kim Ki-duk, The Coast Guard.




domenica, dicembre 14, 2003
Consigli per gli acquisti
Questa settimana Repubblica per i Grandi Classici del fumetto presenta L'arte di Jjiro Taniguchi. Se non lo conoscete a causa dell'alto costo dei volumi, adesso non avete più scuse. Oltre al ben noto "L'uomo che cammina" il volume di Repubblica contiene il tutt'ora inedito e previsto per Planet Manga "Gourmet". Su questo straordinario autore mi sono già espresso: lo amo.




Visto oggi
Secondo me Carlo Cecchi nel secondo atto de I sei personaggi in cerca d'autore si diverte come un matto.




sabato, dicembre 13, 2003
I corti della Pixar
Ve ne siete persi qualcuno perché negli anni '80 avevate altro da fare (chessò, nascere)? Qui si possono vedere online, anche se non tutti per intero. Semplicemente geniali.




What is the Meatrix?
Mai campagna di consumo critico è stata così divertente. Welcome to the Meatrix. (per anglofoni, via Inkiostro)



venerdì, dicembre 12, 2003
Buon Natale!
Come ormai da qualche anno a Pisa l'amministrazione comunale o chi per essa ha provveduto a fornire le vie centrali della città, in cui fra l'altro il sottoscritto VIVE, di altoparlanti a schiera che diffondono orrende canzonacce natalizie o classici dance degli anni settanta, con un'acustica distortissima e un volume tanto alto da essere in alcune zone davvero insopportabile. Complimentoni.




giovedì, dicembre 11, 2003
Gli ultimi saranno i primi
The Last Samurai, il film "giapponese" con Tom Cruise, è primo al botteghino USA. Speriamo bene.




Berlusconi fai da te
David Lynch chiede a Berlusconi ed Agnelli di finanziare la diffusione in italia delle tecniche di meditazione trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi con un'operazione di mecenatismo degna di Lorenzo de Medici. Io nel dubbio che i magnati non acconsentano mi leggo un libro online.



mercoledì, dicembre 10, 2003
Zatoichi, la seconda volta
Alla seconda visione emergono alcuni difetti (il doppiaggio, per esempio, o la prolissità di alcuni passaggi), e si disincarnano dalla storia alcune sequenze, che brillano purificate di luce propria. Zatoichi non è il migliore film dell'anno, nemmeno il secondo e neanche il terzo, ma nel momento del finale danzante raggiunge davvero i vertici dell'arte. Per intensità , di tutti i film che ho visto quest'anno, lo metterei alla pari solo con il finale de La 25a ora. Anche alcune sequenze comiche, riviste, rivelano una perfezione dei tempi rara e preziosa con l'aria che tira. Infine le sequenze d'azione vera e propria hanno una compattezza e una micidialità inusitate, nonostante l'uso ammansente di effetti digitali; niente male per un autore quasi del tutto nuovo al genere, che in precedenza ha preferito mettere le scene d'azione fuori dall'inquadratura o coreografare sparatorie in cui gli attori stanno immobili finché una delle due parti esaurisce i componenti.



Miserabile fallimento
Questo sito aderisce all'iniziativa di Paferrobyday, anche perché in questo momento, se si cercasse con Google "miserable failure" e per errore si selezionassero solo pagine italiane, comparirebbe al primo posto. (via exju)




martedì, dicembre 09, 2003
Ghezzi Ghezzi Ghezzi
Stasera a Nero su Nero sono andate in onda due puntate di Twin Peaks (o se vogliamo, il pilota della seconda serie non spezzato in due). Il mio videoregistratore non lo sapeva.



Risvegli
Cioè, praticamente è uscito l'album nuovo dei Lamb e io non me ne ero accorto?




lunedì, dicembre 08, 2003
Ne parlo bene, ne parlo male
Il Mereghetti 2004 affibbia a Lilo&Stitch una misera stellina e mezzo. Non sono d'accordo, per niente, ma passi. Leggo però:
E basta dare un'occhiata alle fattezze nipponiche dell'ET protagonista per capire il reale intento - fallito, anche economicamente - del film, quello di contaminare la calda classicità disneyana (...) con il freddo e popolarissimo look di Pokémon e succedanei, per sfruttare il loro successo.

Lilo&Stitch è stato, esclusi ovviamente i film della Pixar, il film d'animazione Disney di maggior successo degli ultimi anni: ha incassato, solo negli USA, più di centoquarantacinque miloni di dollari. Terminator 3, tanto per fare un confronto con un film di buon successo di oggi, ne ha incassati negli USA centocinquanta. Con la differenza che il budget del primo era di meno della metà di quello del film di Schwarzenegger.




Visto ieri (controcorrente)
Lost in translation, di Sofia Coppola, 2003. Innanzitutto, bisogna inquadrare questo post nel momento storico attuale per comprenderlo. In questo momento le recensioni a questo film sono invariabilmente ottime, tutti si rallegrano per l'eleganza di regia della Coppola, per la discrezione con cui è stata raccontata la storia di quasi amore, per l'interpretazione dei protagonisti, per la divertente rappresentazione del Giappone. Se tutti ne parlassero male queste mie parole sarebbero diverse. Ebbene, il film non è brutto, merita la visione, la Coppola sopratutto mostra che Il giardino delle vergini suicide non è stato un episodio isolato. Però gli elogi mi sembrano eccessivi. Innanzitutto nella prima parte c'è un Giappone visto con occhi americani che non è per niente inedito, e ripercorre pedissequamente tutti i luoghi comuni visti e rivisti (per esempio, molto in peggio, in Wasabi): i giapponesi sono bassi, leggono manga, giocano a videogames assurdi, hanno un'intensità verbale sproporzionata ai contenuti, usano marchingegni strani, scommettono a Pachinko, cantano nei karaoke, e via stereotipando. Di fronte a tanta esibizione di alterità la reazione di Murray, che è in odore di Oscar per questa interpretazione, è una sola: umoristicamente solleva il sopracciglio con aria perplessa. Il suo personaggio d'altra parte è molto perplesso anche nel vedere due tedeschi che conversano fra di loro in sauna; probabilmente il semplice non parlare inglese gli sembra qualcosa di assolutamente ridicolo. Oltre a questo dipinto caricaturale ma che non manca di un certo affetto per il Giappone, il film ci presenta anche un'esile storia romantica tra due persone deluse dal matrimonio e divise dall'età; una storia che non arriverò a definire povera, ma che mi sembra sia stata sopravvalutata un po' da tutti. Anche in questa sezione abbiamo delle macchiette poco convincenti: poco convincente è l'attricetta in Giappone per promuovere il suo film d'azione con Keanu Reeves, messa lì a bella posta per attrarre la nostra antipatia e farci concentrare sulle doti più discrete e più interessanti della Johansson (effettivamente ottima la sua prova), e poco convincente è l'acidissimo personaggio della moglie di Murray, che sarebbe stato bene in un film di genere ma che in questa storia d'amore che si suppone raffinata è davvero fuori posto, inelegantissimo. Insomma, l'idea non era male, ma è trattata goffamente nella iniziale parte umoristica e nella contrapposizione tra i nostri protagonisti e i loro coniugi. Ne esce fuori un film potabile, divertente, fresco soprattutto per le doti registiche della Coppola, ma non all'altezza delle recensioni che riceve. Alla fine, al massimo gli si può dare un sette di simpatia.




sabato, dicembre 06, 2003
Under attack
Nelle ultime 24 ore ho ricevuto forse ottanta mail infette dal worm Sobig. Ma non doveva interrompere il mass-mailing il 10 settembre 2003?



venerdì, dicembre 05, 2003
Cerca con Google: miserable failure
Se mettete le paroline "miserable failure" nella vostra googlebar o su google troverete...



giovedì, dicembre 04, 2003
Decennali
Frank Zappa, American composer, 21 December 1940 - 4 December 1993 (a grande richiesta)




Visto oggi
Alla ricerca di Nemo, di Andrew Stanton e Lee Unkrich, 2003. Quando esce un film della Pixar è sempre un evento in casa Gokachu: si evita di vederlo prima per gustarselo sul grande schermo, e poi si va al cinema ed è immancabilmente sfuocato per colpa del proiezionista. Finding Nemo è un film assolutamente spettacolare sotto il profilo tecnico, con delle battute molto divertenti e una storia appassionante. Rispetto alle mie altissime aspettative però è in parte deficitario: da Mosters, inc. in qui sembra che alla Pixar si siano concentrati di più sul pubblico infantile, inserendo parti più sentimentali e aumentando la quantità di buoni insegnamenti. La storia poi segue dei canoni più prevedibili, è in qualche modo più tradizionale, lo sviluppo dei personaggi assomiglia a quello di un romanzo di formazione. Non che si perda del tutto la carica anarchica, picaresca, à la fratelli Marx di Toy Story o di A bugs' life, ma è un pochetto annacquata con ciò che spregiativamente si potrebbe indicare come "disneyano". Detto questo, nelle parti comiche si ride a crepapelle, nelle parti drammatiche si trema per la sorte dei nostri protagonisti, e il film è visivamente un tripudio. Altamente consigliato, soprattutto se finora avete snobbato i film d'animazione e volete vederne uno che ne mostri le migliori caratteristiche sia dal punto di vista tecnico che da quello di sceneggiatura. Per di più è abbinato ad un trailer del prossimo film Pixar, The Incredibles (che si preannuncia irresistibile e più adulto di questo) e a un glorioso vecchio cortometraggio.




mercoledì, dicembre 03, 2003
Raiot torna in onda
O almeno così dichiara Lucia Annunziata.



Il Mereghetti 2004
Ogni sei anni si può comprare, l'edizione che avevo in casa (quella del '98) stava cadendo a pezzi per l'uso eccessivo. Sfogliando le recensioni dei film degli ultimi anni, mi trovo come al solito in disaccordo su molti film (Canicola, Le biciclette di Pechino, Amores perros, eccetera) ma come sempre alle prese con un punto di vista interessante, noto, tarato, come quello di un vecchio amico i cui gusti si conoscono bene e dalle cui stroncature si può anche capire che il film forse a noi piacerebbe. Più pericolose le sopravvalutazioni (ad esempio Arca Russa). Scomoda la divisione in due volumi, ma evidentemente necessaria. Per la parte relativa al cinema orientale comincia a mostrare la corda la decisione di far riferimento ai soli film usciti in Italia: è inutile citare Kyoshi Kurosawa per parlare di Ring o di Ju-On, se poi dei suoi film non c'è alcuna traccia.



Anche tu come Picasso
Non è difficile grazie a Mr. Picassohead; il delicato ritratto qui sotto è opera mia. (via J-walk)






lunedì, dicembre 01, 2003
IO SONO IL SIGNORE DIO TUO, NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME
Segnalazione televisiva volante: da stasera ogni lunedì su Raitre verso l'una andranno in onda due episodi del Decalogo di Krzysztof Kieslowski. Decalogo 1, in onda stasera, è senz'altro uno dei più memorabili, sopratutto per via del mistico finale.



domenica, novembre 30, 2003


sabato, novembre 29, 2003
Visto oggi
XXX de La Fura dels Baus è uno spettacolo molto divertente, pieno di invenzioni pur nella sostanziale fedeltà al modello letterario (La filosofia nel budoir di Sade) e molto simile peraltro ad un porno show (lo dice uno che è stato a vedere Selen ai tempi d'oro). Uno spettacolo che val la pena di essere visto soprattutto per la sua sontuosità visiva e per l'uso spregiudicato delle macchine, ma che eviterei di definire sconvolgente, trasgressivo, estremo (i Raffaello Sanzio, per ricordare la mia recente delusione, lo sono molto di più). Certo, rispetto ai canoni del pubblico pagante probabilmente lo era; chissà quante di quelle persone erano in sala attratte dal gusto del proibito con l'alibi della cultura alta e del teatro, e non oserebbero mai noleggiarsi una videocassetta hard. Comunque, vale decisamente la non piccola spesa.




venerdì, novembre 28, 2003
Visto negli ultimi giorni IV
La mostra romana sulla pittura metafisica non mi ha regalato grandi emozioni; a parte alcuni lavori, ho trovato la fastidosa sensazione che in qualche modo la visione dell'originale fosse in qualche modo inferiore al mio ricordo delle loro riproduzioni. Colpa forse della luce bianca e gelida delle lampade, e di una giornate uggiosa che non regalava interventi di luce naturale di temperatura diversa.




Visto negli ultimi giorni III
R#07, settima puntata e puntata romana della Tragedia Endogonidia dei Raffaello Sanzio, è stato piuttosto deludente, almeno per me che mi son fatto 800 chilometri e due giorni fuori casa per vederlo. Bello l'inizio (una scimmia si aggira in uno spazio totalmente bianco, separata dal pubblico da una lastra di vetro con sbarre metalliche, mangiando noccioline e giocando con una tunica vuota. Evidentemente Kubrick c'entra qualcosa) e alcune trovate sceniche, molto robuste ma che impallidiscono rispetto al ricordo che ho di altri loro spettacoli. C'era un uso peraltro ridotto dei loro tipici, meravigliosi, infernali macchinari scenici. La decisione di dedicare la puntata in qualche modo alla Chiesa non mi ha trovato felice; tutti i pretini che si aggiravano in scena mi infastidivano e basta. Insomma, non era male, ma era molto meno di quanto mi aspettassi. E durava anche troppo poco. Resta il dispiacere di non aver visto altre puntate invece di questa: chi ha assistito ai video delle rappresentazioni precedenti me ne ha detto mirabilia.



Visto negli ultimi giorni II
Zatoichi di Takeshi Kitano m'è sembrato un film davvero di genere o di gioco sulla contaminazione dei generi, e poco "di Kitano", che esce con le sue caratteristiche autorali (o autoriali? Guzzanti o Ferrara?) solo in alcune sequenze, non poche, e peraltro estremamente divertenti. Ho trovato bellissimo il balletto finale; io avrei fatto danzare anche i morti, magari privi degli arti perduti (Those of you lucky enough to still have your lives. Take them with you. But leave the limbs you've lost. They belong to me now.). Qualcuno sa come si chiama il pezzo che me lo procuro? Comunque per concludere il discorso; Kitano non ha mai avuto successo come regista cinematografico in Giappone, restando relegato alla nicchia del pubblico internazionale dei festival. Secondo me negli ultimi quattro film c'è stato un tentativo di fuoriuscire dall'accerchiamento con questa evoluzione:
1) riproposizione dei temi che han fatto la fortuna del suo cinema ma in una dimensione meno estrema, più tollerabile (L'estate di Kikujiro)
2) Tentativo di apertura al pubblico non di nicchia americano, con un film girato prevalentemente in inglese e con tratti di vicinanza a certo cinema di quelle parti (Brother)
3) Ritorno al pubblico da festival con un'esasperazione del lato estetico e dei tempi dilatati del racconto (Dolls)
4) Apertura al pubblico giapponese, attraverso una rielaborazione libera ma soddisfacente per gli appassionati di figure cinematografiche tradizionali, con l'inserto sia di una rappresentazione della violenza irrealista/iperrealista sia di elementi tipici del suo cinema. (Zatoichi)

Il tentativo più riuscito mi sembra quest'ultimo. Però mi piacerebbe vedere, presto, un film di Kitano di quelli di un tempo, dove la tragedia del vivere emerga tra i giochi insensati come una vera tragedia, e non come una rappresentazione, per quanto divertente, incantevole, intelligente. Insomma, mi manca il Kitano pessimista.



Visto negli ultimi giorni I
Once Upon a Time in Mexico di Robert Rodriguez è tutto sommato un film mediocre e si può tranquillamente perdere, però ci sono alcune sequenze davvero molto divertenti. Depp vendicatore vestito di nero e con bambino guida è un bel vedere, Salma Hayek è sempre Salma, e poi a Rodriguez gli voglio bene.



mercoledì, novembre 26, 2003
Chiuso per Endogonidia
Questo blog probabilmente non sarà aggiornato prima di giovedì notte (ma poi chi lo sa, se trovo un accesso lo aggiorno) causa R#07.



martedì, novembre 25, 2003
Il colore marrone di Jackie
Denti si accanisce con babelfish sui film di Tarantino.



Novecentotrentatre minuti dopo
E' valsa davvero la pena di guardare le quattordici puntate di Berlin Alexanderplatz di Fassbinder. Non fosse altro per ques'ultima, dionisiaca puntata in cui il racconto, per tredici puntate lineare e tradizionale, nonostante i cartelli, nonostante la recitante voce fuori campo, nonostante i flashback spesso ossessivi, impazzisce. Dove vediamo personaggi che ci hanno accompagnato per mesi uscire dal naturalismo e indossare panni teatrali di teatro d'avanguardia. Dove scopriamo di amare alla follia i personaggi, specialmente quel Reinhold malvagio, farabutto, traditore, assassino, balbuziente, tenero, meravigliosamente reso da Gottfried John e che non ci leveremo mai più dalla testa. Dove scopriamo di riconoscere a prima vista dei comprimari che sono stati in scena per pochi minuti dieci puntate prima. E dove termina con un viaggio in Franz Biberkopf il viaggio con Franz Biberkopf nella Germania tra le due guerre, un viaggio spesso faticoso (anche a causa dell'improvvida decisione di Ghezzi di fare due puntate a sera) da cui emergiamo cresciuti, ammaliati, cambiati. E chi se lo è perso, peccato.




lunedì, novembre 24, 2003
E' giunta l'ora delle decisioni irrevocabili
Stasera su Raitre Raiot non c'era; e non ho potuto nemmeno vedere lo spettacolo all'Auditoriuml'Ambra Jovinelli. Ma solo Socci, Vespa e Giletti mi devo sorbire? Adesso basta, vado su Megachip e firmo l'appello a favore della Guzzanti.



Questo blog è forse diventato uno specchietto delle opinioni di Sofri?
Scopro con ritardo, grazie a Simone, una lettera bella e commovente di Adriano Sofri a Berlusconi sulle sue dichiarazioni riguardanti la Cecenia, e una sbrigativa risposta del presidente del consiglio dei ministri.



domenica, novembre 23, 2003
Kill Bill, la versione giapponese
Non se ne trovano ancora le tracce in rete, a parte alcuni commenti di spettatori che però non avendo visto la versione occidentale non possono fare un confronto. Tutto quel che ho trovato è la locandina giapponese, che mostra notevoli affinità con la copertina di Watchmen.




Takeshi l'ingenuo
Quando ho cominciato questo progetto non pensavo che il film sarebbe stato distribuito all'estero e poiché il personaggio è così ben conosciuto in Giappone non credevo di aver bisogno di aggiungere delle informazioni sul background del personaggio. Midnight Eye intervista Takeshi Kitano intorno a Zatoichi.



venerdì, novembre 21, 2003
Ahhh
Un sito per rilassare la vista dopo che si è guardato il monitor troppo a lungo. O no? (Via J-walk)



Sogno o son desto?
Esce in Italia un film d'animazione francese tratto da un libro di Milo Manara (credo Kamasutra), che ne mantiene il soggetto ma butta via il chara design. Già questo è palesemente assurdo, non essendo Manara in grado di scrivere alcunché e avendo invece ovvie doti di disegnatore. Ma la cosa che è ancora più strana è che qui a Pisa è in programmazione solo il pomeriggio. O sbagliano target o oltre a prendere un soggetto probabilmente debole ci han pure tolto le scene di sesso, che in Manara sono lo scopo attorno al quale ruota il (pre)testo.



A voi non ve ne frega niente ma...
...anche questa settimana niente Zatoichi a Pisa, la terra dimenticata dal tempo. E neanche A snake of june, ci mancherebbe.



giovedì, novembre 20, 2003
Visto ieri
Matrix revolutions, di Andy e Larry Wachowski, 2003. Con deciso ritardo ho visto la conclusione della trilogia di Matrix, che mi era stata annunciata a più riprese come una boiata infame e quindi non mi ha deluso. Degna conclusione della trilogia. Matrix 1 nasceva già estremamente imperfetto, diviso tra la sua anima di pensoso racconto cyberpunk e action puro; di fatto dopo un primo tempo che lasciava sperare in qualche cosa di dannatamente buono, si scivolava verso l'action estremamente spettacolare, con la non piccola scusante di esserlo in modo innovativo e contaminato, di ricorrere ai migliori specialisti hongkonghesi del genere dando a loro disposizione un budget enorme, e di diventare immediatamente un'icona e un punto di riferimento per i film d'azione di tutto il mondo. Sacrificando del tutto il cyberpunk e concendendosi delle ingenuità di sceneggiatura imperdonabili, sprecando dell'ottimo materiale (il tradimento di Cypher avrebbe potuto essere trattato in modo potente e filosoficamente imbarazzante, invece di come lo è stato) in maniera poco assennata, ma comunque producendo qualcosa di "mai visto". Matrix Reloaded invece segnava il passo: mentre il substrato pseudofilosofico riceveva linfa in extremis, nel dialogo con l'architetto, erano le scene d'azione a essere deludenti, tranne un paio; e tutto gli si poteva perdonare tranne questo, al sequel di Matrix. In Revolutions cosa abbiamo? Abbiamo che il risollevamento finale delle ambizioni cyberpunk che si era visto in Reloaded viene abbandonato in cambio di cazzotti e polvere da sparo. L'azione c'è ed è tutto sommato molto godibile anche se con un imperdonabile difetto: non è quella che ci aspettiamo da Matrix. A un combattimento iniziale pallida replica di quello tra le colonne del primo Matrix e alla liquidazione dei personaggi del Merovingio e dell'Architetto fanno fronte una lunga battaglia tra seppie e umani muniti di esoscheletri molto ben fatta anche se un po' monotona nello sviluppo, che però sarebbe stata molto meglio in uno Star Wars episode XX, una rappresentazione della città delle macchine Zero-One di indubbio impatto visivo e un combattimento finale tra Neo e Smith, che sicuramente ha dei motivi di interesse e in qualche modo ci riporta alle origini della rappresentazione action della serie ma è l'unico episodio nell'intero film a farlo (tranne le gesta di Seraph, purtroppo per poco tempo sullo schermo). I lati positivi vengono gettati alle ortiche con una sceneggiatura e dei dialoghi davvero fiacchi: all'ennesima (e definitiva) morte di Trinity nessuno può versare una lacrima, dopo tutto il loro mieloso discutere d'amore; le riunioni del Consiglio di Zion ricordano (nel male e solo in quello) le assembleari noie degli ultimi Star Wars, e l'Oracolo diventa davvero insopportabile coi suoi biscottini. In conclusione questo terzo episodio scrive davvero la parola fine su un tentativo che specie nel primo tempo del primo episodio aveva davvero lasciato sperare, impoverendo definitivamente un luogo mitico e cinematografico abitato dall'ottimo Animatrix ma ormai senza speranza.




Sofri VS Bertinotti
Il dibattito di ieri a Otto e mezzo sul comunismo è stato interessante ma meno di quanto ci si potesse attendere dalle premesse. Invece niente male (specie quelle di Sofri, in alcune delle affermazioni del quale mi riconosco molto) sono le due lettere che han dato inizio alla querelle. Sono recuperabili qui.



Pubblicità non pagata
Ma come fanno i succhi di frutta al 100% senza zucchero aggiunto Santal a essere così dolci? Slurp.





mercoledì, novembre 19, 2003
Al cinquantatreesimo posto per la libertà d'informazione
"Sospeso temporaneamente" Raiot. Niente da fare, fino al 2006 siamo in apnea.



Visto oggi
Il miracolo, di Edoardo Winspeare, 2003. Winspeare è stato brevemente ai centro di qualche discorso nella blogosfera a causa degli anatemi di Labranca. Come dissi allora, a me piace e me ne frego se il suo è un sud esistente o una macchietta pittoresca. Questo suo piccolo film, girato interamente a Taranto con attori non professonisti, è molto piacevole e ha alcuni momenti intensi; gli attori hanno a volte bellissime facce, specie i due protagonisti e il nonno. La ragazza con il suo volto chiuso per quasi tutto il film riesce ad emozionare quando verso la fine un po' sorride. Alcuni arrancano nella recitazione, specie i personaggi di contorno; ho avuto l'impressione che un po' tutti avessero la tendenza a gesticolare in modo nervoso, ma dopo un po' ci si abitua. Inizia davvero molto bene, si impaluda un po' nella parte centrale e si ripiglia con un gran finale non originalissimo ma efficace. Interessanti la fotografia e la colonna sonora. Bello, molto diverso da Sangue vivo, meno esplosivo, più raccolto, e anche meno disperato.




martedì, novembre 18, 2003
Segnalazioni televisive
Segnalando en passant che stasera NON c'è Pollicino, nel fine settimana Ghezzi ci darà dentro con il cinema giapponese e con Suzuki in particolare: venerdì l'ormai classico La farfalla sul mirino, aka "Il marchio dell'assassino" (seguìto da "Lo spione" di Jean-Pierre Melville, tanto per gradire) e sabato il recente Pistol Opera, che ne è il sequel.




Lutto nazionale
Oggi Adriano Sofri su Repubblica: Prima voglio dire che le frasi sui “nostri ragazzi” mandati allo sbaraglio non mi piacciono. Non solo perchè alcuni sono uomini fatti e padri di famiglia. Ma perchè devo pensare che tutti siano uomini e donne responsabili; volontari, che devono aver molto immaginato e riflettuto al rischio che li aspettava. Non mi piace il paternalismo un po’ razzista che ne fa carne da cannone agli ordini di mandanti facili, “senza sapere perchè”. (trascrizione da Wittgenstein)



I 40 migliori registi del mondo
Il Guardian pubblica il solito listone dei migliori registi viventi. Mi colpiscono positivamente; Lynch in prima posizione, Miyazaki in ottava e Béla Tarr addirittura in tredicesima (meritatissima e sorprendente per un regista così poco conosciuto). Troppo in giù Wong Kar-wai, che secondo me andrebbe quantomeno tra i primi cinque, e Paul Thomas Anderson. Sorpresa, c'è anche il beneamato Miike, in 38esima posizione. Qualcuno tra quelli che ha compilato la lista qualcosa ci capisce. Sopravvalutati i Wachowski, Walter Salles e Steven Soderbergh, che non mi dispiace, ma quarto? (via Inkiostro)



Escusatio non petita
Questo blog non ha avuto aggoirnamenti di rilievo negli ultimi giorni perché sto perdendo il mio tempo e la mia calma dietro l'installazione di una scheda audio 5.1 e di satelliti e subwoofer. Nonostante tutti i miei tentativi dal canale centrale non esce alcun suono, e questo rende piuttosto difficile vedere i dvd ;_;



domenica, novembre 16, 2003
I Tigrotti americani
Toledoblade ha pubblicato un interessante reportage che non ha riscosso molto interesse da parte dei media su un corpo speciale americano che in una campagna di terrore durata sette mesi durante la guerra del Vietnam uccise centinaia, forse migliaia, di donne, vecchi, bambini e civili indifesi, senza lesinare torture e mutilazioni. I documenti provengono da un'inchiesta durata 31 anni e mezzo. Dev'essere il nome a portar male. (via Salon )




Masochista me
Dovrò organizzare una gita a Firenze per vederlo, ma mi faccio del male segnalando una bella stroncatura di Zatoichi su Cinemavvenire. Be', non è proprio una stroncatura tout court, ma rispetto alle aspettative e ai giudizi correnti, si.
Update: stroncatura (questa volta sul serio) anche di Marquant.



sabato, novembre 15, 2003
Non sono un patriota
Non sono neanche ebreo, ma a me notizie come questa fanno molta più rabbia e orrore di quelle dei soldati italiani caduti in Iraq o del continuo stillicidio di quelli americani.



A colpo d'occhio
Il nuovo blog collettivo cinematografico di RedmondBarry, Cinebloggers Connection, mi sembra una bella idea; a colpo d'occhio si vedono le opinioni dei blogger che parlano "de cinema" sui vari film, e con un clic si possono leggere le recensioni (che sono tenute giustamente lontane). Devo dire che trovo grandi difficoltà con la piattaforma di Splinder ma vedrò di abituarmi.



venerdì, novembre 14, 2003
Se non è megalomania questa...
Nel caso per qualche motivo vogliate essere aggiornati sui commenti a questo blog (per esempio se avete commentato un post di sei mesi fa e vi aspettate irragionevolmente una risposta ma non vi va di rovistare periodicamente negli archivi, oppure vi interessava la discussione su Dogville e non avete voglia di aprire i commenti a quel post ogni volta per vedere se c'è qualcosa di nuovo), Haloscan mette a disposizione il feed rss dei commenti elencati in ordine di sottomissione e slegati dalla data del post. Trovate questa sciccheria tecnologica qui.



Ai margini del mondo civile
Esce oggi in tutta Italia l'ultimo film di Takeshi Kitano, Zatoichi. A Pisa no.




giovedì, novembre 13, 2003
Visto oggi
Dogville, di Lars Von Trier, 2003. Sarò banale e dirò: brechtiano. Ma non tanto per l'assenza di scenografia e per le luci teatrali, per l'evidente irrealtà del set, per la volontà di dichiarare in ogni momento che di finzione si tratta, ma perché è una storia a tesi, con una tesi semplice e ahimé condivisibile, che è la stessa tesi di Brecht in L'anima buona del Sezuan e che potremmo riassumere con un "non si può essere buoni in un mondo capitalista" e che qui viene leggermente modificata in "non si può essere buoni in America". Con l'opera di Brecht c'è in comune anche il dualismo della protagonista, anche se qui è temporalmente determinato, l'ipocrisia della società, il didascalismo della rappresentazione. Sarò altrettanto banale e dirò: non brechtiano. Perché questo è teatro di attori, perché la recitazione è fortemente naturalistica, perché la macchina si dimentica del set e indugia sui volti che ci assorbono, ci emozionano, ci coinvolgono. Perché l'assenza di scenografia non è funzionale allo straniamento, al risveglio del pensiero nello spettatore, ma serve solo a concentrare la nostra attenzione sulle facce dei protagonisti. Che pur caratterizzati come "tipi", pur cominciando come maschere, ben presto sotto la pressione del grande talento dei loro portatori (Nicole Kidman, Ben Gazzara, Laureen Bacall, Philip Baker Hall, per dirne qualcuno) diventano personaggi a tutto tondo, strasberghiani, stanislawskiani. Un film che è dramma e tragedia insieme, e dove, per una volta in un film del regista danese, non si soffre soltanto ma si ha un moto di meschina, orrenda rivincita. M'avvedo che manca un giudizio di valore: bello, da vedere.




mercoledì, novembre 12, 2003
Un feed RSS funzionante, at last
Da molti mesi soffrivo per la mancanza di un feed RSS funzionante, ma grazie al valoroso Magomarcelo questo blog adesso ne ha uno (anche se, spero momentaneamente, impiantato sul suo spazio web con accesso agli script php). Lo trovate qui: , o nell'iconcina identica che campeggia in cima al blog. Grazie ancora Marcello; se qualcuno sa dove posso prendere uno spazio gratuito per far girare un php, me lo dica così tolgo il disturbo dal suo.



Eh no, le brache calate no!
Di fronte all'attentato di Nassiriya, c'è chi vuole subito incassare la rendita della propria posizione contro la guerra e contro l'invio di truppe in quella zona. Come forse saprete sto anch'io dalla stessa parte, ma proporre il ritiro immediato delle truppe ora mi sembra un'idiozia. Come a dire che c'eravamo ma solo per finta, che appena succede qualcosa di brutto scappiamo a gambe levate. Molto più intelligente per una volta Rutelli: "Oggi non è il giorno per discutere: è il giorno per stringerci tutti intorno ai carabinieri, alle forze armate, a chi li comanda e soprattutto allle loro famiglie". La tradizione degli italiani che si calano le brache appena si mostra qualche rischio dalla loro azione di politica estera (il caso Ocalan è il primo che mi viene in mente) continua. Non sono un sostenitore del muso duro e del ribatteremo colpo su colpo; ma se proprio ce ne vogliamo andare dall'Iraq a causa di questo attentato, facciamolo per favore con un po' di lentezza, facendo finta che sia a causa di altro, o almeno dopo una lacerante discussione. Un po' di stile nell'essere pusillanimi, e che diamine.



Il grattacielo più alto del mondo è a Taiwan
Superate le torri di Kuala Lumpur. (Si, lo so, ci vorrebbe un commento salace o un titolo ad effetto; ma la cosa m'è sembrata notevole in sé).



martedì, novembre 11, 2003


Segnalazioni televisive
Giovedì sera intorno a mezzanotte su La7 andrà in onda Bullet in the head, film di John Woo quasi inedito in Italia (l'ho visto tramite una registrazione da tele+, è introvabile in vhs), ambientato nella guerra del Vietnam e tra i maggiori del maestro.




AsiaticaFilmMediale - 2003
Mi fa giustamente notare Lu nei commenti che a Roma è in corso AsiaticaFilmMediale, rassegna di film asiatici. Dal programma mi colpisce l'ampio raggio della nazionalità dei film, che va oltre la solita serie Cina-Hong Kong-Taiwan-Giappone-Iran-India e mostra cinematografie davvero rare: oltre al Vietnam, di cui a dire il vero qualcosa si è visto in Europa, Tajikistan, Sri Lanka, Indonesia. A prima vista di interessanti ci dovrebbero essere quantomeno After the war di Nobuhiro Suwa, Moon Seong-wook e Wang Xiaoshuai , Blind shaft di Li Yang e Bright future di Kiyoshi Kurosawa. Resurrection of the little match girl è un film che ho trovato interessante, ma non è per tutti i gusti e in patria è stato un flop colossale. The peddler di Mohsen Makhmalbaf l'ho visto qualche tempo fa ed è un film di esemplare asprezza di un Makhmalbaf giovane e graffiante, che rappresenta Teheran come un girone dell'inferno. Se fossi a Roma ne vedrei il più possibile; oltre a quelli citati starei attento a non perdermi i film coreani. E domenica prossima ce n'è un bel po'. Ingresso gratuito.




E quando la smetterò di interessarmi a Kill Bill?
Su Cinemavvenire una lunga intervista a Quentin Tarantino, con interventi di Julie Dreyfus (Sofie Fatal nel film) e Lawrence Bender (produttore di Kill Bill).



lunedì, novembre 10, 2003
Sì lo so sono in ritardo sì lo so...
...ma se Delio ne parla oggi allora lo posso fare anch'io. Nel novero delle boiate dette in conferenza stampa da Berlusconi, dichiarazioni poco ponderate, frasi fuori protocollo, cose che "si pensano ma non si dicono", trovo un fattore comune: sono sempre nella direzione sbagliata. Mai che si pronunci avventatamente dicendo qualcosa su cui sono d'accordo. Eppure, se le sparasse a caso, prima o poi dovrebbe capitare.


Immagine creata grazie a Church Sign Generator



domenica, novembre 09, 2003
Prossimamente sul grande schermo
Ne ho visto la pubblicità in Tv quindi è vero: A snake of june, l'ultimo film di Shinya Tsukamoto, è in uscita nei cinema italiani il 21 novembre.






sabato, novembre 08, 2003
Segnalazioni televisive
Stanotte per FuoriOrario, su Raitre dalle 1.15 in poi, andranno in onda tre film meritevoli di visione:
Affliction di Paul Schrader
Soldi sporchi di Sam Raimi
Neve rossa di Nicolas Ray

Buona notte.